Le auto dotate di sistema di accesso keyless offrono senza dubbio comodità ai proprietari, ma al tempo stesso attirano l’attenzione di ladri sempre più esperti, capaci di sfruttare la tecnologia per rubare veicoli in pochi secondi. Questi strumenti intelligenti, che consentono di aprire e avviare l’auto senza usare la chiave fisica, sono diventati terreno fertile per i cosiddetti “relay attack” o attacchi a raggio, una tecnica che permette ai criminali di intercettare il segnale della chiave elettronica e duplicarlo. La recente operazione della polizia di stato a roma, culminata con l’arresto di tre malviventi, evidenzia la pericolosità di questo fenomeno e il livello di preparazione degli indagati.
Il sistema keyless permette al proprietario di aprire l’auto e metterla in moto semplicemente portando con sé la chiave elettronica, senza doverla inserire direttamente nella serratura o nel quadro. Il dispositivo emette un segnale radio che viene captato dall’auto—basta avvicinarsi per sbloccare porte e accendere il motore, un grande vantaggio per chi si sposta spesso.
Ma questo meccanismo, seppur comodo, può trasformarsi in una vulnerabilità. I ladri riescono ad agganciare il segnale della chiave attraverso appositi apparecchi, chiamati jammer o extender, che lo replicano e danno accesso all’auto. In pratica, con un kit tecnologico portatile, intercettano quello che la chiave trasmette e lo rilanciano al veicolo, ingannandolo come se il proprietario fosse presente. Così, senza forzare serrature o danneggiare il mezzo, i malviventi entrano e partono indisturbati.
Il cosiddetto relay attack è una tecnica che richiede preparazione tecnica ma dura pochi secondi. I ladri puntano a veicoli di fascia medio-alta, spesso parcheggiati in luoghi pubblici, dove la chiave può essere facilmente raggiunta o il segnale intercettato dai dispositivi appostati vicino all’abitazione o al luogo di lavoro del proprietario. Il fenomeno è in aumento, tanto che le forze dell’ordine e le case automobilistiche stanno studiando contromisure efficaci come sensori di movimento sulle chiavi o blocchi elettronici.
Negli ultimi giorni la polizia di stato ha messo fine a un gruppo di ladri specializzati nel furto con sistema relay attack, finito tra le strade di roma, nella zona di ponte milvio. Gli agenti del XV distretto hanno intercettato tre sospettati a bordo di un’auto il cui proprietario era una ditta di noleggio—a insospettire la polizia è stata proprio la targa intestata a un’azienda famosa per fornire veicoli a breve termine.
La pattuglia ha seguito i tre per circa mezz’ora mentre percorrevano le strade in modo nervoso e ad alta velocità, fino a raggiungere il parcheggio di via colli della farnesina. Due di loro sono scesi e hanno iniziato a camminare tra le auto in sosta, forse in cerca di un nuovo mezzo da rubare o controllando il territorio.
Pochi minuti dopo la stessa vettura ha accelerato verso lo stadio olimpico, seguita da un’altra auto, forse un complice o una via di fuga. Tuttavia, l’inseguimento è terminato quando gli agenti sono riusciti a bloccare i fuggitivi in un vicolo cieco, costringendoli a fermarsi.
La velocità e la destrezza con cui avevano agito lasciavano intendere un furto compiuto poco prima. Infatti, all’interno dell’auto trafugata è stato trovato un kit elettronico per replicare il segnale delle chiavi, segno evidente dell’utilizzo del sistema relay attack. Questa prova, unita alle testimonianze e alle tracce raccolte, ha permesso l’arresto immediato dei tre per furto aggravato in concorso.
Roma, come molte grandi città italiane, registra una crescita dei furti d’auto legati al sistema keyless. I quartieri residenziali e le aree con parcheggi pubblici rappresentano i luoghi preferiti dai ladri, che sfruttano l’ignoranza o la sottovalutazione del rischio da parte dei conducenti.
Le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli e le segnalazioni, raccomandando ai cittadini di adottare precauzioni come riporre la chiave in custodie schermate, ossia veri e propri “casi” che bloccano il segnale radio. Questi accorgimenti possono evitare che il dispositivo venga intercettato da apparecchi esterni.
Inoltre, l’attenzione si è spostata anche sulla tecnologia dei veicoli. Diverse case automobilistiche stanno modificando i sistemi di comunicazione delle chiavi, inserendo blocchi temporizzati o funzioni di spegnimento automatico del segnale quando la chiave resta ferma. Le amministrazioni comunali, da parte loro, valutano l’installazione di telecamere e una maggiore illuminazione nei parcheggi pubblici per scoraggiare azioni criminose.
Un dato certo è che i metodi tradizionali di furto, basati sull’effrazione, lasciano sempre più il posto a tattiche high-tech. I cittadini si trovano quindi a dover proteggere veicoli sempre più smart, con sfide nuove che spingono verso una maggiore consapevolezza e alleanze tra forze dell’ordine, istituzioni e tecnici del settore automotive.
Il kit usato dai ladri arrestati a roma era composto da dispositivi portatili che captano il segnale emesso dalla chiave a distanza. Solitamente, uno rimane vicino alla vera chiave , mentre l’altro dispositivo, collocato vicino all’auto, trasmette quel segnale al veicolo. I ladri possono così ingannare l’auto facendola credere che la chiave sia effettivamente a bordo, e avviare il motore senza alcuna forzatura.
La polizia ha trovato tracce di questo equipaggiamento all’interno dell’auto rubata, che è stata poi restituita al legittimo proprietario. I ladri non hanno bisogno di scassinare la macchina e agiscono in pochi istanti, rendendo quasi impossibile la reazione del proprietario o di chi si trova nei dintorni.
L’operazione delle forze dell’ordine è partita da un controllo di routine e da una segnalazione sulla presenza sospetta di veicoli intestati a società di noleggio. Una volta intercettati, gli uomini della polizia hanno seguito i movimenti del gruppo, fino a bloccarli senza incidenti dopo un inseguimento.
“Questo arresto conferma quanto siano all’ordine del giorno furti così rapidi e invisibili, all’interno di contesti urbani, ma anche quanto sia possibile contrastarli grazie a un coordinamento efficace tra pattuglie e all’uso di strumenti investigativi mirati.” La tecnologia diventa così doppio volto, per i ladri e per chi cerca di fermarli.
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