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Cemento illegale sulle coste italiane, Campania prima per reati e sequestri secondo mare monstrum 2025

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Le coste italiane sono sotto pressione per l’espansione del cemento senza autorizzazioni, con numeri crescenti di violazioni registrate nel 2024. Legambiente ha diffuso i dati preliminari di Mare Monstrum 2025, che tracciano un quadro allarmante soprattutto per la Campania, regione che resta al vertice per reati legati alle costruzioni abusive lungo la fascia costiera. L’analisi segnala un aumento degli illeciti, confermando una forte concentrazione nelle regioni dove le organizzazioni criminali influenzano il territorio. Il fenomeno riguarda da vicino anche altre aree della penisola, colpendo sia il Sud che il Centro-Nord.

Incremento dei reati ambientali nelle regioni costiere italiane nel 2024

Nel corso del 2024, le forze dell’ordine e gli enti preposti hanno rilevato 10.332 infrazioni nelle aree costiere di tutto il paese, con un aumento dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Questi reati includono costruzioni abusive, alterazioni del paesaggio naturale e violazioni urbanistiche con impatti diretti su spiagge e habitat marini. La questione assume rilievo perché riguarda la protezione dell’ambiente e la salvaguardia del territorio, spesso compromessi da attività edilizie fuori legge.

Le strutture abusive riscontrate vanno da piccole opere edilizie a insediamenti più ampi e complessi, che violano norme di tutela paesaggistica. La pressione sul territorio è particolarmente forte in alcune regioni, dove il contrasto al fenomeno è complicato dalla presenza di organizzazioni criminali e da un controllo istituzionale non sempre efficace. Questi illeciti non compromettono solo la qualità ambientale, ma anche la funzione economica legata al turismo e alla pesca, attività tradizionali legate alla costa.

Campania in testa per il maggior numero di reati e interventi repressivi

Campania si conferma la regione con il più alto numero di infrazioni legate all’edilizia incontrollata sulle coste, con 1.840 reati accertati nel solo 2024, circa il 17,8% del totale nazionale. Il numero è cresciuto rispetto ai 1.531 casi del 2023. Il dato supera di gran lunga quello delle altre regioni, evidenziando una concentrazione forte di abusi in quest’area.

Il dato è accompagnato da un numero elevato di denunce e arresti , oltre a 343 sequestri di manufatti o aree abusive, segno di un’attività investigativa intensa. Questi risultati fotografano una situazione complessa, in cui il fenomeno del cemento illegale coinvolge non solo abusivi ma spesso anche complicità in ambito amministrativo o criminale. Le autorità stanno intensificando i controlli soprattutto nel napoletano e nella provincia di Salerno, zone particolarmente colpite.

Il bilancio della Campania è indicativo di una situazione storicamente critica. La regione si trova ad affrontare un intreccio tra illegalità e territorio, dove molti casi implicano attività mafiose. Gli interventi di sequestro possono frenare, temporaneamente, le nuove costruzioni abusive, ma non risolvono il problema diffuso e consolidato.

Confronto con altre regioni: puglia, sicilia, toscana e calabria

Subito dietro la Campania si colloca la Puglia, che nel 2024 ha registrato 1.219 reati, una diminuzione rispetto ai 1.442 dell’anno precedente. La Puglia rappresenta l’11,8% della somma nazionale di illeciti. La costa pugliese, ricca di località turistiche, affronta problematiche simili legate alla pressione edilizia, ma con una leggera flessione dei reati. Le attività di prevenzione e controllo nelle province di Bari e Lecce hanno probabilmente contribuito a questa riduzione.

Al terzo posto la Sicilia con 1.180 abusi, che rappresentano l’11,4% del totale nazionale. Anche qui c’è un legame con la presenza di organizzazioni mafiose che favoriscono il traffico di costruzioni abusive, ma le autorità locali si muovono con azioni mirate per arginare il fenomeno.

Sorprende la posizione della Toscana, quarta con 946 reati . Negli ultimi anni la regione ha mostrato un incremento significativo, superando la Calabria, ora quinta con 869 reati . Il passaggio di posizione riflette differenti dinamiche e intensità dell’attività illecita, con lotti di terreno abusivi a volte nascosti dietro piccole strutture apparentemente regolari.

La calabria e il suo ruolo problemico

La Calabria conserva un ruolo problematico, anche se scende al quinto posto. Il controllo del territorio costa ha visto una maggiore attenzione per arresti e denunce, ma la quantità di abusi rimane comunque rilevante in diverse aree costiere, dalla provincia di Cosenza a quella di Reggio Calabria.

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La concentrazione dei reati nelle regioni a presenza mafiosa

Legambiente sottolinea come quasi metà dei reati ambientali costieri, cioè 5.108 infrazioni, si concentrino nelle regioni riconosciute per la presenza storica e strutturale delle organizzazioni mafiose. In queste quattro regioni si contano 5.377 persone denunciate e 6 arresti. Questi numeri mostrano come la criminalità organizzata continui a condizionare illegalità e abusi sul territorio, sfruttando la fragilità delle istituzioni locali.

Tra le regioni interessate da questi numeri ci sono Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, territori dove mafie diverse coordinano attività illegali in vari ambiti, tra cui l’edilizia abusiva. Le dinamiche criminali rivelano un sistema di complicità con operatori economici e, in alcuni casi, burocrati o amministratori compiacenti. Questo rende più difficile la repressione e la tutela del patrimonio ambientale.

La presenza mafiosa alimenta un ciclo di illegalità che ostacola interventi di prevenzione, riduce l’efficacia delle norme e condiziona la vita delle comunità locali. La lotta contro l’edilizia abusiva si intreccia così con le difficoltà di combattere la criminalità organizzata, con risultati altalenanti e la necessità di ulteriori risorse e attenzione da parte dello Stato.

Dati rilevanti da veneto, lazio e il lato amministrativo degli illeciti

Al settimo posto si posiziona il Lazio con 649 reati accertati . La regione, pur non raggiungendo cifre elevate in termini di crimini penali, spicca per un aumento degli illeciti amministrativi. Questi arrivano a 7.089 casi, un’impennata rispetto ai 1.110 del 2023. Gli illeciti amministrativi riguardano spesso abusi minori, come violazioni urbanistiche o opere non conformi a regolamenti, ma rappresentano comunque una minaccia sul fronte della salvaguardia del territorio.

Il Veneto ha registrato 746 infrazioni, pari al 7,2% del totale. Questa regione si trova nel centro-nord e, pur avendo meno criticità legate alle mafie, convive con casi di illegalità edilizia dovuti a speculazioni locali e pressioni su aree protette. Controlli e interventi sia delle forze dell’ordine sia delle autorità ambientali sono in atto per tutelare le zone lagunari e costiere.

Il dato sugli illeciti amministrativi nel Lazio indica una diversa natura del fenomeno. Molte infrazioni non sfociano nel penale ma costituiscono trasgressioni regolamentari che incidono sull’uso del suolo. La mole di questi abusi richiama l’attenzione sulle politiche urbanistiche e sull’impegno necessario per una gestione più rigorosa del territorio.

Il quadro tracciato da Mare Monstrum conferma che l’Italia deve contrastare con misure ferme sia l’edilizia abusiva di stampo criminale, sia le irregolarità diffuse legate a pratiche amministrative non conformi.

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