L’Ischia film festival del 2025 ha acceso i riflettori sulle tensioni che attraversano il cinema italiano. Toni Servillo e Roberto Andò, premiati per il film “L’abbaglio“, hanno condiviso riflessioni sul momento delicato evidenziato da dimissioni e problemi strutturali del settore. Le loro parole offrono uno sguardo diretto sulla crisi in corso e sulle possibili soluzioni per tutelare un comparto cruciale per la cultura italiana.
Durante la cerimonia a Ischia, Toni Servillo ha espresso una forte preoccupazione per l’instabilità che sta colpendo il cinema nazionale. Ha citato il recente scenario caratterizzato da continue dimissioni, tra cui quella di Nicola Borrelli, direttore generale Cinema e Audiovisivo del ministero della cultura, al centro di uno dei tanti momenti di tensione. Servillo ha sottolineato che dietro le notizie quotidiane si cela una situazione più profonda: il tax credit per il settore è bloccato e il contratto dei lavoratori dello spettacolo non viene aggiornato da tempo.
Poi ha aggiunto che tutto ciò non fa altro che danneggiare un sistema di lavoro che rappresenta il nostro paese nel mondo attraverso il cinema. Secondo lui, più che polemiche o manovre di potere, serve responsabilità per non compromettere quanto è stato costruito negli ultimi anni. Ha fatto notare che il rischio concreto è di perdere i progressi ottenuti nel posizionamento del cinema italiano sulla scena internazionale, se non si interviene rapidamente per garantire certezze economiche e normative al settore.
Roberto Andò, anch’egli premiato all’Ischia film festival per “L’abbaglio“, ha ripreso il tema delle difficoltà. Andò ha richiamato l’attenzione su una proposta che circola da tempo e che vede il sostegno di più figure autorevoli, tra cui Pupi Avati: la creazione di un’agenzia del cinema. Questa struttura, secondo Andò, potrebbe concentrarsi sulla gestione delle risorse, sulla tutela dei lavoratori e sull’organizzazione del settore, fungendo da catalizzatore per un rilancio effettivo.
L’agenzia avrebbe il compito di fare ordine in un sistema complicato, evitando frammentazioni e inutili conflitti che finora hanno indebolito il comparto. Andò ha spiegato che l’idea è nata per offrire una risposta strutturata alle emergenze attuali, in particolare al problema dei fondi bloccati e alle criticità del contratto dei lavoratori dello spettacolo. La sua proposta vuole evitare che si mantenga lo status quo, visto che il settore rischia di perdere terreno. Di fatto, l’agenzia potrebbe rappresentare un punto di riferimento stabile capace di gestire i fondi pubblici e di mediare tra le varie componenti della filiera cinematografica.
La premiazione al festival ha offerto un’occasione per riflettere sul rapporto tra arte e condizioni lavorative. “L’abbaglio” ha ricevuto riconoscimenti importanti, ma al suo fianco si sono levate critiche e segnali di allarme sul funzionamento del sistema che sostiene produzioni e artisti. I protagonisti della serata hanno scelto di enfatizzare questo punto: un cinema rigoglioso rischia di appassire se il supporto istituzionale resta incerto.
La scena italiana, già affaticata da crisi economiche ed esodamenti di professionalità, si trova ora a dover affrontare una doppia sfida: mantenere la qualità e la visibilità internazionale e, contemporaneamente, risolvere i problemi pratici di contratti e finanziamenti. L’indirizzo di una politica più strutturata, come quella suggerita da Andò con l’agenzia, potrebbe invertire la tendenza negativa e rilanciare la produzione e l’occupazione nel settore.
In questa cornice, le dichiarazioni di Servillo e Andò delineano un quadro preciso: occorre intervenire con concretezza per evitare di compromettere un patrimonio culturale che da tempo esprime una delle immagini più forti e riconosciute del nostro paese nel mondo. L’Ischia film festival si conferma così anche come palcoscenico per un dialogo acceso sui problemi reali dietro le quinte del cinema nazionale.
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