Il 31 luglio 2025 segna una svolta per il servizio sanitario nazionale con la fine del reclutamento di medici e infermieri gettonisti, una pratica costata miliardi e considerata insostenibile nel tempo. Questo cambiamento riguarda un fenomeno che ha attraversato gli ospedali per anni, sostenendo reparti cruciali ma anche generando pressioni economiche e gestionali. Viene così posta una nuova sfida, affidando la tenuta del sistema esclusivamente al personale stabile.
Il peso economico e le criticità legate al personale gettonista
Il personale sanitario gettonista, infatti, ha rappresentato una spesa enorme per le casse pubbliche, stimata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione in oltre 2 miliardi di euro. Questi lavoratori, assunti tramite cooperative esterne con contratti flessibili, hanno garantito la copertura immediata di carenze nei reparti, soprattutto nei pronto soccorso. L’utilizzo massiccio di questo personale ha però sollevato dubbi su costi e trasparenza.
La posizione di gianluca giuliano su costi e gestione
Secondo quanto dichiarato da Gianluca Giuliano, segretario nazionale di UGL Salute, “il ricorso ai gettonisti ha creato un sistema costoso e difficile da controllare”. La loro presenza irregolare ha spesso mascherato la carenza cronica di personale, contribuendo a ritardare interventi strutturali volti a migliorare l’organico. Nonostante il peso economico, l’assenza di questi operatori a partire da fine luglio potrebbe causare interruzioni nella gestione quotidiana di molti reparti ospedalieri.
Le difficoltà delle regioni nel gestire la transizione e le richieste di proroghe
A ridosso della scadenza prevista, molte regioni non sembrano ancora pronte ad affrontare la fine del reclutamento tramite gettonisti. La complessità nella gestione delle risorse umane sanitarie ha portato alcune amministrazioni locali a chiedere deroghe per estendere il periodo di affitto del personale flessibile. Il decreto bollette aveva lasciato aperta questa possibilità, con l’idea di concedere un altro anno per consentire una transizione più graduale.
Problemi principali nella sostituzione del personale
Il problema principale riguarda la difficoltà di sostituire rapidamente decine di migliaia di professionisti interinali con personale stabile, formato e in grado di offrire continuità assistenziale. Le diverse realtà regionali si trovano con organici sottodimensionati e procedure di reclutamento ancora lente o insufficienti. L’eventuale proroga appare come una risposta temporanea, che però rischia di ritardare soluzioni reali e sostenibili.
La necessità di una strategia integrata per rinforzare il sistema sanitario nazionale
Gli esperti e rappresentanti sindacali, come Giuliano, insistono sulla necessità di passare da misure emergenziali a una strategia organica per garantire la tenuta del servizio sanitario. In particolare, sottolineano l’urgenza di potenziare gli organici e migliorare le condizioni economiche degli operatori per portare le retribuzioni a livelli adeguati rispetto alla media europea.
Senza una pianificazione seria e interventi strutturali, la dipendenza dal personale temporaneo rischia di ricomparire sotto altre forme. Rinforzare il sistema significa anche investire nella formazione, migliorare la qualità del lavoro e offrire percorsi di carriera chiari. Solo così sarà possibile consolidare la risposta sanitaria a lungo termine, tutelare i pazienti e sostenere chi opera in prima linea.
Sfide per gli ospedali sotto pressione
Gli ospedali, specialmente quelli sotto pressione come i pronto soccorso, attendono risposte concrete per evitare interruzioni nell’assistenza. Il blocco al reclutamento dei gettonisti sarà un banco di prova che metterà a dura prova le politiche migratorie sul personale sanitario, con un impatto diretto sul lavoro di medici e infermieri e sulla qualità del servizio offerto ai cittadini.