Lunedì mattina all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina si è verificata una situazione di disagio che ha coinvolto un uomo di origine tunisina, rifugiato con protezione internazionale. La vicenda è iniziata con un accesso al pronto soccorso e ha richiesto l’intervento delle forze di polizia per sedare una resistenza non comune, che ha creato problemi al personale e agli agenti intervenuti. Andiamo a ricostruire ciò che è successo e i dettagli di questa giornata movimentata.
L’uomo è arrivato al pronto soccorso trasportato da un’ambulanza per una patologia non grave. Dopo alcune ore di osservazione, verso le prime ore della mattina successiva, i medici avevano deciso che poteva essere dimesso senza particolari rischi per la sua salute. Le condizioni cliniche lo permettevano, ma da lì è cominciato un comportamento anomalo.
Nonostante le dimissioni, il tunisino ha rifiutato di uscire dall’ospedale e ha cercato di rientrare dopo aver lasciato l’area del pronto soccorso. Si è diretto verso il bagno posto sul retro, accessibile dal lato secondario dell’edificio. Qui però è successo qualcosa che ha attirato l’attenzione di un addetto alle pulizie. L’uomo non si limitava a lavarsi la faccia o le mani, ma stava usando il lavandino per una vera e propria doccia, che è andata avanti più a lungo del previsto. Il comportamento insolito ha fatto scattare una segnalazione al personale sanitario.
Quando l’addetto ha invitato l’uomo a uscire, la risposta è stata un atteggiamento nervoso e ostile. L’intervento dello staff si è dimostrato insufficiente a risolvere la questione, così è stato chiamato il 112 per ottenere aiuto dalle forze dell’ordine.
All’arrivo della squadra volante della Questura di Latina, l’uomo si trovava ancora nel bagno del pronto soccorso. Non solo continuava a lavarsi, ma aveva iniziato a pulire anche i propri vestiti e le scarpe, un gesto insolito che ha aumentato la preoccupazione del personale presente. Il bagno era uno spazio riservato alle esigenze urgenti dei pazienti e quindi non poteva restare occupato per queste attività prolungate.
Gli agenti hanno chiesto più volte all’uomo di uscire dal bagno. Ha ignorato gli inviti, mostrando un atteggiamento aggressivo che ha complicato le cose. Alla fine, i poliziotti hanno dovuto usare la forza per farlo uscire e l’uomo ha reagito opponendo una forte resistenza.
La lotta tra le pareti strette del bagno ha reso l’intervento particolarmente faticoso. Gli agenti hanno dovuto immobilizzare il tunisino evitando che la tensione degenerasse in violenza fisica contro di loro. Alla fine la situazione si è conclusa senza feriti, ma con la denuncia ai danni dell’uomo.
Dopo aver calmato l’uomo, la polizia lo ha condotto in Questura per completare le procedure di identificazione e verificare la sua posizione sul territorio italiano. Si tratta di un rifugiato regolarmente residente a Latina, con protezione internazionale confermata.
Il comportamento tenuto costituisce un reato di resistenza a pubblico ufficiale, motivo per cui l’uomo è stato denunciato in stato di libertà. Non sono stati segnalati altri capi di imputazione, ma resta alto il livello di tensione attorno a episodi simili, che mettono in difficoltà operatori sanitari e forze dell’ordine.
L’episodio serve a ricordare quanto l’ambiente degli ospedali possa diventare complesso e delicate le dinamiche tra cittadini, operatori e agenti, quando si presentano situazioni di disagio personale e pericolo pubblico.
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