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Una nuotata tra corrente gelata e paura degli squali: domenica canna affronta alcatraz-san francisco

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Domenica canna, psicologa di 52 anni originaria de L’Aquila, ha completato una delle traversate più impegnative e famose per gli amanti del nuoto in acque libere. Ha attraversato circa tre chilometri dal carcere di Alcatraz fino a San Francisco, sfidando correnti forti, acqua fredda e timori noti come la “paura degli squali”. Questa impresa arriva dopo anni segnati da battaglie personali contro malattie gravi e ostacoli fisici che non hanno fermato la sua passione per il nuoto e l’avventura.

La traversata da alcatraz a san francisco tra corrente gelida e difficoltà costanti

Domenica ha raccontato la sua esperienza con dettagli che mostrano la durezza di questa impresa. L’acqua intorno ai 16 gradi ha messo a dura prova il suo corpo, mentre la corrente contrariava ogni sforzo fino all’ultimo metro della traversata. Il cielo grigio sopra la baia di San Francisco non ha aiutato a creare un ambiente rassicurante. La sua nuotata è durata quasi un’ora, un tempo significativo considerando le condizioni avverse, la presenza di corrente contraria e la paura sempre presente per la possibile presenza di squali.

Il percorso non è solo una sfida fisica ma anche mentale. Domenica ha dovuto affrontare quel misto di apprensione e stanchezza che, unita a jet lag e clima freddo, rende ancora più complesso entrare in sintonia con la natura del mare. Il brivido prodotto dalla lotta contro la corrente e l’acqua gelata non è passato inosservato, e ha fatto di questa impresa una delle più dure tra le traversate storiche.

Battaglie di salute superate: dal tumore all’aneurisma

La storia di Domenica è segnata da eventi dura quanto la traversata. Nel tragico anno del terremoto a L’Aquila, ha dovuto mettere da parte ogni attività sportiva per curare un tumore diagnosticato in tempo grazie a un controllo attento. Il suo trattamento è stato seguito dal senologo alberto bafile, con il supporto a distanza dello specialista umberto veronesi e dall’associazione L’Aquila per la vita. Proprio quest’ultima l’ha aiutata a guardare avanti, nonostante la paura di un destino incerto.

Ma non è finita qui. Successivamente ha dovuto affrontare un aneurisma che ha richiesto un intervento chirurgico delicato. Questi problemi di salute l’hanno costretta a convivere con la paura e con l’incertezza, ma Domenica ha cercato di non lasciarsi sopraffare. La sua determinazione le ha permesso di tornare alle sue passioni, in particolare il nuoto, che considera fondamentale per uscire dalle difficoltà e ritrovare forza.

La passione per il nuoto e le imprese sportive che guardano oltre il dolore

Domenica nuota da sempre, ma la traversata dello Stretto di Messina, affrontata la scorsa estate, ha rappresentato la sua prima vera prova in mare aperto. Ha completato il percorso in un’ora e sedici minuti, senza badare al tempo ma concentrandosi sulla resistenza e la concentrazione necessarie per non mollare.

Oltre al mare, ha raggiunto obiettivi impegnativi in montagna. Nel 2023 è arrivata al campo base dell’Everest, a quota 5.364 metri, portando con sé un cartello con scritto “Coppito c’è” come segno di vicinanza alla sua terra natale. Quella tappa ha un valore simbolico per lei e per chi conosce la sua storia. Inoltre, ha scalato la guglia di Cala Goloritzé, in Sardegna, un’esperienza nata in ricordo dell’amico e guida Emilio Ciammetti, scomparso in un incidente.

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Questi momenti di sport e natura raccontano una donna che non si è arresa e che ha trasformato le sue difficoltà in forza. La voglia di superare limiti fisici e mentali emerge netta nelle parole con cui ha definito la traversata da Alcatraz a San Francisco.

Un pensiero all’ultimo approdo e una storia che torna a casa

Al termine della nuotata, Domenica ha condiviso su social un pensiero legato alla celebre fuga di Frank Morris e dei fratelli Anglin, protagonisti di una delle evasioni più famose della storia del carcere di Alcatraz. Ha immaginato che anche loro ce l’abbiano fatta a toccare la terraferma, in un racconto che ha sempre catturato la sua attenzione.

Questa traversata è diventata per lei una sorta di piccola vittoria personale, una nuova pagina scritta dopo una lunga serie di superamenti di prove fisiche e psicologiche. Domenica canna ha portato il suo corpo e la sua mente fino al limite, mostrando come la determinazione possa spingere a realizzare imprese difficili anche dopo grandi difficoltà di salute.

L’arrivo nella baia di San Francisco non chiude il percorso di questa psicologa aquilana, ma apre nuove strade per chi segue la sua storia e prova a confrontarsi con sfide altrettanto dure.

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