A latina, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2025, una banda specializzata ha violato il market Carrefour di via del Lido riuscendo a portare via la cassaforte con gli incassi del fine settimana. L’episodio ha destato scalpore soprattutto per la modalità del colpo, che ha combinato forza bruta e tecnologia per neutralizzare il sistema di sicurezza. Le indagini sono in corso dopo l’intervento delle forze dell’ordine e della polizia scientifica.
La dinamica del furto e l’uso del furgone come ariete
Intorno alle 2:30 di notte, tre o quattro malviventi con il volto coperto si sono introdotti nel market Carrefour a latina. Hanno rubato un furgone, che hanno usato come un ariete per abbattere la saracinesca e la porta d’ingresso del negozio, un’azione che ha ridotto in pochi secondi le barriere fisiche. Dopo aver fatto irruzione, hanno legato la cassaforte con una fune trascinandola fuori. Il bottino conteneva l’intero incasso del fine settimana, un valore che le autorità naturalmente non hanno ancora reso pubblico.
Rapidità e organizzazione del colpo
Il colpo si è svolto in modo rapido, senza che qualcuno degli abitanti o passanti intervenisse, facilitando così la fuga dei ladri. Questo indica un certo grado di organizzazione e conoscenza preventiva degli orari e degli spostamenti nella zona. I ladri hanno mostrato di preferire metodi semplici ma decisivi, puntando più sulla forza fisica e l’impatto diretto, senza dimenticare però strumenti che impedissero di lanciare allarmi.
Tecnologia e dispositivi per disattivare gli antifurti: la presenza dei jammer
Non è sfuggito agli inquirenti l’uso probabile di jammer, cioè dispositivi in grado di disturbare o bloccare i segnali radio utilizzati dagli antifurti. Il sistema di allarme del Carrefour non ha trasmesso alcun segnale alla sala operativa durante il furto. Questo dettaglio ha fatto comprendere agli investigatori che i ladri si erano attrezzati per neutralizzare ogni possibile avviso sonoro o remoto.
Silenzio e complicità involontaria
L’assenza di allarme in sala non significa che in zona non si sia sentito qualche suono. Alcuni residenti hanno riferito di aver udito suoni sospetti, ma nessuno ha reagito o ha allertato la polizia. Questo silenzio ha contribuito a rendere più semplice il colpo, lasciando libero il gruppo di agire indisturbato. L’uso di jammer in crimini come questo segnala un interesse crescente per strumenti tecnici capaci di bypassare le misure di sicurezza tradizionali.
Mancata reazione della comunità e segnalazione tardiva dell’accaduto
Nonostante la presenza di rumori e movimenti sospetti nella zona, pare che nessuno abbia chiamato le forze dell’ordine durante il furto. Le persone presenti non hanno segnalato l’intrusione, un fatto che permette di riflettere sulle responsabilità civiche e sulla percezione di sicurezza nel quartiere. L’episodio dimostra quanto possa influire la mancata collaborazione del pubblico nel contrasto ai reati.
Una guardia giurata dell’istituto Securitas Metronotte, durante un normale giro di perlustrazione, ha notato i danni all’ingresso verso le 4 del mattino. L’agente ha avvisato subito il 112. Sono allora giunti i poliziotti della Squadra Volante per i controlli e la polizia scientifica ha avviato un sopralluogo per cercare tracce e prove utili a individuare i responsabili.
Indagini e ricerca di prove
Gli inquirenti hanno il compito di recuperare ogni indizio lasciato sulla scena e di ricostruire il modo in cui la banda ha organizzato e realizzato il colpo. La certezza della presenza di strumenti tecnologici come i jammer apre nuove piste investigative, soprattutto riguardo alla provenienza e all’uso di questi dispositivi nella criminalità locale. Anche il ruolo della comunità resta sotto la lente, visto che una chiamata tempestiva avrebbe potuto impedire il furto o far arrestare i ladri sul posto.