Nel tribunale di Cassino si è svolta un’udienza preliminare riguardante un caso che ha portato attenzione sulla città di Isola del Liri e dintorni. Massimo Zaccardelli, noto commercialista del luogo, insieme al figlio Paolo e ad Alfredo Cinelli, si trovano sotto accusa per reati gravi che coinvolgono richieste di denaro estorsive e pratiche di usura. Le indagini hanno rivelato un intreccio di minacce, prestiti illeciti e pressioni ai danni di imprenditori locali. L’udienza ha segnato una tappa importante con decisioni procedurali e la presenza di parte civile che partecipa attivamente al processo.
Il procedimento giudiziario si è aperto davanti al giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Cassino. Qui, Massimo Zaccardelli, arrestato e posto ai domiciliari dal 5 aprile 2024, insieme al figlio Paolo e ad Alfredo Cinelli, ha affrontato le accuse di estorsione in concorso. Per Zaccardelli, si aggiunge anche la contestazione di usura.
Durante la seduta, Alfredo Cinelli, rappresentato dall’avvocato Venafro, ha scelto di chiedere il rito abbreviato. Questa richiesta ha spostato il calendario processuale, inserendo una nuova udienza fissata per il 29 ottobre 2025. La scelta del rito abbreviato ridurrà la durata del processo ma non elimina l’esame approfondito delle prove.
Parte civile si è costituito Luigi Scacchi, la persona che avrebbe subito direttamente le pressioni estorsive oggetto dell’indagine. È rappresentato in aula dall’avvocato Danilo Iafrate, che seguirà con attenzione l’evolversi del procedimento per tutelare gli interessi del suo assistito. Gli imputati erano difesi da un gruppo di legali tra cui gli avvocati Ottaviani, Coratti, Corsetti e Quadrini, segnalando la complessità della difesa in questo caso corposo.
Le indagini sono partite da una denuncia formale presentata da un imprenditore edile che aveva iniziato dei lavori di ristrutturazione nell’abitazione dei Zaccardelli, a Isola del Liri. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla procura di Cassino e condotte dalla squadra mobile con il supporto del commissariato di Sora, dopo l’erogazione di un anticipo per il lavoro, Massimo e Paolo Zaccardelli avrebbero insistito per la restituzione di una somma che superava di sette volte quella iniziale.
Al rifiuto dell’imprenditore di pagare quella somma esorbitante, sarebbe intervenuto Alfredo Cinelli, pregiudicato noto in zona. Cinelli avrebbe usato minacce e intimidazioni nei confronti dell’imprenditore fino a farsi consegnare 1.500 euro in tre tranche. La situazione è arrivata a un punto critico il 28 novembre del 2024, quando Cinelli venne arrestato in flagranza proprio mentre riceveva l’ultima tranche di denaro.
Da quell’arresto iniziarono ulteriori approfondimenti con perquisizioni nello studio di Zaccardelli. L’attività portò a scoprire casi simili che vedevano coinvolti altri soggetti, tra cui due imprenditori che avevano ricevuto prestiti da 5.000 euro. L’accusa sostiene che i prestiti sono stati concessi con richieste di restituzione doppie, accompagnate da obblighi di saldare debiti personali del commercialista presso una rivendita edile locale.
Le accuse rivolte a Massimo Zaccardelli e ai complici sono gravissime e riguardano pratiche di estorsione in concorso e usura, reati che implicano condotte estreme di violenza economica e sfruttamento della situazione di debolezza di imprenditori locali. I risultati delle indagini hanno tracciato un quadro di pressioni costanti e minacce, con conseguenze pesanti per le vittime.
La scelta di Alfredo Cinelli di optare per il rito abbreviato influenzerà il processo. Si attendono ora le decisioni del giudice sull’ammissione della richiesta e le eventuali conseguenze sul calendario processuale. Per gli altri imputati, la strada resta la normale procedura con udienze pubbliche e raccolta testimonianze.
La costituzione di parte civile testimonia la volontà di chi ha subito i danni di vedere riconosciuti i propri diritti all’interno della vicenda giudiziaria. Il caso continuerà a svilupparsi nei prossimi mesi nel tribunale di Cassino, dove si prevede di accertare con rigore le responsabilità e le modalità con cui sono stati compiuti gli illeciti contestati.
Le indagini hanno preso lo spunto da situazioni difficili e contesti di debolezza di piccole imprese locali, elementi che spingono gli inquirenti a fare chiarezza e impedire prassi che minano la regolarità dei rapporti commerciali e lavorativi nell’area. Il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine resta vigile, mentre la comunità segue con interesse lo sviluppo di questo processo giudiziario.
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