La grande antologica dedicata a Carole A. Feuerman arriva a Roma, ospitata a Palazzo Bonaparte dal 4 luglio al 21 settembre 2025. La mostra raccoglie oltre cinquanta opere realizzate in più di cinquant’anni e mette in scena il corpo come linguaggio universale, non solo come forma da ammirare. L’artista statunitense, tra le figure di punta del superrealismo, invita a guardare la pelle, i gesti, i tatuaggi e le imperfezioni come tracce di storie personali e collettive. Questo evento, curato da Demetrio Paparoni e prodotto da Arthemisia insieme alla Feuerman Sculture Foundation, rappresenta la prima esposizione europea dedicata a questa scultrice di origini americane.
Carole A. Feuerman parte dagli anni ‘70 con un progetto che si è sviluppato in decenni, vuoi sempre con un’attenzione tesa verso la fisicità del corpo umano. Le sue opere privilegiano materiali come resina, bronzo, silicone, acciaio inossidabile e vernice, usati per dare vigore e volume alle forme che raffigurano. Non si tratta mai di creazioni astratte o simboliche ma di figure così dettagliate, quasi vive, da suscitare nel visitatore una reazione empatica.
Le sculture mostrano gocce d’acqua sulla pelle, mani che si muovono delicate, pieghe muscolari, tatuaggi rivelatori di storie profonde. Il corpo appare come un canale di emozioni, ricordi, trionfi e ferite. Questa presenza viva e palpabile si legge in ogni opera, che sia una figura intera o un frammento corporeo, come un messaggio diretto e universale sulla condizione umana.
Al centro della produzione di Feuerman spiccano i corpi femminili, proposti sia nella loro interezza sia attraverso dettagli che raccontano multiformi identità. Le donne modellate dall’artista sembrano sul punto di muoversi o respirare e portano con sé significati legati alla memoria personale e collettiva, alle battaglie interiori e alle trasformazioni.
Attraverso questi corpi, Feuerman affronta temi legati all’identità di genere, alla fragilità e alla resistenza, all’esuberanza e alla consapevolezza di sé. Le sculture riflettono le contraddizioni del mondo odierno e si inseriscono nel dialogo femminista contemporaneo grazie a un approccio senza idealizzazioni: donne reali, complesse, con vissuti impressi nei muscoli e nella pelle. I tatuaggi, le smagliature, i segni del tempo diventano quindi simboli di storie di vita e di forza, quanto di fragilità.
La rassegna romana non si limita a esporre statue ma propone un percorso articolato, che include sculture a grandezza naturale, disegni, fotografie e un’installazione site specific concepita per Palazzo Bonaparte. L’uso di materiali diversi permette di restituire la varietà delle percezioni sul corpo e la sua trasformazione nel tempo.
Resina e bronzo evidenziano la solidità fisica, mentre silicone e acciaio danno volumi dalla texture realistica o lucida, capaci di catturare l’attenzione con giochi di luce e riflessi. La scelta di affiancare alle sculture immagini fotografiche e disegni enfatizza anche l’aspetto di studio e osservazione che ha accompagnato il lavoro di Feuerman.
Il visitatore si trova così immerso in una esperienza sensoriale che vuole rendere palpabile la capacità del corpo di parlare senza parole, attraverso linee, texture, movimento.
Il valore di questa esposizione emerge anche dall’opportunità di conoscere, in Europa, una delle artiste del realismo plastico tra le più alte e longeve. La mostra conferma la forza dell’arte figurativa capace di raccontare storie universali nel segno di dettagli narrativi che si instaurano tra l’opera e chi osserva. Palazzo Bonaparte diventa la cornice perfetta per accogliere questa ricerca su ciò che il corpo dice, conserva e nasconde sotto la superficie visibile.
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