Dharma Mangia Woods, giovane attrice romana, sta guadagnando spazio nel mondo del cinema e della televisione italiane. Formata alla scuola Gian Maria Volonté, ha già collezionato diverse esperienze importanti che confermano un percorso in costante sviluppo. Quest’anno la vedremo sia in commedie leggere sia in una serie drammatica di Rai1, offrendo un ritratto completo di un’artista capace di muoversi tra generi diversi con sicurezza e lucidità.
Dharma Mangia Woods ha iniziato il suo cammino alla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, storica sede di formazione per molti attori italiani. Dopo questa base solida, la sua carriera ha preso forma con ruoli significativi in produzioni di rilievo. Tra i più noti, la miniserie Netflix Inganno, dove ha lavorato al fianco di Monica Guerritore, ha segnato un passo importante nella sua visibilità.
Questa esperienza su una piattaforma internazionale ha aiutato Mangia Woods a conoscere ritmi e metodi di lavoro diversi rispetto ai canali tradizionali, arricchendo così la sua tecnica oltre il cinema italiano. La sua capacità di adattamento è evidente anche dalle scelte successive, che spaziano dalla commedia al dramma. Pochi mesi fa è stata scelta come madrina del festival Cinema di Tavolara 2025, occasione in cui ha condiviso il palco con nomi importanti come Neri Marcorè, con cui aveva già collaborato nel film Quando diretto da Walter Veltroni.
Sul palco ha vissuto momenti di confronto con colleghi come Fabrizio Gifuni, Gianluca Arcopinto e Sonia Bergamasco, incontri fondamentali per affinare la propria arte e confrontarsi con diversi stili recitativi. Mangia Woods ha sottolineato come la possibilità di lavorare con attori navigati rappresenti un banco di prova fuori dal circuito abituale, un’esperienza in grado di uscire dalla comfort zone e far crescere anche sotto il profilo umano e professionale.
Nella sua filmografia più recente spicca la partecipazione al film Il ministero dell’amore, prodotto da Prime Original e diretto da Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo. Il progetto nasce da una pièce teatrale intitolata Stare meglio oggi, una narrazione ironica e surreale che mette in scena un cronista parlamentare, interpretato da Pif, che vede ogni sua decisione guidata da leggi emotive e decreti del consiglio dei ministri.
Dharma Mangia Woods interpreta una collega di Pif, e le loro interazioni creano duetti briosi e divertenti. La commedia riflette sulla politica italiana con toni grotteschi, avvicinandosi per certi aspetti a film come Inside Out o la serie Follemente. Mangia Woods racconta di essere stata affascinata dal progetto grazie al legame che Ciarrapico e Vendruscolo hanno avuto con Mattia Torre, noto per i suoi scritti di satira politica e sociale, in particolare nella serie Boris.
Questo ruolo conferma l’interesse di Mangia Woods per la commedia, ma anche la volontà di spingersi al di là dei limiti tradizionali del genere. Pur essendo emergente soprattutto nel campo delle commedie, ha già mostrato di non voler rinunciare a ruoli più complessi, mettendo in conto prossimi impegni drammatici che puntano sulla sua versatilità.
Nel dramma storico Morbo K, pronto per andare in onda nella prossima stagione su Rai1, Dharma Mangia Woods affronta il periodo tragico della seconda guerra mondiale a Roma. Sotto la regia di Francesco Patierno, il racconto ricostruisce la vicenda vera dei medici dell’ospedale Fatebenefratelli, che inventarono una malattia fittizia, il “morbo di K”, per proteggere gli ebrei dai rastrellamenti nazisti.
La storia si concentra sugli eventi del 16 ottobre 1943, giorno della razzia nel ghetto romano. Mangia Woods interpreta una giovane ebrea che lotta per salvare la sua famiglia e altre persone perseguitate dal regime. Il suo personaggio sviluppa dubbi sul possibile coinvolgimento degli stessi nazisti, temendo che il denaro degli ebrei possa influenzare il loro comportamento.
Attraverso il collegamento con il primario dell’ospedale e uno dei medici, interpretato da Giacomo Giorgio, tenta di mettere in salvo più vite. La narrazione mette in luce un episodio poco conosciuto e prova a dare voce a una pagina dolorosa della storia italiana. Il racconto si distingue per l’intensità drammatica e accompagna lo spettatore dentro la paura e il coraggio di chi affrontò quei giorni.
Mangia Woods si definisce parte di una nuova generazione di attori che mostra meno individualismo e più senso di gruppo. Parla di una “generazione-branco” che lavora con consapevolezza e prepara il mestiere con dedizione, ponendo attenzione a temi come il rispetto per il lavoro, i contratti, le tutele e la lotta alle molestie.
Rimarca l’importanza di associazioni come Unita, impegnate a migliorare le condizioni per chi recita. Questo approccio collettivo si riflette anche nella sua carriera, dove tende a cercare mentori e a confrontarsi con chi ha esperienza.
Tra gli attori che l’hanno colpita cita Anna Karina, musa della Nouvelle Vague, per la naturalezza e l’ambiguità del suo modo di recitare, Marion Cotillard, e alcune figure italiane come Alba e Alice Rohrwacher, Luca Marinelli, Alessandro Borghi e Fabrizio Gifuni. Tiene molto anche a Valentina Bellè, considerata una interprete capace di alzare il livello per tutti coloro che lavorano accanto a lei.
Queste preferenze mostrano la sua attenzione non solo al talento ma anche alla capacità di far crescere il mestiere attraverso esempi concreti e modelli da cui prendere spunto. Mangia Woods si presenta come un’artista attenta, determinata, che si muove con cautela ma con passo deciso.
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