La perdita di una persona amata può cambiare profondamente la vita di chi resta. Arianna Rapaccioni Mihajlovic, moglie di Sinisa Mihajlovic, calciatore e allenatore scomparso a 53 anni nel 2022, ha parlato apertamente del suo dolore, della malattia che ha colpito il marito e del modo in cui ha affrontato il lutto, in un’intervista trasmessa il 24 giugno 2025 su Rai 2 nel programma Storie al bivio show.
Il ricordo del primo incontro e la vita insieme
Arianna Rapaccioni ricorda il loro incontro come un momento decisivo. È successo in un ristorante romano, al Gianicolo, dove Sinisa le ha subito colpito il cuore. Quella sera è stato un vero colpo di fulmine, un punto di inizio che ha dato vita a un legame durato fino all’ultimo giorno del tecnico. Dopo alcuni mesi di fidanzamento, Sinisa le propose di vivere insieme, ma Arianna volle prima il matrimonio. Così, dopo un anno, si sposarono con la speranza di costruire una famiglia numerosa.
Oggi Arianna è nonna di due nipoti e afferma che la presenza dei figli e dei nipoti le dà forza nei momenti più difficili. L’affetto quotidiano rappresenta un sostegno palpabile che le permette di andare avanti, nonostante l’assenza di Sinisa. La sua testimonianza mostra un passato condiviso ricco di progetti, amore e speranze, che continuano a vivere nei ricordi e negli affetti che li circondano.
La scoperta della malattia
Il 2019 ha segnato l’inizio di un percorso difficile per la coppia. Si trovavano in Sardegna quando Sinisa avvertì un dolore molto forte durante la notte. Dopo una serie di accertamenti emerse una diagnosi grave: una malattia tumorale aggressiva. Arianna descrive questo momento come terribile, ma racconta anche la forza con cui, insieme al marito, decisero di affrontare la malattia.
Il patto tra loro era chiaro: combattere fianco a fianco, senza cedere alla paura. Durante quegli anni difficili, Sinisa cercava sempre di mantenere il sorriso e di mostrare coraggio durante le terapie. Alla fine del ciclo, entrambi pensarono di aver fatto un passo decisivo verso la guarigione. La serenità durò poco, perché la recidiva della malattia segnò l’inizio di una battaglia ancora più dura.
Gli ultimi mesi di Sinisa e il vuoto lasciato
Quando la malattia tornò, la sofferenza si fece più intensa. Sinisa chiedeva a Arianna se avrebbe superato quel momento. Lei rispondeva sempre di sì, nascose le lacrime per non aumentare il peso emotivo sul marito. Arianna spiega che Sinisa la scrutava per capire quanto stesse male, così lei cercava di mostrarsi forte, con un atteggiamento allegro, nonostante il peso della realtà fosse schiacciante.
L’ultimo viaggio da Bologna a Roma fu carico di silenzi e dolore. Sinisa pronunciò poche parole, tra cui il rimpianto di non poter vedere crescere i suoi figli. Arianna fece cadere quella frase senza rispondere, consapevole che ormai non c’era più nulla da fare. Nel letto d’ospedale, Sinisa le lasciò un messaggio chiaro: la affidò come guida sicura per il futuro della loro famiglia. Dopo averle detto “ti amo”, si spense pacificamente tenendole la mano.
Quel momento ha segnato la fine di una storia d’amore ma anche l’inizio di una nuova realtà per Arianna, che ora cerca di onorare la memoria del marito dedicandosi ai figli e ai nipoti.
La gestione del dolore attraverso i social
La perdita così improvvisa di Sinisa ha spinto Arianna a una reazione emotiva complessa, espressa soprattutto attraverso i social network. In quel primo anno, confessò di aver usato troppo quei canali, pubblicando continuamente messaggi e immagini che nascondevano un disagio profondo. Fingere una felicità inesistente sui social è stato un modo per cercare consolazione e conferme da chi la seguiva.
Solo successivamente si è resa conto che Sinisa non avrebbe voluto vederla così, intrappolata nel dolore senza mai andare avanti. Questa presa di coscienza è avvenuta nel tempo ed è stata assai dolorosa. Ora Arianna ammette che il cammino verso la serenità è ancora lungo, ma si appoggia ai legami familiari per non soccombere alla sofferenza.
Il racconto mostra come la sofferenza, anche se immensa, possa trovare spazi di respiro attraverso l’affetto e la presenza di chi resta. La ricerca di un equilibrio tra ricordo e futuro rappresenta una sfida grande, ma necessaria. Arianna sembra fare passi concreti in questa direzione, aiutata dalle persone care e dagli affetti che le rimangono.