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A napoli un convegno contro il caporalato e lo sfruttamento nel lavoro agricolo

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La questione del caporalato continua a rappresentare una ferita aperta per il mondo agricolo italiano, coinvolgendo principalmente lavoratori stranieri sottopagati e aziende che operano nel rispetto della legge. A Napoli, nella giornata del 24 giugno 2025, si terrà un incontro dedicato a mettere in luce le dinamiche dello sfruttamento e a discutere possibili soluzioni, con la partecipazione di rappresentanti istituzionali, religiosi e sindacali. Questo appuntamento vuole fare luce su un fenomeno che danneggia non solo i lavoratori coinvolti ma l’intera economia locale.

Il convegno a napoli sul caporalato: protagonisti e obiettivi

L’Università degli studi di Napoli “Federico II” ospiterà un convegno dal titolo “Caporalato, sfruttamento e diritti negati, strategie per un contrasto efficace” con inizio alle ore 17 nell’aula pessina. Il rettore Matteo Lorito aprirà i lavori, mentre l’iniziativa vede la partecipazione del sindaco Gaetano Manfredi assieme a figure istituzionali e di settore. Michele Cutolo, presidente provinciale del Movimento cristiano lavoratori , guiderà il confronto tra esperti e ospiti.

Relatori e partecipanti chiave

Tra i relatori previsti figurano monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, e Antonio Ricci, procuratore aggiunto. Parteciperanno anche Giuseppe Patania, direttore interregionale dell’Ispettorato del lavoro nazionale, Nicola Caputo, assessore regionale all’agricoltura e Antonio Ponte, vicario direttore generale dell’Inps. Dal Ministero del lavoro ci sarà il capo dipartimento Vincenzo Caridi, mentre Mattia Pirulli rappresenterà la Cisl come segretario confederale. Fabrizio Coscia, editorialista del quotidiano l’Altravoce, modererà gli interventi concludendo il presidente nazionale dell’Mcl Alfonso Luzzi.

L’intento della manifestazione è favorire un dialogo tra diverse competenze per individuare strategie concrete contro il sostegno al lavoro nero e lo sfruttamento illegale. L’attenzione è rivolta sia alla tutela dei diritti dei lavoratori sia al sostegno di quelle imprese che rispettano le regole.

Caporalato: una piaga che colpisce lavoratori e imprese

Il fenomeno del caporalato si caratterizza soprattutto per lo sfruttamento di lavoratori immigrati impiegati nelle campagne, spesso costretti a turni pesanti e pagati con pochi euro all’ora. A questa condizione si affianca il danno economico alle aziende che tentano di operare in modo regolare e vedono ridotta la loro competitività proprio a causa della concorrenza sleale.

Il caporalato va quindi oltre la semplice violazione dei diritti dei lavoratori. Si configura come un sistema che peggiora le condizioni sociali ed economiche di intere comunità, comprimendo salari e aumentando gli abusi. Il peso di questa pratica ricade sull’intera filiera agricola e sull’economia nazionale.

Condizioni di vita e lavoro dei lavoratori

Questi lavoratori, spesso residenti nelle campagne del Sud Italia, affrontano ore di lavoro sotto il sole con stipendi miseri. Sono costretti a indebitarsi per coprire i costi del viaggio verso l’Italia, che possono superare i 10.000 euro. Lo sfruttamento si traduce in condizioni di vita precarie, assenza di tutele, e rischi per la salute fisica dovuti a turni massacranti.

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Interventi istituzionali e sindacali per contrastare il caporalato

Responsabili istituzionali come il procuratore Antonio Ricci e i rappresentanti dell’Ispettorato del lavoro monitorano costantemente le zone a rischio. La presenza di Nicola Caputo e di dirigenti Inps sottolinea la necessità di un coordinamento tra enti per migliorare i controlli e ampliare le tutele. L’azione coordinata tra ministero, sindacati e autorità locali diventa fondamentale per scoraggiare il reclutamento illegale.

Il presidente dell’Mcl Michele Cutolo ha descritto il caporalato come una piaga ancora presente in molte aree d’Italia, dove “si accetta di lavorare anche 14 ore al giorno per pochi euro.” Il fenomeno si alimenta anche del debito che i migranti contraggono prima di arrivare nel nostro Paese.

Importanza della sinergia tra istituzioni e sindacati

Il segretario confederale della Cisl Mattia Pirulli ha ribadito l’importanza di coordinare l’attività sindacale e istituzionale per rafforzare la difesa dei diritti. “Spetta ai legislatori inasprire le norme esistenti e alle forze dell’ordine incrementare i controlli.” Alfonso Luzzi, presidente nazionale Mcl, ha ribadito l’urgenza di introdurre sanzioni più severe per chi sfrutta i lavoratori, affinché “la lotta al caporalato non resti solo un impegno a parole.”

La discussione prevista permetterà di approfondire queste tematiche evidenziando le difficoltà concrete e le possibili soluzioni per un fenomeno che condiziona molte vite e il destino di intere comunità rurali. Resta chiaro che una risposta efficace dipende dal coinvolgimento di più attori, chiamati a intervenire con mezzi e regole precise.

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