Un episodio di violenza familiare è emerso a Frosinone nei giorni scorsi, quando un uomo di 44 anni è stato arrestato dopo aver spinto il padre giù dalle scale, nel tentativo di ottenere soldi per acquistare sostanze stupefacenti. La vicenda ha preso una piega drammatica, culminando nel ricovero dell’anziano e nel ritorno in carcere del figlio, dopo un breve periodo agli arresti domiciliari.
Il quarantaquattrenne era già finito in manette in precedenza, accusato di tentata estorsione e ricettazione. La polizia aveva condotto l’arresto pochi giorni prima dell’aggressione ai danni del padre. Dopo l’arresto iniziale la difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio Ceccani, era riuscita a ottenere per l’uomo gli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori, dove viveva con loro. Questa concessione mirava probabilmente a garantire un ambiente controllato e la possibilità di seguire un percorso giudiziario più favorevole fuori dal carcere.
Purtroppo la situazione nella casa dei genitori non è migliorata. L’uomo ha iniziato ad alzare la voce contro la madre, nei confronti della quale ha scatenato una forte aggressività verbale. Il padre della famiglia, intervenuto per difendere la moglie, è stato preso di mira direttamente. In un gesto di violenza, il figlio ha afferrato la stampella usata dalla madre, strumento indispensabile per la sua deambulazione e con quella ha colpito ripetutamente il padre. Il conflitto è degenerato quando il quarantaquattrenne ha inseguito il genitore prima di spingerlo giù dalle scale. La caduta è stata pesante e ha causato gravi lesioni al malcapitato.
Dopo la brutale aggressione il padre è stato immediatamente trasportato in ospedale, dove ha ricevuto le cure mediche necessarie per le ferite riportate. La denuncia presentata all’autorità giudiziaria ha fatto scattare la caccia all’uomo da parte delle forze dell’ordine. Le indagini hanno portato al nuovo arresto del quarantaquattrenne. Il tribunale ha poi stabilito per lui il divieto di avvicinamento alla famiglia, vietandogli di tornare nella casa dei genitori. La nuova detenzione è quindi iniziata in carcere, dove dovrà rispondere alle accuse di aggressione, tentata estorsione e ricettazione.
Il caso evidenzia le difficoltà di gestire situazioni di tossicodipendenza che si intrecciano con la violenza familiare. Nel frattempo la famiglia è rimasta scossa da questo episodio, consapevole che la convivenza con il figlio non sarà più possibile nelle stesse condizioni di prima. Le autorità locali hanno confermato l’attenzione alla tutela delle vittime in casi analoghi, monitorando da vicino gli sviluppi giudiziari.
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