La tragedia del 28 luglio 2013 sull’autostrada A16, al viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino, ha segnato una delle pagine più dolorose della cronaca italiana recente. Un autobus precipitò causando la morte di 40 persone, inclusi il conducente e il fratello del proprietario del mezzo, Gennaro Lametta. Quest’ultimo, detenuto e condannato in via definitiva a 9 anni di carcere, ha deciso di denunciare i meccanici responsabili della manutenzione del bus, sostenendo che la rottura dell’impianto frenante sia da attribuire a un loro errore. La denuncia è stata presentata alla procura di Napoli.
La denuncia di gennaro lametta dalla cella: accuse precise contro i meccanici
Dall’interno della sua detenzione, Lametta ha inviato una denuncia formale contro i due meccanici a cui si era rivolto per la manutenzione dell’autobus coinvolto nell’incidente. Il proprietario sostiene che i meccanici abbiano nascosto manomissioni decisive per la sicurezza del mezzo. Secondo quanto riportato nella denuncia, Lametta ha prodotto un file audio in cui uno dei meccanici ammette di aver verificato se i perni della trasmissione fossero stati serrati correttamente. Questo dettaglio, negato poi dai meccanici in tribunale, potrebbe spiegare la causa della rottura del sistema frenante.
Un audio clandestino come prova
La conversazione sarebbe stata registrata da Lametta in forma clandestina durante un confronto avvenuto dopo la tragedia, presso l’officina, con lo scopo di fare emergere eventuali responsabilità nascoste. Gli avvocati Pisani e Argenzio, difensori di Lametta, puntano sulla revisione del processo proprio basandosi su queste nuove prove portate all’attenzione degli inquirenti.
Dinamica dell’incidente e possibile responsabilità dei meccanici sulle cause tecniche
Dal racconto del proprietario emerge che la causa della tragedia non sarebbe legata a fattori esterni ma esclusivamente a un errore umano commesso dai meccanici. Si parla nello specifico di un controllo errato o mancato sul serraggio dei perni dell’impianto di trasmissione, elementi che si sarebbero in seguito svitati. Questa rottura avrebbe provocato il distacco del giunto della trasmissione, compromettendo il sistema frenante idraulico del bus.
Il ruolo della manutenzione
Lametta sottolinea che tale aspetto è stato ignorato o non approfondito durante i processi, affermando che un’adeguata verifica avrebbe sicuramente modificato l’esito delle indagini. La mancata manutenzione o controlli insufficienti hanno quindi avuto un ruolo determinante nel verificarsi dell’incidente, che, nell’interpretazione della denuncia, potrebbe configurare reati come falsa testimonianza e concorso in omicidio colposo plurimo.
Le richieste agli inquirenti: approfondimenti su falsa testimonianza e omicidio colposo
Nella denuncia presentata alla procura di Napoli, Lametta chiede che vengano svolti nuovi accertamenti per fare luce sull’eventuale falsa testimonianza dei meccanici durante i processi già celebrati. Accusa gli addetti alla manutenzione di aver mentito sulla reale natura degli interventi svolti sul bus prima dell’incidente.
Simultaneamente, si sollecitano indagini focalizzate sul coinvolgimento diretto della mancata o errata manutenzione nei reati di omicidio colposo e disastro colposo. In particolare, viene sottolineata un’omissione grave che avrebbe contribuito al distacco del giunto della trasmissione, aumentando il rischio per i passeggeri. La denuncia ribadisce la necessità di verificare ogni dettaglio della posizione dei meccanici, anche per capire se vi sia concorso di responsabilità.
Un quadro giudiziario ancora complesso
Questa nuova istanza si inserisce in un quadro giudiziario ancora molto complesso, considerando che Lametta e i suoi legali mirano a ottenere una revisione del processo, ricollocando la responsabilità sull’assetto tecnico del mezzo al momento della tragedia.
Il caso continua ad avere sviluppi rilevanti, che potrebbero riaprire una discussione ferma ormai da anni, fornendo un nuovo scenario sulle cause dell’incidente e sulle conseguenze giudiziarie per tutti i soggetti coinvolti.