La tensione tra i lavoratori di Enel distribuzione e l’azienda ha raggiunto livelli critici. Il 20 giugno 2025 è stato convocato uno sciopero generale nazionale, accompagnato da una manifestazione a Roma in piazza Verdi. Le organizzazioni sindacali denunciano condizioni di lavoro pesanti e insostenibili, che compromettono la qualità del servizio pubblico essenziale per il paese.
Condizioni di lavoro e motivi dello sciopero
Negli ultimi mesi, i dipendenti di Enel distribuzione hanno vissuto un aumento significativo dei ritmi lavorativi imposti senza un adeguato supporto. Secondo i sindacati, il carico di lavoro è diventato “massacrante”, generando stress e difficoltà che influiscono pesantemente sulla vita personale dei lavoratori. Questi fattori hanno portato a una situazione di forte malcontento, tanto da far sentire i lavoratori “non più padroni della loro vita”.
L’aumento dei turni e la carenza di personale hanno aggravato la situazione, costringendo a continue riorganizzazioni attraverso ordini di servizio che non migliorano la produttività ma aumentano il disagio. Il blocco sta mettendo a rischio non solo la salute dei dipendenti ma anche la qualità del servizio elettrico, che ricopre un ruolo strategico nell’economia italiana.
La protesta si concentra su queste criticità: i sindacati chiedono un cambio di passo nella gestione aziendale, soprattutto alla luce degli impegni presi dalla società sul Pnrr e sulla proroga delle concessioni, temi che richiedono investimenti adeguati e un organico sufficiente. Senza risposte coerenti, il rischio di peggioramento delle condizioni lavorative e di qualità del servizio diventa concreto.
Ruolo e intervento delle sigle sindacali
La mobilitazione del 20 giugno riguarda un fronte sindacale unito, che riunisce Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil. I rispettivi segretari nazionali, Ilvo Sorrentino, Amedeo Testa e Marco Pantò, hanno preso posizione congiunta denunciando l’aggravarsi delle relazioni industriali all’interno di Enel distribuzione.
Si tratta del terzo sciopero proclamato nei confronti dell’azienda, una novità senza precedenti nello storico delle tensioni tra i sindacati e l’incaricato della distribuzione elettrica. La scelta di organizzare un’azione così significativa nasce dalla volontà di far arrivare forte il dissenso contro scelte aziendali considerate dannose per il benessere dei dipendenti e il funzionamento del servizio.
I segretari insistono sulla necessità di mantenere un dialogo responsabile sul futuro del settore elettrico, che possa bilanciare gli investimenti e le politiche interne con il rispetto per chi opera giornalmente sul territorio. Il segnale è chiaro: la transizione energetica non può tradursi in sacrifici esclusivi per i lavoratori e conseguenze negative per i cittadini.
Manifestazione a roma: obiettivi e svolgimento
La manifestazione in programma venerdì 20 giugno, a partire dalle 10 del mattino in piazza Verdi a Roma, rappresenterà un momento di grande visibilità per le istanze dei lavoratori di Enel distribuzione. La scelta della capitale come luogo simbolico serve a sottolineare l’importanza nazionale delle richieste avanzate.
La protesta si svolgerà in concomitanza con lo sciopero generale indetto dalle sigle sindacali, che coinvolgerà migliaia di dipendenti sparsi in tutta Italia. L’obiettivo è mostrare la compattezza del fronte sindacale e riaffermare la volontà di fermare pratiche aziendali ritenute “arbitrary” e lesive per il benessere del personale.
La manifestazione punterà l’accento sulla necessità di rivedere le strategie di gestione del lavoro e le politiche di investimenti. Le organizzazioni evidenziano come la qualità del servizio e la tutela dei lavoratori siano due facce della stessa medaglia, entrambe fondamentali per il futuro del settore energetico italiano.
Impatti attesi e scenario futuro dopo la protesta
Lo sciopero e la manifestazione del 20 giugno potrebbero segnare un punto di svolta nell’approccio di Enel distribuzione verso la gestione del personale e le relazioni industriali. La protesta rimarca quanto sia urgente affrontare le difficoltà vissute da chi opera sul campo, con una pressione crescente e senza adeguati riconoscimenti.
Il settore elettrico attraversa fasi cruciali con la transizione energetica in corso, ma lo sappiamo che questo processo non può prescindere da condizioni di lavoro dignitose e da un’organizzazione capace di sostenere carichi crescenti senza compromettere la salute e la sicurezza. Se le istanze sindacali verranno accolte, potrebbe aprirsi un confronto più partecipato sulle modalità di lavoro e sugli investimenti necessari.
Se invece persistono scelte aziendali che ignorano queste esigenze, le ricadute potrebbero riguardare non solo i dipendenti ma anche la qualità del servizio erogato ai cittadini e alle imprese. Il clima creato in queste settimane testimonia una profonda frizione, con conseguenze non immediatamente prevedibili sull’equilibrio interno di Enel distribuzione e più in generale nel sistema elettrico nazionale.