La ricerca di un alloggio per studenti fuori sede in lombardia inizia sempre prima, spesso mesi prima dell’avvio delle lezioni. Secondo i dati raccolti da dotstay, piattaforma specializzata nell’aiuto agli universitari in mobilità, quasi metà degli studenti che si trasferiscono lontano da casa in questa regione parte con la ricerca tra giugno e luglio. La situazione riflette un mercato abitativo sempre più complicato nelle grandi città universitarie lombarde, in particolare a milano, dove i costi per una stanza singola raggiungono cifre elevatissime e la concorrenza è molto alta.
La pressione sul mercato degli alloggi nella milano universitaria
Milano, capitale economica e culturale della lombardia, si conferma la città dove la domanda di alloggi per studenti fuori sede si presenta con largo anticipo. Più del 50% delle richieste di stanza arriva prima della fine dell’estate. Il dato emerge da un’analisi di dotstay e segnala quanto sia difficile trovare una sistemazione a prezzi ragionevoli, soprattutto in zone centrali o particolarmente ambite. I costi medi oscillano tra 600 e 800 euro al mese per una stanza singola, ma in alcuni casi arrivano a toccare anche i 1.000 euro.
Fattori che influenzano il mercato immobiliare studentesco
Questa situazione nasce da più fattori: l’aumento costante degli studenti che si trasferiscono per motivi di studio, la scarsità di posti negli studentati pubblici e la propensione crescente dei proprietari a destinare gli immobili ad affitti brevi, rivolti più al turismo che agli studenti. Tutto questo crea un mercato immobiliare nel quale le famiglie devono muoversi velocemente per garantire un posto dove dormire ai propri figli. Non è solo una scelta strategica, ma una necessità imposta dalla scarsità di offerte e dall’intensità della domanda.
Il fenomeno si estende anche ad altre città universitarie lombarde
La difficoltà di trovare alloggi a prezzi contenuti si registra anche in altri centri universitari della lombardia. A pavia, con la sua università storica e una forte concentrazione di studenti in rapporto alla popolazione residente, il 42% degli studenti comincia a cercare casa già tra maggio e luglio. Anche a brescia e bergamo si nota un aumento crescente di studenti, sia italiani che stranieri, che spinge molti a considerare soluzioni abitative anche fuori dal centro ma vicine ai campus.
Preferenze e aspettative degli studenti
L’anticipo nella ricerca non è solo legato alla convenienza economica, ma anche alla volontà di evitare l’incertezza e di scegliere con attenzione la zona in cui vivere. Gli studenti si informano molto su trasporti e servizi, perché vogliono assicurarsi una esperienza di studio più comoda possibile. Secondo i dati, il 71% predilige quartieri ben serviti dai mezzi pubblici. La ricerca si orienta spesso verso appartamenti condivisi, ma con spazi comuni ampi e ben tenuti, un aspetto che il 52% considera decisivo. Questo cambiamento nei comportamenti riguarda anche altre città italiane, come roma, che registra un aumento del 15% nelle ricerche anticipate rispetto al 2023, e napoli, dove la domanda cresce già da maggio per via delle iscrizioni in aumento e della difficoltà di trovare alloggi.
Carenze strutturali e bisogno di interventi nelle politiche abitative per studenti
Il quadro che emerge dalle indagini di dotstay mette in luce una questione ben radicata: la mancanza di alloggi pubblici e convenzionati spinge i giovani verso il mercato privato, con prezzi spesso fuori controllo. In lombardia soltanto il 6% degli studenti fuori sede riesce a ottenere una sistemazione tramite convenzioni. Questo fa sì che la pianificazione anticipata della ricerca abitativa diventi indispensabile per evitare soluzioni scadenti o troppo costose.
Richieste al mondo istituzionale e pubblico
La piattaforma sottolinea che la sfida non si limita al trovare un tetto, ma riguarda la possibilità di vivere in un ambiente tranquillo, accessibile e compatibile con le esigenze dello studio. A fronte di questo scenario, si attendono misure concrete da parte degli enti pubblici, investimenti mirati e una collaborazione più stretta tra università, amministrazioni locali e chi gestisce gli immobili. Senza questi interventi, molte famiglie e studenti rischiano di affrontare l’esperienza dell’autonomia lontano da casa come una serie di ostacoli difficili da superare.