Il centrodestra italiano resta diviso sulle candidature per le elezioni regionali in programma entro la fine del 2025. Nonostante un incontro durato oltre un’ora e mezza a palazzo chigi, i leader dei principali partiti non hanno trovato un’intesa, soprattutto sul nodo più delicato: la scelta del candidato governatore in veneto. Il confronto si è focalizzato anche sugli sviluppi dei rapporti tra Usa e Ue sui dazi, allontanando temporaneamente la decisione sui prossimi candidati. L’attesa ora si sposta verso un nuovo appuntamento fissato per lunedì, che potrebbe decidere le sorti di diverse regioni italiane in vista del voto.
Il vertice convocato a palazzo chigi ha visto seduti attorno al tavolo giorgia meloni, matteo salvini, antonio tajani e maurizio lupi, ma non hanno sciolto il dilemma sulle candidature regionali. La discussione vera e propria sui nomi è stata posticipata, per lasciare spazio a questioni più ampie come il confronto Usa-Ue sui dazi. Eppure, la questione veneto resta prioritaria nel dibattito tra le forze di centrodestra. Non c’è ancora una proposta condivisa per sostituire luca zaia, governatore uscente che non può ricandidarsi.
La frizione principale si registra tra fratelli d’italia, che punta su raffaele speranzon e luca de carlo, e la lega, che sostiene alberto stefani, candidato visto come erede diretto di zaia, con il suo forte appoggio sul territorio. Forza italia propone invece flavio tosi. Meloni ha espresso con fermezza l’esigenza di decidere a breve: nei corridoi parlamentari si riferisce che abbia detto: “o troviamo un accordo, o decido io”.
Nonostante la volontà di presentare un fronte unito, secondo le ultime dichiarazioni dei protagonisti le divisioni rimangono evidenti. Tajani ha glissato sull’argomento regionali, sottolineando l’intesa generale politica fino alla fine della legislatura ma senza entrare nel dettaglio delle candidature. Salvini, interpellato dai giornalisti, ha scherzato dicendo di candidarsi lui stesso per il veneto, quasi a sdrammatizzare una questione delicata.
Le candidature negli altri territori chiave come campania, toscana, puglia e marche sono al centro di un negoziato ancora in corso. Per la campania emerge un possibile nome, edmondo cirielli di fratelli d’italia, ma la coalizione punta a trovare un candidato civico condiviso. Toscana invece sembra indirizzarsi verso alessandro tomasi, sindaco di pistoia e volto di fratelli d’italia, mentre in puglia si profila la candidatura di mauro d’attis, esponente di forza italia. Nelle marche, invece, francesco acquaroli, sempre di fratelli d’italia, cerca la riconferma.
L’incertezza sul veneto tiene il centrodestra in stand-by, con alcuni leader che guardano a soluzioni alternative. Tra le possibili mosse, già discusse informalmente, c’è quella di coinvolgere luca zaia direttamente a livello governativo per lasciare spazio a un nome condiviso alle regionali. Un’idea che, attenzione, resta più uno spunto che una decisione concreta. Il ministro dell’interno matteo piantedosi potrebbe essere presentato invece come candidato in campania, a condizione che si trovi un accordo complessivo nella coalizione.
La figura di zaia rimane centrale, soprattutto per il suo peso elettorale, stimato attorno al 40-45% in veneto. Il governatore uscente mantiene quindi un ruolo da protagonista, aspettando di giudicare le proposte che arriveranno da roma, sempre contrario a scelte imposte dall’alto. Roberto vannacci, vicesegretario della lega, ha ribadito il valore di zaia, proponendolo come risorsa da collocare in ambiti importanti della pubblica amministrazione.
Le scelte per le regionali, in particolare ovviamente quelle sul veneto, segneranno il passo per la coalizione e definiranno l’assetto politico locale. Ci si aspetta che il nuovo incontro di lunedì indirizzi finalmente le candidature, liberando una situazione che si trascina da settimane e condizionando la strategia elettorale nazionale nel 2025.
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