In Abruzzo è scattata l’allerta per la diffusione della blue tongue, malattia virale che colpisce gli ovini, nelle province di L’Aquila e Teramo. Coldiretti Abruzzo ha chiesto l’avvio di un piano vaccinale immediato e la previsione di un indennizzo per l’acquisto di tutte le dosi necessarie. La preoccupazione riguarda l’impatto sulle economie locali legate all’allevamento e alla produzione tradizionale.
La blue tongue e il rischio per gli allevamenti abruzzesi
La blue tongue, o febbre catarrale degli ovini, è una malattia causata da un virus trasmesso attraverso insetti vettori come le zanzare. Pur non essendo pericolosa per l’uomo, colpisce gli animali con sintomi che comprendono febbre e, in casi gravi, possono portare al decesso. In Abruzzo le ultime segnalazioni sono arrivate dalle aree circoscritte nelle province di L’Aquila e Teramo, zone dove si concentrano numerose aziende zootecniche.
Questa infezione rischia di scatenare una crisi importante per la filiera ovina regionale. Gli allevatori vedono compromessa la salute dei capi, con conseguenze dirette sulla produzione di latte e il benessere degli animali. Il problema si riflette anche a livello economico, poiché la riduzione della produzione può influire negativamente su prodotti molto conosciuti, come l’arrosticino abruzzese e il formaggio di pecora. Tali prodotti non solo rappresentano il cuore delle tradizioni locali ma anche una fonte di reddito primaria.
Richiesta di Coldiretti Abruzzo e piano vaccinale
Coldiretti Abruzzo ha lanciato un appello per un intervento deciso e veloce da parte delle istituzioni. Il primo punto riguarda la messa a disposizione e la distribuzione immediata dei vaccini contro la blue tongue, con un piano chiaro che copra tutte le zone a rischio e che salvaguardi gli allevamenti dall’espandersi dell’epidemia. Inoltre, Coldiretti sollecita un indennizzo specifico per aiutare gli allevatori a coprire le spese per l’acquisto delle dosi.
Il presidente di Coldiretti Abruzzo, Pietropaolo Martinelli, ha evidenziato come questa malattia rappresenti una minaccia grave per un sistema economico consolidato da generazioni. La tutela del settore ovino locale sembra essere fondamentale per evitare una crisi che potrebbe compromettere la tenuta di tante aziende agricole. Coldiretti insiste sulla necessità di una risposta istituzionale pronta nel sostenere la filiera e limitare i danni economici.
Le azioni delle autorità regionali e le difficoltà ancora presenti
Le autorità abruzzesi hanno già avviato un piano di contenimento della blue tongue. Attualmente sono attive zone di restrizione per il movimento del bestiame nelle aree interessate, insieme a una sorveglianza attiva sugli animali. Questi provvedimenti servono a bloccare la diffusione della malattia e a monitorare eventuali nuovi casi attraverso controlli specifici.
Non mancano inoltre interventi di profilassi, finalizzati a contrastare il contagio e a contenere la diffusione degli insetti vettori. Il direttore di Coldiretti Abruzzo, Marino Pilati, ha sottolineato come la situazione resti particolarmente delicata nelle zone montane del teramano e in alcune aree dell’aquilano. Qui l’allevamento estensivo e la transumanza sono attività radicate e presenti in larga scala. La presenza della malattia in queste aree crea un alto livello di allerta.
Vigilanza e urgenza negli interventi
Gli operatori del settore e le istituzioni sono chiamati a mantenere alta la vigilanza. Ogni ritardo o sottovalutazione potrebbe aggravare i danni e compromettere le attività degli allevatori. La tempestività negli interventi si rivela un elemento chiave per garantire la salvaguardia degli animali e la continuità produttiva.
L’impatto economico e la difesa della tradizione abruzzese
La blue tongue rischia di far scattare una crisi con effetti duraturi sulla filiera ovina abruzzese. La malattia limita la produzione di latte e blocca ogni movimento delle greggi, elementi che pesano pesantemente sul bilancio delle aziende. Il blocco dei pascoli e il calo produttivo mettono in causa due prodotti simbolo, l’arrosticino e il formaggio di pecora, che rappresentano anche un forte legame culturale e gastronomico con il territorio.
Gli allevatori si trovano a fronteggiare perdite che potrebbero segnare la scomparsa di piccole e medie imprese, che nel tempo hanno mantenuto in vita questa tradizione. Senza un intervento rapido e incisivo, rischiano di perdersi non solo prodotti ma un intero sistema di lavoro e identità locale. Coldiretti insiste affinché le istituzioni diano risposte concrete e mirate a ridurre i danni e garantire la continuità delle attività.
L’attenzione resta alta e le vittime di questa emergenza potrebbero essere molte aziende se i passaggi necessari per contenere il contagio non verranno messi in campo in modo efficace e tempestivo.