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Condanna a cinque anni per omicidio stradale a ateleta, vittima una giovane donna di napoli

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Un uomo di 55 anni residente ad ateleta ha ricevuto una condanna a cinque anni di reclusione per omicidio stradale a seguito di un incidente mortale avvenuto nell’estate del 2021. La sentenza, emessa dalla corte d’appello di perugia nel 2025, ha ridotto considerevolmente la pena rispetto ai primi verdetti, riconoscendo altresì un risarcimento di 160 mila euro a favore degli eredi della vittima. L’episodio ha avuto come protagonista una coppia napoletana in moto e ha suscitato un acceso dibattito sulle responsabilità alla guida e sul tema delle fughe post incidente.

I dettagli dell’incidente e la vittima

Il 10 agosto 2021, nei pressi di un distributore di carburante a ateleta, si è verificato un grave scontro tra un’auto condotta dal 55enne e una moto su cui viaggiava una coppia proveniente da napoli. A perdere la vita è stata floriana carannante, 26enne napoletana, passeggera sul sedile posteriore della moto. Il fidanzato era alla guida e insieme si stavano dirigendo verso ateleta quando l’impatto ha tragicamente interrotto la loro corsa. Dopo lo scontro il conducente dell’auto ha abbandonato il veicolo ed è fuggito, aggravando la posizione giudiziaria.

Le circostanze dell’incidente, accertate dagli inquirenti, hanno messo in luce la dinamica dello scontro e la condotta omissiva del 55enne, la cui fuga ha complicato la raccolta delle prove e ha suscitato forte indignazione nell’opinione pubblica locale e non solo.

Il percorso giudiziario con le varie sentenze

Dopo l’arresto e l’avvio del procedimento, il primo giudizio si è concluso nel 2023 con una condanna a dieci anni e otto mesi di reclusione da parte del gup del tribunale di sulmona, nella formula del rito abbreviato. Il provvedimento ha definito la gravità del fatto e la rilevanza dell’aggravante relativa alla guida in condizioni alterate, che in un primo momento aveva influito sull’entità della pena.

Successivamente, la corte d’appello dell’aquila ha ridotto la pena a otto anni di carcere, avviando una revisione dei dettagli e delle prove raccolte. Nella fase conclusiva del processo, la corte di cassazione ha ritenuto opportuno rinviare gli atti alla corte d’appello di perugia per una rivalutazione, specialmente sul tema delle aggravanti.

Nel 2025 la corte d’appello di perugia ha fissato la pena definitiva a cinque anni di reclusione, escludendo l’aggravante della guida in stato di alterazione. Questo ribaltamento ha modificato anche le modalità del risarcimento, confermando la somma complessiva di 160 mila euro che l’imputato dovrà versare agli eredi della vittima e alla persona offesa, oltre al pagamento delle spese processuali.

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Le reazioni e le conseguenze per gli imputati e le vittime

La decisione ha provocato reazioni contrastanti, soprattutto considerando la riduzione netta della pena rispetto alle prime sentenze. L’avvocato difensore, antonio di vincenzo del foro di isernia, ha sottolineato come l’esclusione dell’aggravante fosse giustificata dalla mancanza di prove sufficienti sullo stato alterato del conducente dell’auto al momento dell’incidente.

Dal lato delle famiglie coinvolte, la sentenza rappresenta un riconoscimento economico, ma non restituisce la giovane vita tragicamente spezzata. Il caso ha sollevato dibattiti sulla sicurezza stradale e sulla particolare responsabilità dei conducenti in situazioni di pericolo. La fuga dall’incidente ha pesato molto sull’esito giudiziario e sulle implicazioni civili.

Riflessioni finali sul caso

La vicenda resta un monito sulle conseguenze letali che possono derivare da comportamenti imprudenti alla guida. Il processo ha dimostrato il complesso iter giuridico per stabilire responsabilità, con un percorso durato quattro anni e in diverse fasi di giudizio. La sentenza finale, emessa a perugia, rappresenta il punto fermo del caso che ha toccato da vicino la comunità di ateleta e la città di napoli.

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