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Al via le prove di portata per i giovani facchini della macchina di santa rosa a viterbo

Le prove di portata rappresentano un momento essenziale per chi vuole indossare la divisa bianca e portare sulle spalle la macchina di Santa Rosa a Viterbo. Ogni anno aspiranti e veterani si sfidano all’interno dell’ex chiesa della Pace, affrontando un test rigoroso necessario per far parte del sodalizio dei facchini o per continuare a essere ammessi a sollevare questo imponente campanile itinerante. La tradizione coinvolge tutta la città e segna l’avvicinamento al trasporto previsto per il 3 settembre.

Il ruolo del capofacchino e dei membri del direttivo nella selezione

Il controllo durante le prove è affidato al capofacchino Luigi Aspromonte e al presidente del sodalizio Massimo Mecarini, insieme ai membri del direttivo. Questi, vigili e attenti, valutano le prestazioni di tutti i partecipanti, sia veterani che aspiranti. È compito loro confermare chi può continuare a portare la macchina o chi potrà entrarne a far parte.

La presenza della dirigenza garantisce ordine e rigore nel corso delle prove, evitando scorciatoie o sforzi non idonei al compito. Ogni anno, vengono valutati parametri specifici, dalla postura alla capacità di gestire il peso, fino alla resistenza dimostrata durante il tragitto. Una volta superata la prova, il facchino ha diritto di indossare la famosa divisa bianca, simbolo di appartenenza e prestigio nel sodalizio.

La partecipazione dei veterani e l’ingresso dei giovani nel sodalizio

I veterani hanno affrontato le prove già nella giornata di ieri. A partire da oggi pomeriggio, la scena è tutta per i giovani aspiranti facchini che vogliono iniziare il percorso che li condurrà a portare la macchina di Santa Rosa. Questo momento di prova segna per loro l’inizio di una sfida lunga e impegnativa, che si concluderà solo con la notte del 3 settembre.

Questi giovani dovranno dimostrare la forza necessaria per sopportare il peso e la capacità di affrontare la fatica dello sforzo con disciplina. Portare la cassetta per più di cento metri, in tre giri, davanti a tutto il sodalizio e sotto gli occhi attenti dei veterani costituisce una prova imprescindibile. Riuscire in questo esame significa conquistare il diritto di indossare la divisa bianca e salire sotto la macchina per il trasporto.

Le prove di portata seguono quindi un ciclo che rinnova ogni anno la tradizione dei facchini di Santa Rosa, mantenendo viva una storia che unisce Viterbo nei momenti di festa e fatica.

Il percorso e il peso da sopportare durante le prove di portata

Le prove di portata si svolgono all’interno dell’ex chiesa della Pace, ora sede del sodalizio dei facchini di Santa Rosa a Viterbo. Il test consiste nel percorrere per tre volte un tragitto circolare di oltre cento metri, portando sulle spalle una cassetta pesante 150 chili. Questo peso simula le condizioni estreme che i facchini dovranno affrontare durante la notte del trasporto della macchina, quando il campanile viene sollevato e trasportato per le vie della città.

L’esercizio richiede non solo forza fisica, ma anche resistenza e tecnica, perché la fatica si accumula passo dopo passo. Il fatto che il percorso sia ripetuto tre volte mette alla prova il corpo e la volontà. Il percorso chiuso dell’ex chiesa è uno spazio che, seppure protetto, rispecchia la sfida che, a settembre, si dovrà superare su strada.

La supervisione medica e le condizioni di salute dei facchini

Un’equipe medica segue passo dopo passo ogni prova di portata, occupandosi di controlli clinici sia preventivi che durante le giornate di esercitazione. La sicurezza dei facchini è una priorità e i medici intervengono per verificare che ogni partecipante sia nelle condizioni fisiche adeguate per sopportare uno sforzo così intenso.

I controlli, in alcuni casi, hanno la funzione di prevenzione di infortuni o crisi legate all’impegno fisico. Durante le prove sono presenti più operatori sanitari, pronti a intervenire se necessario. Sapere della continuità dei controlli e del supporto medico permette ai facchini di concentrarsi sulla prova, riducendo i rischi per la salute.

Monica Ghilocci

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