L’apertura di una nuova sede di A.L.I.C.E., associazione impegnata nella lotta all’ictus cerebrale, segna un passo importante per il Vallo di Diano, in provincia di Salerno. Questa sezione si insedia all’interno dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla, garantendo supporto e sensibilizzazione su una patologia che colpisce migliaia di italiani ogni anno.
L’associazione nazionale A.L.I.C.E. riunisce un’ampia comunità composta non solo da chi ha subito un ictus e dai loro familiari, ma anche da neurologi, medici, fisiatri e volontari impegnati nel percorso di cura e recupero. Nato per contrastare gli effetti e le conseguenze dell’ictus, il gruppo opera attraverso diverse federazioni regionali presenti sull’intero territorio italiano. Questo modello permette di avvicinare servizi e informazioni a chi ne ha bisogno, creando un ponte tra professionisti sanitari e cittadini. L’attività dell’associazione si regge su donazioni, contributi di soci e il supporto di enti pubblici, che ne assicurano la continuità e la capacità di intervenire in modo concreto nelle realtà locali.
L’inaugurazione della sezione locale di A.L.I.C.E. coincide con una fase decisiva per l’ospedale “Luigi Curto” di Polla, diretto dal neurologo Maurizio Tenuta. È infatti imminente l’attivazione della Stroke Unit, prevista per la settimana successiva all’apertura della sede associativa. Questo reparto specializzato garantirà cure tempestive e mirate alle persone colpite da ictus, abbattendo distanze e tempi di risposta in un’area vasta come quella del Vallo di Diano. Con questa struttura, il presidio ospedaliero si rafforza come centro che può offrire un’assistenza qualificata e puntuale, caratteristica fondamentale nella gestione delle emergenze cerebrovascolari. L’arrivo di A.L.I.C.E. contribuisce così a consolidare la rete di supporto attorno ai pazienti, integrando assistenza medica e attività di sensibilizzazione.
L’attività della sezione appena inaugurata non si limiterà al solo ambito clinico. Un obiettivo primario sarà infatti accrescere la consapevolezza sull’ictus nella popolazione del Vallo di Diano, informando su fattori di rischio, sintomi e modalità di intervento rapido. La prevenzione resta la prima barriera contro questa emergenza sanitaria, e A.L.I.C.E. lavora proprio per diffondere conoscenze utili a evitare o riconoscere precocemente l’evento. In parallelo, l’associazione offrirà sostegno concreto ai pazienti e alle loro famiglie, aiutandoli a orientarsi nel percorso riabilitativo e sociale dopo l’ictus. Questo impegno si traduce in incontri informativi, attività di volontariato e collaborazione con il personale medico dell’ospedale di Polla. La presenza sul territorio consentirà di intercettare bisogni specifici, migliorando l’accesso ai servizi e promuovendo un dialogo diretto con le persone colpite.
L’attivazione della Stroke Unit rappresenta un cambiamento significativo sia per la sanità locale che per i pazienti. Trattare l’ictus in modo rapido ed efficace riduce danni neurologici gravi e incrementa le possibilità di recupero. La gestione tempestiva limita anche i costi sanitarie di lungo termine e i carichi sociali legati alla disabilità. Il coordinamento con A.L.I.C.E. favorisce un approccio più integrato, che mette in campo competenze mediche e supporto psicologico. Nel contesto del Vallo di Diano, area caratterizzata da una certa distanza dai principali centri urbani, avere un punto di riferimento così specializzato si rivela decisivo per la qualità della vita dei pazienti colpiti da ictus e delle loro famiglie. Questo modello può fare da stimolo per altre zone che necessitano di potenziare la risposta sanitaria alle urgenze neurologiche.
La sezione di Polla testimonia la volontà di A.L.I.C.E. di radicarsi nelle comunità dove l’ictus rappresenta una sfida quotidiana. L’associazione dialoga con istituzioni e enti locali per sostenere progetti di prevenzione e cura, partecipando anche a campagne di sensibilizzazione rivolte a scuole e luoghi pubblici. Mantenere attiva una rete di volontari e professionisti facilita il contatto diretto con chi deve affrontare questa patologia. I fondi raccolti attraverso donazioni e contributi assicurano la continuità nel tempo, anche in assenza di finanziamenti regolari. Questo sistema rende possibile un supporto costante su più fronti, dall’emergenza alla riabilitazione, coinvolgendo il territorio e promuovendo una cultura sana e informata sul tema dell’ictus.
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