A Ferentino si è attivata una mobilitazione per sostenere Maurizio Cocco, cittadino locale detenuto da oltre due anni in Costa d’Avorio. La comunità ha risposto con una grande partecipazione a una conferenza stampa organizzata per sensibilizzare sull’urgenza della sua liberazione. Una somma di 150.000 euro è richiesta dal tribunale ivoriano come cauzione e la raccolta fondi è stata lanciata con lo scopo di raggiungere questa cifra al più presto.
La conferenza stampa a ferentino e la risposta della comunità
Questa mattina, a Ferentino, ha avuto luogo un incontro pubblico carico di emozione e determinazione. La moglie di Maurizio e i suoi figli erano presenti, insieme ai rappresentanti della parrocchia dei santi Giuseppe e Ambrogio, al dottor Guglielmo Cialone, al professor Biagio Caciola e a molte persone vicine a Maurizio. L’incontro si è trasformato in un momento di coesione forte.
Il parroco Wilfrid Bikouta ha richiamato l’attenzione sui rischi e sulle difficoltà di questa vicenda, definita dalla famiglia “insostenibile” a causa delle condizioni di salute e detenzione di Maurizio. Non è più possibile sostenere questa lotta negli spazi domestici: serve un impegno collettivo, ha detto il sacerdote, per mettere in moto le risorse necessarie a liberare Maurizio. Tale evento ha acceso i riflettori sull’impegno solidale della cittadinanza, andando oltre la semplice attenzione verso un caso personale.
Il messaggio lanciato è un appello rivolto a ogni livello sociale, per un coinvolgimento che vada al di là del privato. La solidarietà, secondo padre Wilfrid, non può restare confinata nell’ambito familiare o parrocchiale, serve una risposta più ampia e concreta.
Le condizioni di maurizio cocco in detenzione: una situazione difficile
Il caso di Maurizio Cocco è drammatico. Da oltre due anni si trova in carcere ad Abidjan, con condizioni di salute peggiorate. La detenzione pesa sulla sua salute fisica e mentale, aggravando una malattia che lo indebolisce ulteriormente. I familiari descrivono la situazione come grave e preoccupante.
La distanza geografica rende il sostegno ancora più difficile. La famiglia lotta contro il tempo e le difficoltà burocratiche, mentre la salute di Maurizio richiede interventi urgenti e un ambiente meno ostile. Il comitato di sostegno si impegna a portare avanti ogni sforzo necessario per garantire il suo ritorno in Italia.
Il quadro mostrato da medici e rappresentanti della comunità indica la necessità immediata di una soluzione che eviti il peggioramento di una condizione già critica. La carcerazione prolungata, in un contesto straniero, ha creato un isolamento dal quale la famiglia vuole estrarre Maurizio al più presto.
La raccolta fondi per la cauzione: come donare e chi sostiene l’iniziativa
La cifra richiesta dal tribunale ivoriano per la cauzione è pari a 150.000 euro, una somma considerevole e che al momento non è stata ancora raggiunta. La campagna è coordinata dal dottor Guglielmo Cialone e ha trovato appoggio anche nella Banca Centro Lazio, impegnata accanto ad amici e donatori.
Il versamento può avvenire tramite bonifico all’intestatario Cocco Alessandro, codice IBAN IT65 G 08716 74442 000020117423. Alle donazioni private si affianca il coinvolgimento di associazioni e realtà locali invitate a moltiplicare l’impatto dell’azione.
I promotori evidenziano come il supporto economico sia imprescindibile per varcare questa fase decisiva. Senza la cauzione, il rilascio sembra complicarsi ulteriormente. Lo sforzo congiunto della comunità, del mondo ecclesiastico e delle istituzioni locali mira a far convergere attenzione e risorse su questa priorità.
L’iniziativa attorno a Maurizio crea un esempio concreto di mobilitazione civica, in cui la raccolta fondi diventa strumento pratico per restituire dignità e libertà a un uomo fermo in un percorso travagliato. Il coinvolgimento resta aperto a tutti coloro che vogliano contribuire con qualsiasi importo.
L’urgenza del ritorno in italia e le prospettive future
Maurizio è un cittadino italiano che da troppo tempo si trova lontano dalla famiglia e dalla comunità. Il suo rientro non è solo un desiderio emotivo ma un bisogno vitale, per assicurargli cure adeguate e condizioni di vita compatibili con la sua malattia.
La speranza è che questa mobilitazione possa dare un’accelerazione alle procedure, perché il tempo gioca contro di lui. La pressione internazionale e la visibilità conquistata dall’appello potrebbero influenzare anche le autorità ivoriane sulle possibilità di ridurre la sua detenzione.
La vicenda evidenzia un caso complicato di giustizia internazionale e di diritti umani che richiede attenzione concreta. Il percorso per la libertà di Maurizio passa anche da Ferentino, dove molte persone stanno facendo rete per un solo scopo: vederlo tornare a casa.
L’attenzione rimane alta e la chiamata al gesto solidale aperta. Ogni contributo diretto o indiretto sarà decisivo in queste settimane delicate. Sarà il prolungarsi di questa raccolta a raccontare quanto la comunità saprà concretamente sostenere un proprio concittadino lontano, in difficoltà.