Guido Angelozzi ha ufficializzato il suo addio al Frosinone, dove ha ricoperto la carica di direttore sportivo per cinque stagioni. Il dirigente ha scelto di accettare una nuova sfida a Cagliari, segnando così la fine di un capitolo importante nella sua carriera e in quella del club ciociaro. Le sue parole d’addio raccontano un legame profondo con la squadra, la città e tutte le persone con cui ha collaborato negli anni.
Un punto fermo nelle parole di Angelozzi è stato l’apprezzamento per il presidente Maurizio Stirpe e la sua famiglia. Il dirigente ha ricordato come sin dall’inizio si sia sentito accolto “come un fratello”, un sentimento raro in ambienti professionali che si basano spesso solo su rapporti di lavoro. Quel calore umano ha rafforzato il legame con la società e con il territorio. La Ciociaria, terra ricca di tradizioni e accoglienza, è diventata per Angelozzi una seconda casa. Il rapporto di fiducia costruito ha creato una base forte per collaborazioni importanti, partite da un rispetto reciproco che ha toccato anche la sfera personale.
Non solo il presidente, ma anche altri protagonisti all’interno del Frosinone hanno accompagnato Angelozzi in questo viaggio. Tra loro c’è Rosario Zoino, definito un punto di riferimento costante, con un legame fondato su sincerità e collaborazione. E poi Piero Doronzo, compagno di viaggio e amico, con cui sono state condivise battaglie dentro e fuori dal campo. Angelozzi ha messo in evidenza questi legami umani e professionali evidenziando l’importanza di lavorare con persone fidate, con le quali si possa attraversare insieme ogni scelta e difficoltà, creando un clima di lavoro basato sulla lealtà.
Durante il suo mandato al Frosinone, Guido Angelozzi ha vissuto un percorso intenso tra vittorie e contrasti. Cinque stagioni ricche di emozioni, caratterizzate da momenti di gloria ma anche da sfide difficili. Ha guidato la direzione sportiva con passione e dedizione, mettendo sempre al centro la squadra e la comunità che la sostiene. In quei cinque anni il club ha ottenuto traguardi importanti, ma anche imparato a gestire le difficoltà con tenacia. Angelozzi ha sottolineato come il gruppo abbia sempre reagito insieme, vivendo le stagioni con sudore e orgoglio, elementi fondamentali per costruire un’identità solida.
Un pensiero particolare è andato poi a tutti i dipendenti del Frosinone, definiti persone straordinarie che lavorano con passione ogni giorno per portare avanti la società. Angelozzi ha parlato del club come di una vera famiglia, grazie alla dedizione di chi lavora dietro le quinte. Ha ringraziato anche i giornalisti e gli addetti ai lavori, che hanno mantenuto sempre un atteggiamento rispettoso e attento nei confronti della squadra. L’ambiente di collaborazione costruito con loro ha rappresentato un elemento importante nel percorso del club. Infine, ha ringraziato tifosi, città e ambiente, sottolineando come si sia sentito un ciociaro “doc” nonostante venga da lontano. Quel legame con la piazza ha superato ogni risultato ottenuto, diventando il vero patrimonio di questi anni.
Le parole di Guido Angelozzi chiudono un capitolo e allo stesso tempo aprono una nuova fase della sua carriera. Il saluto al Frosinone è denso di riconoscenza e affetto, con la promessa che i legami creati non si interromperanno. Angelozzi non si limita a dire addio, ma parla di un arrivederci, suggerendo che la sua storia con la città e la squadra conserverà sempre un posto speciale nel suo percorso personale e professionale. La sua partenza per Cagliari rappresenta l’avvio di un nuovo cammino, ma il ricordo di questi cinque anni resterà un’ispirazione per chi ha seguito da vicino la sua esperienza nel calcio ciociaro.
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