L’indagine “Luna Viola” ha fatto emergere un presunto sistema di favori e corruzione legato ai corsi TFA presso l’università di cassino. Dopo mesi di misura cautelare, anche giancarlo baglione, imprenditore di sora, ha ottenuto la revoca dei domiciliari. Questo passo segna un momento cruciale nell’evoluzione dell’indagine che coinvolge funzionari e docenti dell’ateneo.
Revoca dei domiciliari: il caso di giancarlo baglione
Ieri il legale di giancarlo baglione, l’avvocato giuseppe marino, ha annunciato la fine della misura restrittiva dei domiciliari per il suo assistito. Baglione era uno dei protagonisti al centro dell’inchiesta coordinata dalla procura della repubblica, che da tempo segue il filone investigativo riguardante presunte irregolarità nei percorsi di abilitazione alla professione docente. Con la sua scarcerazione si conclude un’importante fase del procedimento per i quattro indagati, tutti coinvolti per ipotesi di corruzione e truffa aggravata.
La decisione del tribunale di revocare la misura cautelare arriva dopo un’accurata valutazione degli elementi raccolti fino a oggi. Baglione, imprenditore contattato per presunti accordi illeciti nell’ambito degli esami, ritorna così libero in attesa delle successive udienze. La conclusione del periodo di restrizione testimonia un cambiamento nel quadro giudiziario, senza cancellare la gravità dei fatti contestati.
I protagonisti dell’inchiesta e le accuse che gravano su di loro
L’inchiesta ha coinvolto, oltre a giancarlo baglione, anche massimiliano mignanelli, già a capo dell’area risorse umane dell’università di cassino, e i professori diletta chiusaroli e giovanni arduini, entrambi docenti dell’ateneo. Le accuse principali riguardano la corruzione, la truffa aggravata e la rivelazione di segreti d’ufficio, ipotesi formulata dalla procura sulla base delle prove raccolte dalla guardia di finanza.
Presunto meccanismo illecito nei corsi tfa
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i quattro avrebbero ideato un meccanismo destinato a influenzare l’esito delle prove d’esame per i corsi TFA, essenziali per l’abilitazione all’insegnamento. Le prove di questi esami sarebbero state anticipate e consegnate ad una cerchia ristretta di candidati in cambio di compensi che, in alcuni casi, erano molto elevati, superando i 15.000 euro.
Massimiliano mignanelli, indicato dagli investigatori come un collegamento chiave tra l’università e l’ente di formazione, si difende assistito dagli avvocati sandro salera e pasquale cardillo cupo. I due docenti, chiusaroli e arduini, rappresentati dall’avvocato adriano nardozi, avevano già ottenuto la revoca delle misure cautelari qualche tempo fa. L’interrogatorio di garanzia ha permesso a mignanelli di tornare libero, mentre baglione si è aggiunto a questo gruppo soltanto recentemente.
Sviluppo delle indagini e processi in corso
Il procedimento penale continua a svilupparsi, con numerosi documenti acquisiti che gli investigatori stanno esaminando nei dettagli. Le chat, le conversazioni intercettate e gli scambi di messaggi compongono un puzzle complesso di contatti e presunte relazioni illecite tra le parti coinvolte. L’attenzione degli inquirenti si concentra nel chiarire la portata e le modalità del sistema che avrebbe pilotato le prove degli esami.
Le attività investigative sono volte anche a ricostruire i ruoli precisi di ogni indagato e la natura dei favori scambiati. La procura intende dimostrare l’esistenza di un accordo stabile finalizzato a facilitare il superamento degli esami da parte di alcuni candidati selezionati e disposti a pagare somme ingenti.
Le prossime fasi del processo chiariranno se ci saranno ulteriori sviluppi per i quattro indagati, mentre l’università di cassino segue con attenzione l’evolversi della vicenda, che ha scosso l’ateneo e l’intera comunità locale.