Le scuole paritarie dell’infanzia in Italia ricevono un importante sostegno con il nuovo stanziamento previsto dal governo nella legge di bilancio 2025. La decisione arriva dopo anni di richieste da parte della FISM, la federazione che rappresenta migliaia di realtà educative presenti su tutto il territorio nazionale. Questo intervento punta a sostenere istituti frequentati da centinaia di migliaia di bambini e a tutelare posti di lavoro nel settore educativo.
La federazione italiana scuole materne raggruppa quasi novemila scuole paritarie non profit in Italia. Queste scuole rappresentano un pezzo significativo del sistema educativo per l’infanzia, accogliendo quasi mezzo milione di bambini ogni anno. Nel campo lavorano oltre quaranta mila persone tra insegnanti, educatori, personale di supporto e volontari. In diversi casi, le scuole associate hanno già scelto di entrare a far parte del terzo settore.
L’attività della FISM non si limita alla rappresentanza: è un punto di riferimento per la difesa del diritto alla scelta educativa da parte delle famiglie italiane. Il modello delle scuole paritarie si inserisce nel quadro di un sistema pubblico integrato, che comprende scuole statali ed enti locali, ideale previsto dalla legge sulla parità scolastica del 2000 ma spesso trascurato nei fatti.
Il governo ha destinato quarantacinque milioni di euro per l’anno finanziario 2025, risorse inserite nel disegno di legge sull’assestamento del bilancio dello stato che sarà discusso al senato entro la fine del mese. Questa cifra rappresenta un incremento necessario negli stanziamenti per i contributi a favore delle scuole paritarie dell’infanzia. La mossa è arrivata dopo una lunga fase di pressione da parte dei rappresentanti della FISM e altre organizzazioni simili.
L’importanza di questa somma va oltre il mero valore economico. Serve a contenere la grave crisi che negli ultimi due anni ha causato la chiusura di più di trecentocinquanta scuole in tutto il paese. Le ragioni di queste chiusure sono legate alla mancanza di fondi sufficienti e al peso delle spese di gestione in un contesto di difficoltà economiche generali. Questi istituti sono spesso situati in contesti territoriali sensibili e svolgono un ruolo cruciale nell’offerta educativa e sociale.
La legge Berlinguer del 2000, che sancisce ufficialmente il principio del sistema integrato pubblico, riconosce le scuole paritarie come parte essenziale della rete educativa italiana. Questa normativa dovrebbe garantire equità nei finanziamenti e nelle possibilità operative tra scuole statali e paritarie. In realtà, la sua applicazione rimane parziale e in molte regioni persistono differenze e lacune che mettono a rischio la continuità delle attività delle scuole.
Negli ultimi mesi, la FISM ha organizzato convegni e incontri per discutere i risultati e le criticità di questa legge a 25 anni dalla sua entrata in vigore. Le difficoltà di attuazione si riflettono nelle politiche di sostegno e contribuiscono a un clima di insicurezza tra i gestori e le famiglie. Molte associazioni chiedono un cambio deciso, affinché si rifletta su una distribuzione più equa delle risorse e un riconoscimento effettivo del valore educativo delle scuole paritarie.
Luca Iemmi, presidente nazionale della FISM, ha espresso la preoccupazione per la caduta del numero di scuole e ha accolto con favore il recente stanziamento. “Gli interventi economici rappresentano solo un primo passo verso il pieno riconoscimento delle scuole paritarie.” Il presidente ha inoltre ribadito l’importanza di garantire ai gestori condizioni stabili per perseguire la loro missione educativa.
Iemmi ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di permettere alle famiglie di scegliere liberamente il percorso scolastico dei loro figli. Questo aspetto è alla base della filosofia delle scuole paritarie, che completano e arricchiscono la proposta dell’istruzione pubblica. Nel 2025, il dibattito si concentra quindi sul superamento degli ostacoli burocratici e finanziari, per assicurare continuità a migliaia di scuole e migliaia di posti di lavoro legati al mondo dell’educazione infantile.
Alla vigilia della discussione parlamentare, la FISM e i suoi aderenti monitorano con attenzione l’evoluzione della norma. “L’auspicio è che il governo mantenga l’impegno preso e che i fondi vengano spesi con rapidità e trasparenza, per evitare altri casi di chiusure e garantire un’offerta educativa ampia e di qualità su tutto il territorio nazionale.”
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