Un itinerario culturale anima Bergamo da fine giugno a settembre 2025, unendo arte contemporanea e spazi storici in una proposta che invita a riscoprire la città attraverso le opere di Maurizio Cattelan. La mostra “Seasons“, ospitata in diverse sedi rilevanti del capoluogo lombardo, si sviluppa in tappe che collegano monumenti, quartieri e testimonianze architettoniche. L’organizzazione di GAMeC e Brightstar promuove esperienze pensate sia per adulti sia per famiglie, valorizzando il patrimonio urbano e stimolando la riflessione intorno al rapporto tra arte, storia e comunità.
Le quattro sedi di un percorso artistico che parla del tempo e della società
Il progetto si articola tra quattro luoghi emblematici di Bergamo, ognuno con un forte legame con la storia cittadina e la trasformazione del tessuto urbano. La GAMeC, punto di partenza, sorge in uno spazio che nei secoli ha cambiato funzioni, passando da monastero a caserma militare prima di diventare oggi una galleria d’arte moderna e contemporanea. Qui si incontrano due sculture di Cattelan, “Empire” e “No” , che riflettono sul ripetersi degli eventi storici e sulle fasi di ascesa e decadenza dei valori sociali. Le opere suggeriscono un dialogo tra passato e presente, invitando a considerare come l’identità individuale e collettiva si modifichi nel tempo.
L’ex oratorio di San Lupo, a pochi metri dalla GAMeC, ospita invece “Bones” , una scultura imponente che raffigura un’aquila distesa a terra con le ali aperte. L’immagine rappresenta un simbolo di potere caduto, una riflessione visiva sulla crisi del dominio e sul distacco dai cicli naturali. La scelta di questo luogo non è casuale: un tempo spazio dedicato ai riti funebri e al confine tra vita e morte, oggi l’oratorio si inserisce in un contesto urbano ricco di testimonianze storiche e artistiche, come i palazzi nobiliari di via Pignolo, la fontana del Delfino e la chiesa di sant’Alessandro della Croce, che custodiscono cicli decorativi dal XVI al XVIII secolo.
La centralità storica e culturale del palazzo della ragione e le opere di cattelan
Il cuore di Bergamo Alta ospita il palazzo della ragione, costruito nel XII secolo come centro della giustizia e del potere civile. Nella Sala delle Capriate, spazio solenne e intriso di memoria, si trova “November” , opera che invita a riflettere su fragilità e marginalità. La scultura affronta temi profondi legati alla dignità delle persone più vulnerabili, facendo emergere eco della storia bergamasca, in particolare durante le tensioni sociali e l’esperienza della recente pandemia. Il percorso prosegue tra piazza vecchia e piazza duomo, che rappresentano rispettivamente il centro civile e religioso della città alta. Questi luoghi testimoniano la lunga continuità storica, con resti archeologici come il foro romano vicino alla torre civica e testimonianze artistiche che riuniscono fede e potere fin dall’antichità.
La rotonda dei mille e la memoria patriottica attraverso l’arte contemporanea
L’ultima tappa conduce alla Rotonda dei Mille, dedicata ai volontari bergamaschi che parteciparono alla spedizione garibaldina del 1860, evento cruciale per l’unità d’Italia. Questo sito è simbolo della tradizione patriottica di Bergamo, conosciuta appunto come “Città dei Mille”. Qui si trova “One” , opera di Cattelan che presenta un bambino seduto sulle spalle di Garibaldi, con la mano destra che imita una pistola. Il gesto mantiene un’ambiguità, oscillando tra gioco infantile e segno di resistenza, suggerendo un interrogativo sulle responsabilità delle nuove generazioni nella custodia della memoria storica e nelle tensioni sociali attuali. Nel breve tragitto fino alla rotonda si può osservare un tratto di centro realizzato durante il fascismo, con edifici destinati a segnare il volto moderno di Bergamo nel XX secolo.
Un invito a leggere la città oltre l’apparenza
Questa iniziativa accompagna i visitatori non solo in una scoperta delle installazioni contemporanee ma anche in una lettura attenta del tessuto urbano e delle sue stratificazioni storiche, invitando a fermarsi e guardare oltre l’apparenza dei luoghi quotidiani.