La città di anagni ha visto movimentare la propria scena criminale nel luglio 2025, quando i carabinieri locali hanno arrestato un uomo di 43 anni con una misura cautelare restrittiva. La vicenda coinvolge due commercianti del posto, padre e figlio, che hanno denunciato ripetute condotte persecutorie. L’indagine ha portato all’applicazione di un dispositivo elettronico per controllarne gli spostamenti e impedire nuovi avvicinamenti alle vittime.
Il 19 luglio 2025, i carabinieri della stazione di anagni hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip del tribunale di frosinone. La decisione è arrivata dopo una serie di indagini mirate a raccogliere prove sulle accuse rivolte all’uomo di 43 anni, già presente nelle anagrafi delle forze dell’ordine per altri episodi giudiziari. Il provvedimento prevede il divieto di avvicinamento alle vittime, con l’aggiunta di un braccialetto elettronico che ne monitora gli spostamenti. Questa misura cautelare si inserisce tra quelle previste dal codice penale per casi di stalking e molestie reiterate.
La scelta del gip è stata dettata dalla gravità dei comportamenti rilevati, giudicati tali da mettere a rischio la sicurezza dei due commercianti. L’intervento del tribunale di frosinone ha riflettuto l’urgenza di fermare subito le azioni persecutorie e prevenire possibili ulteriori aggressioni. Il controllo a distanza rappresenta una novità che permette alle forze dell’ordine di intervenire prontamente nel caso di violazioni del provvedimento.
L’inchiesta che ha portato al fermo dell’uomo è nata dalla denuncia presentata dai due commercianti di anagni, un sessantunenne e suo figlio venticinquenne. Entrambi hanno raccontato ai carabinieri di aver subito continui atti intimidatori e aggressioni fisiche. Nel corso delle verifiche, i militari hanno raccolto diverse testimonianze e prove che hanno confermato la frequenza e la durata di tali comportamenti.
Le indagini hanno messo in luce una serie di minacce e lesioni personali subite dai due uomini, che si sono protratte per un periodo significativo. Gli elementi raccolti hanno permesso agli investigatori di ricostruire nel dettaglio la dinamica degli eventi, distinguendo le modalità con cui l’indagato agiva per imporre un clima di paura. Non sono mancati episodi di danni fisici, oltre che intimidazioni verbali e pressioni continue, tutte rivolte a ostacolare l’attività commerciale e creare disagio alle vittime.
Alla luce del quadro probatorio, l’autorità giudiziaria ha stabilito di applicare la misura cautelare del divieto di avvicinamento, corredata dall’obbligo del braccialetto elettronico. Il dispositivo elettronico serve a monitorare i movimenti dell’uomo, garantendo che non si avvicini alle persone offese, individuate come punto focale della misura restrittiva.
Questa forma di controllo rappresenta un’azione diretta nel prevenire ulteriori rischi per la sicurezza delle vittime. Il divieto di avvicinamento non si limita a vietare fisicamente l’accesso a certi luoghi, ma implica anche la posizione monitorata in tempo reale. Per l’uomo coinvolto, questa è una limitazione significativa della libertà personale, decisa per tutelare la salute e l’incolumità di chi è stato aggredito e perseguitato.
Le forze dell’ordine continueranno a sorvegliare il rispetto della misura, intervenendo se verranno rilevate violazioni. Tale approccio è in linea con le direttive più recenti per contrastare efficacemente casi di stalking e abusi ripetuti nel territorio italiano.
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