Pier Cesare Ioly Zorattini si è spento nella sua abitazione di Udine all’età di ottant’anni. Fu un punto di riferimento fondamentale negli studi sull’ebraismo dell’età moderna e sui processi inquisitori che interessarono le comunità ebraiche italiane. La sua attività ha restituito un pezzo di storia spesso trascurata, mettendo in luce storie di vite perseguitate e dimenticate nel corso dei secoli.
Nato il 2 settembre 1944 a Pavia di Udine, Ioly Zorattini si laureò in filosofia all’università di Padova con il massimo dei voti e la lode. La sua carriera universitaria si dipanò tra diverse città del nord Italia, tra cui Bologna, Ferrara, Trieste ma fu soprattutto all’università di Udine che concentrò la maggior parte del suo impegno scientifico e didattico. Dal 1978 in avanti, Udine diventò la sua base principale, dove nel 1986 ottenne la cattedra di Storia dell’Ebraismo, la prima in Italia dedicata a questa disciplina. Il dipartimento che fondò, quello di Scienze Storiche e Documentarie, rappresentò un’avanguardia per le scienze umanistiche in Friuli.
Per oltre 16 anni, dal 1995 al 2011, guidò la cattedra di Storia delle Religioni, portando avanti studi minuziosi sul rapporto tra culture religiose all’interno dell’Europa moderna. La sua attenzione si concentrò sulle dinamiche della Controriforma, le conversioni forzate, e i rapporti complessi fra cristianesimo ed ebraismo, con ampio spazio dedicato anche alla diaspora sefardita e marrana.
Ioly Zorattini ha lasciato una traccia duratura tramite la sua vasta produzione scientifica. Tra le sue opere più note, spicca la pubblicazione dei «Processi del Sant’Uffizio di Venezia contro ebrei e giudaizzanti» che copre tre secoli, dal Cinquecento al Settecento. Questa raccolta, composta da 14 volumi e curata tra il 1980 e il 1999 dalla casa editrice Olschki, ha restituito nome e storia a centinaia di persone vittime di persecuzioni.
Oltre a questi, firmò numerosi saggi che hanno esplorato ogni sfaccettatura del giudaismo italiano, askenazita e sefardita, arrivando a oltre novanta pubblicazioni. Tra i testi più rilevanti: «Leandro Tisanio. Un giudaizzante sanvitese del Seicento» , «Una salvezza che viene da lontano. I Purim della Comunità ebraica di Padova» , e «Questa è giustitia di voi altri Christiani. Ebrei, Giudaizzanti e Neofiti nei procedimenti del Sant’Uffizio di Aquileia e Concordia» . Questi lavori hanno ricostruito momenti poco esplorati della storia religiosa e sociale italiana.
Il rigore e la profondità di queste pubblicazioni hanno contribuito a rinnovare la conoscenza sulla storia dell’ebraismo in Italia e sulle persecuzioni subite, spesso dimenticate o marginalizzate negli studi storici tradizionali.
Il rigore scientifico e la passione di Ioly Zorattini lo portarono a essere riconosciuto bene oltre i confini italiani. Partecipò a numerosi convegni accademici in Europa e tenne seminari alla Sorbona e all’École Pratique des Hautes Études di Parigi, trasferendo le sue ricerche su un palcoscenico internazionale. Nel 1998 ricevette un invito dal cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, a partecipare al convegno promosso dalla Santa Sede dedicato all’Inquisizione, nel contesto del Giubileo del 2000.
Dal 1999 fece parte della Commissione italo-israeliana per la storia e cultura degli Ebrei d’Italia, contribuendo a un dialogo culturale importante tra le due nazioni. Nel corso della sua vita fu membro di diverse istituzioni scientifiche prestigiose: dalla Deputazione di Storia Patria per il Friuli e le Venezie all’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Udine, passando per la World Union of Jewish Studies e la Société internationale des historiens de la Méditerranée.
Oltre alla sua attività di ricerca e insegnamento, Ioly Zorattini si distinse per il lavoro organizzativo e associativo. Fondò l’Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo e ne fu presidente dal 2003 al 2009. Come socio fondatore, contribuì alla crescita della disciplina in ambito nazionale, spesso marginale fino a pochi decenni fa. Collaborò all’Istituto Pio Paschini dedicato alla storia della Chiesa in Friuli, mostrando attenzione anche alle relazioni tra Chiesa e comunità ebraiche.
La sua azione mise insieme passione e rigore, costruendo una base solida per gli studi sul giudaismo italiano e creando un archivio interpretativo delle persecuzioni, delle culture e delle identità religiose che hanno segnato la storia europea. La sua opera testimonia un impegno profondo nel recupero di una memoria storica complessa, spesso offuscata da pregiudizi secolari.
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