L’estate 2025 porta una serie di mostre importanti in diverse città italiane, che dal 18 luglio fino a fine settembre raccontano storie diverse con fotografie, pitture, installazioni e dialoghi internazionali. Le esposizioni vedono coinvolti maestri noti, artisti contemporanei e la collaborazione tra Oriente e Occidente, con eventi in luoghi prestigiosi come la Mole Vanvitelliana ad Ancona, Palazzo Reale a Milano e la Galleria Nazionale Moderna e Contemporanea di Roma.
Dal 18 luglio al 30 settembre, la Mole Vanvitelliana ospita una grande antologica dedicata a giorgio cutini, intitolata “canto delle stagioni”. La rassegna è a cura di gabriele perretta e propone più di 200 fotografie, molte delle quali mai esposte prima al pubblico. La mostra è divisa in sezioni tematiche che mettono in luce le serie di immagini che rappresentano il tratto distintivo di cutini nel panorama fotografico italiano.
L’esposizione non si limita a mostrare semplicemente le opere, ma invita a comprendere il contesto in cui sono nate. Le fotografie rivelano infatti un equilibrio tra intuizione artistica e riflessione concettuale, elementi che segnano il percorso dell’autore. Sono presenti immagini che raccontano il fluire del tempo e della natura, lavorate con tecniche che valorizzano dettagli e atmosfere legate alle varie stagioni.
In termini di scenografia, le opere sono distribuite per accompagnare il visitatore in un viaggio visivo che segue la visione del fotografo, creando un dialogo diretto con chi osserva, senza sovrapposizioni cronologiche ma piuttosto un intreccio emozionale. Questo approccio permette di cogliere pienamente le sfumature tematiche e tecniche che caratterizzano la produzione artistica di cutini.
Milano offre un’occasione unica per ammirare una raccolta di opere di remo salvadori, uno degli artisti contemporanei più noti in Italia. La mostra si tiene a Palazzo Reale dal 16 luglio al 14 settembre, con ingresso gratuito. Curata da elena tettamanti e antonella soldaini, questa retrospettiva presenta oltre cinquanta pezzi che coprono diversi momenti del lavoro di salvadori, ma con un allestimento che rompe le tradizionali logiche cronologiche.
La particolarità di questo progetto è che l’esposizione nasce da un’idea condivisa tra artista e curatrici per mettere in relazione l’opera con lo spazio e con la presenza dei visitatori. Le opere si influenzano a vicenda, generando un’esperienza immersiva e coinvolgente. Accanto alla mostra principale, ci sono due installazioni al Museo del Novecento, sempre a Milano, e un intervento site-specific nella chiesa di San Gottardo in Corte, visibile dal 18 luglio al 31 agosto.
Questa formula permette agli spettatori di esplorare l’arte di salvadori in modo diretto, riconoscendone le tensioni e la profondità concettuale che ha accompagnato la sua carriera. L’uso degli spazi urbani aggiunge un ulteriore livello di lettura, rendendo l’intervento artistico parte integrante dell’ambiente cittadino.
Roma si fa scenario di uno scambio artistico tra Oriente e Occidente con la mostra “2025 east and west: international dialogue exhibition – from shanghai to rome” che si svolge dal 15 luglio al 14 settembre alla Galleria Nazionale Moderna e Contemporanea . L’esposizione, curata da gabriele simongini e zhang xiaoling, presenta oltre settanta opere di quarantasette artisti.
L’evento evidenzia il confronto tra artisti cinesi di shanghai e grandi nomi della collezione storica italiana, come giacomo balla, umberto boccioni, amedeo modigliani, carlo carrà, giorgio de chirico e altri. Questi ultimi sono considerati riferimenti fondanti dell’arte europea e insieme rappresentano diversi filoni e movimenti, dal futurismo al metafisico, fino all’arte concreta e oltre.
Mentre l’arte italiana dialoga con quella cinese, si crea un incrocio di influenze che racconta le trasformazioni sociali e culturali di entrambi i luoghi. I visitatori possono così confrontare le tecniche, i linguaggi e i temi trattati, andando oltre i confini nazionali per accompagnare un racconto collettivo sull’arte moderna e contemporanea.
Sempre a Roma, dal 18 luglio al 28 settembre, Palazzo Merulana presenta “echi del tempo”, mostra personale dell’artista cinese zhang xiaotao, a cura di andrea romoli barberini. Il percorso espositivo unisce pittura tradizionale e animazione digitale e si concentra su concetti come tempo, spazio, natura e spiritualità, mettendo a fuoco la condizione umana.
L’artista esplora anche le ferite e le paure che segnano il presente, toccando nevrosi e traumi collettivi. Le opere funzionano come un’indagine su un mondo in mutazione, in cui il passato, il presente e il futuro si incrociano in rappresentazioni che coinvolgono lo spettatore a livello emotivo e riflessivo.
Il confronto tra media tradizionali e nuovi supporti digitali crea un’atmosfera unica per esprimere questi temi, affacciandosi su un orizzonte spesso oscuro ma denso di domande sulla realtà contemporanea. La mostra offre dunque uno spazio di ascolto e visione aperto a diversi livelli di interpretazione.
Al BAC Bellano Arte Cultura, a Bellano in provincia di Lecco, arriva “uroboro”, la mostra di marina apollonio aperta dal 2025 fino all’autunno. Il titolo si riferisce al simbolo del serpente che si morde la coda, immagine antica legata all’idea di ciclicità e rigenerazione continua.
L’esposizione comprende due grandi installazioni site-specific: “dinamica circolare”, un’opera che misura quattro metri e mezzo di diametro, e “ellisse prospettica” alta due metri. Queste sono distribuite tra il Museo Giancarlo Vitali e lo spazio di San Nicolao Arte Contemporanea, creando un dialogo con la collezione permanente del primo.
Le sculture richiamano infatti l’interconnessione tra vita, morte e rinascita, temi centrali nell’opera di apollonio. Le forme e le dimensioni imponenti spingono il visitatore a muoversi intorno e dentro le opere, per percepire il senso di un tempo che si autoalimenta, senza interruzioni.
Dal 19 luglio fino al 12 ottobre, Palazzo Parasi a Cannobio ospita la personale di aldo spoldi intitolata “la molla del carillon di essere e tempo”, curata da loredana parmesani. La mostra presenta uno studio originale sul lavoro dell’artista dal 1966 in poi, ripercorrendo le sue tappe artistiche tramite il proprio archivio.
Spoldi trasforma il materiale raccolto in un dispositivo simile a un carillon, dove i ricordi e le immagini si succedono come una molla che si arrotola e si srotola nel tempo e nello spazio. La rassegna propone una retrospettiva che va dal 1967 al 1980, fino al 1999 e più indietro ancora, in anni meno esplorati.
Gli spettatori sono invitati a seguire l’evoluzione artistica che spesso si muove tra materiali, forme e tecniche diverse, con un’attenzione particolare al rapporto tra memoria e percezione. La mostra svela così un complesso percorso di riflessione sull’essere e sulla temporalità che attraversa l’intera carriera di spoldi.
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