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Delibera sulla zona ex svar a latina, m5s chiede trasparenza e coinvolgimento del consiglio comunale

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Dopo anni di inattività sul Piano di Zona 167 “area ex svar” a Latina, la giunta comunale ha approvato una delibera che riporta il progetto al centro dell’attenzione. Il Movimento 5 Stelle contesta la scelta di escludere il consiglio comunale dal processo decisionale, chiedendo che il piano venga discusso pubblicamente in commissione e in aula. L’intervento, che riguarda edilizia residenziale pubblica, si trascina da quasi vent’anni senza passi concreti e presenta diverse questioni complesse da risolvere.

La gestione della delibera: lavoro “in silenzio” o mancanza di confronto?

L’assessora Annalisa Muzio ha definito il lavoro svolto sull’area ex svar come uno sforzo di due anni condotto “in silenzio”, con il sostegno degli uffici tecnici. Da un lato ha ricordato lo stop al piano che durava da molti anni, dall’altro ha celebrato il superamento di quella fase senza però aver coinvolto né la commissione consiliare né il consiglio comunale. Si tratta di un aspetto che ha suscitato parecchie critiche.

Non esistono, infatti, spiegazioni dettagliate sul perché si sia proceduto senza convocare un confronto all’interno degli organi politici deputati a vigilare e orientare scelte di questa portata. La totale mancanza di trasparenza sulla documentazione e sugli studi approfonditi riferiti dall’assessora ha alimentato perplessità sia sul metodo che sul merito del piano.

Il tema è particolarmente delicato perché riguarda un intervento di edilizia residenziale pubblica, area che per natura dovrebbe vedere un dialogo più aperto vista l’importanza sociale per la città. Il silenzio e l’assenza di passaggi ufficiali impediscono a consiglieri e cittadini di conoscere la situazione reale e prendere parte attiva al progetto.

I nodi aperti del piano di zona 167 e le richieste del movimento 5 stelle

Il Movimento 5 Stelle sottolinea che il Piano di Zona 167, conosciuto come area ex svar, è stato approvato ormai nel 2007 ma non ha mai superato la fase preliminare. A fronte di oltre 15 anni di sostanziale fermo, occorre valutare se le condizioni urbanistiche, sociali e ambientali del quartiere e più in generale della città siano cambiate così profondamente da richiedere una revisione del piano.

Nel frattempo sono emersi diversi ostacoli che rallentano l’attuazione concreta. Tra questi figurano oneri espropriativi molto elevati, stimati intorno a 11,5 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i costi della bonifica già sostenuti dal Comune, l’aumento generale dei prezzi dei materiali per costruzione e possibili contenziosi legali con l’ex proprietario dell’area. Quest’ultimo ha avviato un procedimento civile per la restituzione del terreno, contestando la decadenza della pubblica utilità del progetto.

Sono tutti elementi che richiedono un’analisi approfondita e condivisa, non una serie di decisioni prese esclusivamente dalla giunta sulla base di pochi atti. Il movimento chiede che si faccia chiarezza sulle azioni finora svolte e che si presenti un cronoprogramma dettagliato con tutte le tappe tecniche e amministrative future.

Assenza del consiglio comunale e tavolo tecnico: una gestione contestata

La gestione dell’intervento mantiene un carattere esclusivo e senza precedenti nel coinvolgimento istituzionale. È stato infatti aperto un tavolo tecnico fra amministrazione e operatori edilizi chiamati a costruire il piano, senza alcun passaggio formale in commissione o consiglio. Questo tavolo dovrebbe individuare eventuali modifiche da portare successivamente all’approvazione politica.

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Tuttavia il consiglio comunale è rimasto escluso da tutte le discussioni iniziali e nemmeno informato formalmente. Le uniche notizie sono pervenute tramite dichiarazioni di stampa, senza possibilità di confronto interno o dibattito pubblico da parte dei rappresentanti della comunità cittadina.

Il gruppo consiliare del M5S ha quindi chiesto con urgenza una convocazione della commissione urbanistica e bilancio-patrimonio. Lo scopo è acquisire i documenti sul piano, comprendere quali azioni siano state svolte di fatto dall’assessorato e valutare se il progetto sia ancora attuale o abbia bisogno di un ripensamento in relazione alle condizioni attuali del territorio.

Quali prospettive per l’attuazione dell’area ex svar?

Sul tavolo restano molti aspetti chiave senza risposta, a partire dalla strategia politica complessiva che l’amministrazione intende adottare per superare impasse storiche. Il gruppo di lavoro tecnico si confronta con problemi economici e giuridici rilevanti, ma senza un reale coinvolgimento del consiglio comunale il rischio è che ogni scelta rimanga isolata e inefficace.

Il Movimento 5 Stelle segnala che serve un’indicazione chiara da parte dell’amministrazione per affrontare temi che riguardano tutta la città, tenendo in considerazione i cambiamenti urbanistici e sociali registrati negli ultimi anni. Bisogna costruire un dialogo trasparente con tutte le forze politiche, con le imprese coinvolte e con i cittadini.

La vicenda dell’ex svar si configura oggi come un test significativo sulla capacità dell’amministrazione di gestire temi complessi, con equilibrio e apertura istituzionale. Le richieste di confronto e documentazione avanzate al momento attendono risposte e di certo il consiglio comunale non rimarrà a guardare.

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