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Autovelox non verificato in prefettura, multa annullata e condanna per il mancato controllo

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L’assenza di controlli sulla funzionalità degli autovelox si conferma un elemento cruciale nella validità delle multe elevate. Un caso recente coinvolge la polizia locale di Veroli e un automobilista che ha visto la propria sanzione annullata dopo un ricorso in appello, mettendo sotto la lente la divisione tra taratura e verifica di funzionamento degli strumenti di rilevazione.

La multa e il ricorso respinto in prefettura a veroli

L’automobilista era stato multato a Veroli per una violazione del codice della strada rilevata tramite autovelox. Dopo la notifica del verbale, ha presentato ricorso alla prefettura, sostenendo che l’apparecchio usato per il rilevamento non fosse stato sottoposto a tutte le verifiche di routine previste dalle norme. La prefettura, tuttavia, ha respinto la richiesta, confermando la validità del verbale e l’importanza della taratura come prova sufficiente per considerare l’apparecchio affidabile.

L’episodio ha sollevato dubbi sul modo in cui i controlli sugli autovelox vengono effettuati e riconosciuti dagli enti preposti. In particolare, l’automobilista ha insistito sull’esistenza di due passaggi diversi nelle verifiche: uno riguarda la taratura, cioè l’adeguamento tecnico dello strumento, l’altro la regolarità della verifica periodica, cioè il controllo che garantisce la funzionalità continua e l’affidabilità nel tempo del dispositivo.

La decisione del giudice troiani e il riconoscimento della distinzione tra taratura e verifica funzionale

La svolta è arrivata con l’appello al tribunale, dove il giudice troiani ha esaminato con attenzione le carte del procedimento. Nel suo verdetto, ha sottolineato che la taratura e la verifica di funzionalità devono essere considerate passaggi separati. In questo caso, la documentazione presentata attestava solo la taratura, senza prova di un controllo periodico necessario per certificare l’effettiva operatività dell’autovelox al momento della rilevazione della violazione.

Secondo il magistrato, il giudice di primo grado avrebbe dovuto valutare anche questo aspetto, non limitandosi alla sola taratura, che da sola non garantisce l’affidabilità dell’apparecchio. La mancanza di una verifica periodica invalida l’accertamento e quindi la multa.

Questa distinzione, spesso trascurata, emerge così come elemento di importanza fondamentale nella contestazione delle multe elevate con apparecchi di controllo automatico.

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L’annullamento della multa e le conseguenze economiche per la prefettura

La sentenza ha portato all’annullamento della multa inflitta a carico dell’automobilista di Veroli. Questo ha comportato anche una condanna a carico della prefettura, che dovrà rimborsare le spese legali sostenute dall’automobilista in entrambi i gradi di giudizio. La somma quantificata è di 137 euro per le spese vive e 740 euro per i compensi professionali, cifre documentate e riconosciute dal tribunale.

Questo risultato evidenzia come la mancata verifica della funzionalità degli autovelox non rappresenti solo un vizio formale, ma produca reali effetti economici sulle pubbliche amministrazioni, oltre che un diritto riconosciuto agli automobilisti di non vedersi sanzionati con strumenti non conformi ai requisiti previsti.

Riflessi della sentenza sulle procedure future

L’impatto della sentenza potrà riflettersi nelle procedure future, spingendo le amministrazioni locali a prestare maggiore attenzione alle verifiche periodiche, indispensabili per evitare contenziosi e sprechi di risorse pubbliche dovuti a sanzioni annullate.

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