Il mondo del calcio italiano, specie nelle categorie inferiori, mostra segnali di forti difficoltà sia sotto il profilo economico che organizzativo. La situazione appare complicata con costi gestionali elevati e mancanza di supporti adeguati, al punto che anche squadre appena promosse faticano a iscriversi ai campionati superiori. Lo ha denunciato Attilio Di Stefano, proprietario del Castelnuovo Vomano, che ha spiegato i motivi alla base della rinuncia alla Serie D nonostante il successo in Eccellenza.
I problemi economici che impediscono la crescita delle squadre minori
Fare calcio nelle serie minori italiane si rivela un’impresa spesso insostenibile dal punto di vista finanziario. Di Stefano ha sottolineato come i guadagni per chi investe in queste realtà siano praticamente nulli. Chi rischia davvero, prosegue il patron del Castelnuovo Vomano, resta penalizzato perché i margini di profitto si riducono quasi esclusivamente a chi opera tramite commissioni, compravendita di cartellini o consulenze. Gli imprenditori che sostengono queste squadre spesso si trovano a dover fronteggiare spese di gestione elevate, investimenti per infrastrutture praticamente nulli e una mancanza di ritorno economico diretto.
Una barriera concreta per le squadre minori
Questa difficoltà economica si riflette non solo sulla capacità di iscrivere le squadre ai campionati più alti, ma anche sulle condizioni di partenza per competere a livelli superiori. Il rischio di dover mettere a repentaglio le proprie attività imprenditoriali diventa una barriera concreta per chi prova a salire nel mondo del calcio professionistico. Di Stefano evidenzia come in questo quadro, l’assenza di sostegno e regole chiare precarizzi ogni progetto sportivo. Il paradigma è dunque quello di un sistema che premia chi guadagna senza rischiare direttamente, lasciando ai veri investitori un ruolo di potenziale sacrificio e perdita.
Il sistema del calcio italiano sotto accusa per mancanza di investimenti e visione
Nel suo discorso, Di Stefano ha puntato i riflettori su alcuni aspetti che definisce critici per il futuro del calcio in Italia. A partire dalla carenza di valorizzazione dei vivai, che in altri paesi europei rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita dei club e la formazione di nuovi talenti. In Italia, invece, questa fase è trascurata, con conseguenze che si riflettono sulle performance anche a livello internazionale.
Infrastrutture sportive e vivai trascurati
Oltre all’assenza di sviluppo dei settori giovanili, il patron ha evidenziato la scarsa attenzione verso le infrastrutture sportive, come la costruzione di nuovi stadi capaci di valorizzare lo spettacolo e coinvolgere maggiori tifosi. Senza strutture adeguate, il calcio rischia di perdere appeal e capacità di attrarre risorse. Di Stefano ha menzionato anche il dato inquietante dei mancati Mondiali, due consecutivi persi e forse un terzo in arrivo, segno di un sistema che arranca sul piano internazionale.
La federazione italiana, per il patron della squadra abruzzese, è praticamente assente o poco incisiva in questo contesto. Il calcio italiano resiste in gran parte grazie alla passione e agli investimenti di singoli imprenditori che credono nello sport come valore sociale e culturale, ma senza un supporto strutturale più ampio difficilmente si potrà uscire da questa impasse e rilanciare l’intero movimento.
Le critiche e le difficoltà personali di attilio di stefano nel portare avanti il castelnuovo vomano
Le parole di Di Stefano si accompagnano a un racconto concreto delle difficoltà vissute sulla propria pelle. Ha spiegato come gran parte delle critiche più dure arrivi da chi non frequenta realmente gli impianti sportivi o non ha mai messo risorse finanziarie nel calcio. All’opposto, lui ha investito tempo, denaro, “faccia” per portare avanti un progetto sportivo che ha ottenuto risultati visibili con la promozione in Serie D.
Ricorda il momento della vittoria dei playoff di Eccellenza, quando in uno stadio con appena una ventina di tifosi festeggiava una pagina autentica di sport. Quella promozione non è stata cancellata da nessun giudizio esterno. Eppure ora la mancata iscrizione al campionato superiore testimonia quanto la situazione si stia facendo complicata.
La delusione verso la visione del sistema
Di Stefano ha espresso anche un senso di delusione verso chi non condivide la sua visione e non riesce a uscire da schemi superati. Questo ha reso difficile proseguire quel progetto con partner che avrebbero dovuto insieme scommettere su un futuro migliore, ma che sembrano ancorati al passato. L’esperienza personale riflette quindi le tensioni di un sistema che ripaga chi crede nello sport con difficoltà crescenti e risposte spesso insufficienti.