L’ente autonomo volturno e l’università Montemurro-D’Ippolito hanno siglato un’intesa che riguarda collaborazione tecnica, culturale e scientifica. Questo patto punta a mettere in comune competenze e risorse per affrontare temi legati ai trasporti e alla mobilità sostenibile. La collaborazione coinvolge anche la valorizzazione del patrimonio culturale, oltre alla gestione degli spazi costruiti e ambientali.
L’accordo è stato formalizzato con la firma di Ciro Romano, rettore dell’università Montemurro-D’Ippolito, e Umberto De Gregorio, presidente di Eav. Sono le due figure che garantiranno la continuità e l’efficacia del progetto. Nel documento si specifica che l’intesa prevede attività di studio e ricerca ma anche interventi pratici legati alla gestione del territorio e delle infrastrutture in cui si muovono i mezzi pubblici.
Domenico Salierno, docente universitario e direttore del Centro Studi sulla Mobilità Sostenibile , ha curato e promosso l’accordo. Sarà inoltre il responsabile scientifico di tutte le attività derivanti dal patto. Il suo ruolo è centrale per coordinare le attività di ricerca e formazione, affinché diano risultati concreti per il territorio e per le comunità interessate.
L’obiettivo principale riguarda l’ambito dei trasporti. L’università e Eav intendono affrontare tematiche legate alla mobilità sostenibile, cioè modi di spostarsi che riducono l’impatto ambientale e migliorano la qualità della vita nelle aree urbane e rurali. Si prevedono studi approfonditi che possano portare a soluzioni innovative, non solo teoriche ma facilmente applicabili sul campo.
Il contesto attuale rende urgente adottare strategie che migliorino la circolazione e favoriscano il ricorso a mezzi pubblici meno inquinanti. Questo accordo si pone quindi come strumento per fornire un supporto scientifico diretto a Eav, impegnata nella gestione dei trasporti regionali, con l’obiettivo di adottare politiche migliori e più attente all’ambiente.
Oltre ai trasporti, l’intesa guarda anche alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Sono coinvolti edifici, siti storici e aree naturali che hanno valore per le comunità e per il territorio. La collaborazione punta a gestire questi beni in modo integrato, sfruttando le competenze universitarie per studiarli e proteggerli con metodi scientifici.
La gestione comprende anche aspetti infrastrutturali, ossia l’organizzazione e la manutenzione delle strutture che compongono i contesti urbani e ambientali nei quali si svolge la mobilità. Questa doppia attenzione alla cultura e all’ambiente si traduce in un lavoro congiunto capace di migliorare la fruizione di questi spazi, rendendoli più accessibili e valorizzandone l’identità storica.
Secondo una nota diffusa da Eav, il legame fra università e società di trasporti può favorire lo sviluppo di strategie utili per il territorio. La sinergia dovrebbe offrire nuove opportunità soprattutto attraverso il coinvolgimento di più attori sociali e istituzionali, mettendo a sistema risorse e conoscenze locali.
Lo scambio di informazioni e competenze è destinato a creare un ambiente favorevole al lavoro condiviso, capace di portare risultati concreti. Dall’innovazione tecnologica alla valorizzazione culturale fino alla formazione di nuove figure professionali, il progetto ha potenzialità funzionali a migliorare la qualità dei servizi e a promuovere una mobilità più sostenibile ed efficiente nell’area servita da Eav.
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