A Anagni, la Pro Loco è al centro di una forte polemica dopo l’invio di “avvisi di morosità” a diversi ex iscritti. Il caso arriva da quattro gruppi politici di centro sinistra, che denunciano una vicenda giudicata ingiusta, e invitano il Comune a intervenire, visto che ogni anno destina fondi all’associazione. Il problema riguarda la modalità e i contenuti delle richieste di pagamento, basate su nuove regole statutarie approvate da poco.
Il caso degli avvisi di morosità inviati tramite whatsapp
Il problema ha preso forma quando la Pro Loco di Anagni ha comunicato, via WhatsApp, ad alcune persone la richiesta di saldare le quote associative arretrate. Tra i destinatari ci sarebbero ex soci che in realtà non risultano iscritti negli anni indicati nella richiesta. La novità nasce dal nuovo Statuto e Regolamento approvati a giugno 2025, che prevedono che chi è moroso non possa più iscriversi senza aver prima saldato tutte le pendenze degli anni precedenti.
Perplessità e clausola discriminatoria
Questo punto ha sollevato molte perplessità perché impone il pagamento anche per periodi in cui i destinatari non avevano né rinnovato l’iscrizione, né richiesto di tornare soci. Secondo le opposizioni, questa clausola risulta discriminatoria e senza fondamento, creando una specie di “debito” permanente per chi si allontana dall’associazione e poi vuole rientrare. Il sistema rischia in pratica di bloccare il ricambio, allontanando chi potrebbe tornare a partecipare attivamente.
Le modalità di comunicazione, inoltre, sono state criticate. Invitare tramite messaggi sul cellulare al saldo delle quote arretrate conferisce una pressione ulteriore, quasi un ricatto diretto, che scoraggia chi vorrebbe avvicinarsi o riavvicinarsi all’associazione. Questa modalità è stata vista come uno strumento poco adatto a un’organizzazione che dovrebbe valorizzare la cultura e la partecipazione volontaria.
Le critiche politiche sulle nuove regole statutare
Il caso è diventato un motivo di scontro politico a Anagni, con un comunicato congiunto firmato da Circolo PD, Sinistra Italiana, Possibile e Movimento 5 Stelle. Le forze politiche sottolineano come il nuovo regolamento possa diventare un modo per mantenere saldi gli attuali assetti di potere nella Pro Loco. La norma che vieta l’iscrizione a chi non ha sanato tutte le morosità, anche di anni non coperti da iscrizione, crea un blocco indissolubile.
Il comunicato parla apertamente di un sistema che trasforma la Pro Loco “in un piccolo monopolio”, dove solo pochi e privilegiati possono partecipare e controllare l’associazione. Eppure, proprio il ruolo di associazione che dovrebbe promuovere tradizioni locali e cultura viene danneggiato da queste restrizioni. Le opposizioni chiedono un intervento dell’amministrazione comunale, visto che finanzia la Pro Loco, affinché si verifichi la correttezza delle procedure.
Tensioni interne e gestione politica
Le tensioni interne all’associazione non sono nuove e si riferiscono a periodi anche precedenti all’attuale gestione. Nel comunicato si cita anche l’epoca dell’Amministrazione Natalia, che non sarebbe riuscita a chiudere le spinte politiche al suo interno. Ora, con questa nuova situazione, la frattura pare essersi allargata ulteriormente.
L’esposto all’unione nazionale pro loco d’italia e la richiesta di trasparenza
Di fronte a questa complessa situazione, le forze di opposizione hanno annunciato l’intenzione di presentare un esposto all’UNPLI, l’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia. L’obiettivo è chiarire la legittimità delle recenti modifiche statutarie e delle pratiche adottate, in particolare sull’obbligo di saldare quote arretrate non richieste per anni senza iscrizione.
Questo passo segna una volontà di smuovere la situazione attraverso un ente terzo e più alto, che possa valutare se le regole della Pro Loco di Anagni rispondano ai criteri generali di trasparenza e correttezza. In caso contrario, l’associazione potrebbe essere chiamata a rivedere le procedure.
La richiesta di chiarezza si accompagna a una critica sul metodo adottato, considerato poco rispettoso per le persone coinvolte. La pressione con messaggi diretti, senza altri canali formali, viene vista come una scelta controproducente, che impedisce una partecipazione serena e libera all’associazione.
L’attenzione è dunque rivolta a capire se questa fase segni un episodio isolato o l’inizio di un processo di esclusione intollerabile a livello locale.
Il ruolo del comune e le aspettative sul futuro della pro loco
L’amministrazione comunale di Anagni finora non ha ancora espresso una posizione pubblica sul caso, ma la richiesta dei gruppi di centro sinistra è di un coinvolgimento più attento nel monitorare ciò che accade all’interno della Pro Loco. Il Comune destina soldi ogni anno all’associazione per progetti legati al turismo e alla cultura cittadina, quindi ha un ruolo anche di controllo.
L’intervento politico diventa necessario quando si verificano episodi che possono escludere cittadini dal volontariato e dalla partecipazione attiva. Sul tavolo c’è la questione della gestione interna dell’associazione, della trasparenza dei regolamenti e del diritto di accesso alla Pro Loco di Anagni.
Alcuni sostengono che il rischio sia di perdere progressivamente il ruolo pubblico e aperto che la Pro Loco dovrebbe avere, trasformandola in un club chiuso, senza spazio per nuovi soci o idee diverse. Il dialogo tra associazione e istituzioni locali sarà quindi decisivo per evitare che questa vicenda si traduca in una frattura definitiva nel tessuto culturale della città.