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Gli archivi e le biblioteche di napoli si aprono per i 2500 anni della città con documenti storici inediti

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Napoli celebra i suoi 2500 anni di storia aprendo al pubblico archivi e biblioteche rare. Un’iniziativa culturale che permette a cittadini e turisti di scoprire documenti unici e volumi antichi custoditi nel cuore della città. Il progetto, attivo fino al 31 dicembre 2025, offre un viaggio nel tempo attraverso i secoli di Napoli, rivelando tracce storiche mai viste prima.

Il progetto ‘mischiamo le carte’ e la collaborazione tra istituzioni

La città ha avviato ‘Mischiamo le carte‘, un percorso espositivo che riunisce 13 tra archivi, biblioteche e fondazioni napoletane. Questi istituti aprono le loro porte mostrando documenti selezionati, spesso esposti per la prima volta, per raccontare la storia cittadina dal XIV al XX secolo. L’iniziativa nasce dalla sinergia tra il Comune di Napoli, l’organizzazione Napoli 2500 e il Polo del Miglio della Memoria, con la direzione della soprintendenza archivistica guidata da Gabriele Capone e la supervisione artistica di Laura Valente.

Le istituzioni impegnate nel progetto fanno parte del Miglio della Memoria, un gruppo di enti culturali che si impegnano a valorizzare il patrimonio storico del centro antico di Napoli, in un’area che comprende i tre decumani dell’antica Neapolis. Questo protocollo d’intesa, sostenuto ufficialmente dal Comune, consente di portare alla luce documenti che raccontano le vicende urbane e culturali, spesso conservati in archivi poco accessibili.

Un percorso storico tra manoscritti, mappe e musica

Le sedi coinvolte propongono un itinerario che attraversa l’antica Neapolis, offrendo visite guidate da personale esperto. Qui si possono ammirare testi rarissimi, mappe storiche e composizioni musicali di grande valore. Tra i pezzi esposti spicca il manoscritto più antico della Commedia di Dante, conservato nella Biblioteca dei Girolamini. Il testo, miniato e corredato di annotazioni in napoletano volgare, risale alla metà del XIV secolo e offre una lettura locale del capolavoro dantesco.

Un’altra testimonianza rilevante è la mappa della città del 1566, custodita alla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, che documenta l’urbanistica e la topografia di Napoli nel periodo cinquecentesco. Infine, per gli appassionati di musica c’è il Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, l’unico quartetto da camera composto dal maestro. Questo autografo, con la scritta “saldato!“, indica il dono del compositore al Conservatorio di San Pietro a Majella e rappresenta un documento prezioso della storia musicale locale.

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La valorizzazione dei luoghi e il restauro degli archivi comunali

Laura Valente, direttrice artistica di Napoli 2500, ha spiegato che l’iniziativa trasforma la memoria custodita negli archivi in una narrazione vivente. Gli archivi diventano così non solo contenitori di documenti, ma spazi attivi in cui i visitatori possono confrontarsi con la storia della città. L’evento intende valorizzare non solo i testi, ma anche i luoghi stessi, spesso nascosti o riservati al lavoro degli studiosi.

Lavori di restauro e conservazione

Accanto a questo progetto, è stato presentato anche il lavoro di recupero dell’Archivio Storico del Comune di Napoli, che per anni ha rischiato il degrado nelle sedi di San Lorenzo e Torre di Guardia. Gabriele Capone, soprintendente archivistico, ha ricordato che questo archivio è fondamentale per lo studio della storia cittadina. Nei prossimi mesi sono previsti lavori anche sugli archivi di Pontenuovo e dell’Annunziata, per garantire una migliore conservazione e accessibilità al pubblico e agli studiosi.

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