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29 settembre 1975 il massacro del circeo tra violenze, impunità e un racconto che cambia dopo 50 anni

Il 29 settembre 1975 segnò una pagina drammatica nella storia italiana con il massacro del Circeo. Quell’episodio racconta la violenza terribile ai danni di due giovani donne, Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, in una villa nei pressi di San Felice Circeo. Quasi mezzo secolo dopo, il racconto torna al centro dell’attenzione attraverso un podcast che ripercorre quei fatti con uno sguardo diverso, concentrato sulle vittime e sul contesto sociale dell’epoca. La vicenda mostra come quella notte abbia segnato la società italiana, nella giustizia e nelle coscienze, con effetti che si riconoscono ancora oggi.

Una notte di violenze e sopravvivenza al circeo

Il 29 settembre 1975 tre giovani della Roma bene sequestrarono Donatella Colasanti, di 17 anni, e Rosaria Lopez, di 19. Le portarono in una villa a San Felice Circeo dove le torturarono, violentarono ripetutamente con crudeltà estrema. Rosaria non sopravvisse a quelle sevizie, morendo durante quella terribile notte. Donatella riuscì a salvarsi fingendosi morta, riuscendo poi a uscire da un bagagliaio di una Fiat 127 in cui era stata rinchiusa. Quel momento rimane tra i più drammatici della cronaca italiana: lei messa in salvo mentre i suoi aguzzini, impuniti per un certo tempo, se ne andavano a cena e si perdono poi in una rissa.

Un metronotte e un miagolio cambiano il corso degli eventi

L’intervento casuale di un metronotte in viale Pola, che udì un miagolio provenire dall’automobile, fu la svolta per l’allerta ai carabinieri. Quelle due parole, “Cigno, cigno… c’è un gatto che miagola dentro una 127”, risuonano ancora come uno degli ultimi segnali di vita prima della chiamata che aprì un’inchiesta inquietante.

Un racconto che cambia prospettiva con il podcast “a nudo”

Spesso la cronaca del massacro del Circeo si è concentrata sull’analisi psicologica degli aggressori, tralasciando il punto di vista delle vittime. Donatella e Rosaria erano ragazze della periferia di Roma che cercavano di costruirsi un futuro dignitoso. A cambiare questa lente arriva “A nudo. Il massacro del Circeo”, un podcast prodotto da Emons Record con Il Fatto Quotidiano, che ha debuttato il 14 luglio 2025. L’opera, scritta e narrata da Angela di Berardino e Giulia Mariani, sceglie di focalizzarsi sulle donne coinvolte e sul contesto che ha permesso certi orrori.

Dal racconto dei fatti al presente della giustizia

Il podcast si struttura in episodi di trenta minuti che raccontano le ore di quelle violenze, ma anche i processi che ne seguirono, le fughe degli imputati, e altri crimini legati a quegli eventi. Il racconto non si limita agli anni 70 ma guarda il presente, evidenziando come il caso del Circeo abbia spinto la società e le leggi italiane a muoversi verso una maggiore protezione della donna. È proprio da quello scandalo che emergono le prime spinte per la legge contro la violenza sessuale, approvata solo nel 1996, a distanza di due decenni dai fatti.

Un italia divisa tra modernità e vecchi pregiudizi

Il massacro del Circeo è figlio di un clima culturale e sociale complesso, dove certe convinzioni sulla forza, sulla classe sociale e sul ruolo della donna prevalevano in molti ceti. Le ragazze di periferia si trovavano a confrontarsi con un sistema che, spesso, tollerava l’abuso da parte di chi deteneva potere o privilegi. Non a caso, i processi furono segnati da una mentalità che cercava di giustificare o minimizzare la gravità dei reati commessi.

La vicenda di San Felice Circeo mostra come l’Italia di quegli anni fosse spaccata tra la modernità che avanzava e vecchi modi di pensare radicati. La brutalità di quei fatti rivelò il lato oscuro di una società divisa, mettendo sotto accusa l’impunità di una certa élite e la difficoltà delle vittime di ottenere giustizia piena. Nel tempo questo caso è diventato simbolo di lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia di civiltà necessaria.

Due giovani giornaliste dietro il podcast “a nudo”

Il progetto del podcast “A nudo” nasce dalle idee e dalle competenze di due giovani giornaliste romane. Angela di Berardino, 27 anni, ha esperienze di scrittura e giornalismo maturate anche all’estero. Passa dal lavoro di commessa alla scrittura, portando attenzione a temi sociali rilevanti e spesso ignorati.

Giulia Mariani, 24 anni, umbra di nascita ma romana di adozione, lavora come content writer e ha esperienza con articoli e podcast. Il suo interesse si concentra sul cinema, la scrittura e la politica. Insieme hanno costruito un racconto che vuole far emergere dettagli spesso omessi, senza alzare inutilmente i toni, ma usando la forza dei fatti. Grazie al loro lavoro, il pubblico può conoscere a fondo una storia che ha segnato la cronaca italiana e la sensibilità collettiva.

Una memoria che si fa racconto vivo

Il podcast si presenta come un racconto vivo. Offre una nuova chiave per capire un momento storico, denunciando l’indifferenza di un tempo e contribuendo a tenere viva la memoria di donne che hanno subito l’orrore. Così il massacro torna a parlarci, non solo come una tragedia del passato, ma come monito per il presente.

Paolo Ludovichi

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