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I socialisti lanciano l’allarme sul futuro della sanità pubblica nella provincia di Frosinone tra tagli e trasferimenti

La sanità nella provincia di Frosinone è al centro di un acceso dibattito dopo le critiche arrivate dal Partito Socialista Italiano . La preoccupazione riguarda in particolare la situazione dell’ospedale Spaziani e dei servizi di emodinamica, cardiologia, ortopedia e altri reparti chiave. I vertici del PSI regionale e provinciale sollevano dubbi sulle garanzie fornite dal direttore generale della ASL locale e sulle prospettive di mantenimento dei livelli di assistenza. In questo contesto emergono anche timori legati al possibile spostamento del direttore generale, appena insediato lo scorso aprile, a un’altra struttura sanitaria del Lazio, aumentando così l’incertezza sulla tenuta della sanità pubblica nella zona.

Le criticità dell’emodinamica e cardiologia a Frosinone

Il fulcro della preoccupazione del PSI riguarda il reparto di emodinamica h24 dell’ospedale Spaziani, ritenuto fondamentale per il trattamento delle emergenze cardiovascolari. Il Direttore Generale della ASL di Frosinone ha fornito rassicurazioni ufficiali in merito al mantenimento del servizio, ma queste sono state giudicate insufficienti dai socialisti. Il nodo principale è rappresentato dal fatto che il dottor Di Ruzza, a capo della UOC cardiologia UTIC emodinamica, ha garantito la sua presenza solo fino al 15 settembre 2025. Tale scadenza apre scenari incerti sulla continuità del reparto che, insieme all’unità cardiologica, svolge un ruolo vitale per la salute dei cittadini della provincia.

Una situazione delicata per la salute pubblica

Ciò evidenzia una situazione precaria, in cui la mancata stabilità della dirigenza potrebbe compromettere il pieno funzionamento di un servizio essenziale. La carenza di personale qualificato in un settore ad alta specializzazione si riflette direttamente sulla capacità di rispondere tempestivamente alle emergenze, soprattutto in un territorio con una popolazione esposta a malattie cardiovascolari. L’allarme del PSI è quindi indirizzato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità regionali sulla necessità di interventi concreti per garantire la continuità e il potenziamento di questi reparti.

Il ridimensionamento dell’ortopedia e la rilevanza per i DEA

Un altro aspetto che i socialisti richiamano è la scomparsa dell’unità operativa complessa di ortopedia dall’ospedale Spaziani. Questa mancanza rappresenta una grave lacuna organizzativa, dato che la presenza di reparti di ortopedia è un requisito fondamentale per la classificazione dei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione . I DEA di primo e secondo livello devono infatti includere strutture autonome e specializzate, tra cui ortopedia, cardiologia e chirurgia generale, per garantire cure efficaci e immediate.

Le conseguenze della mancanza di ortopedia

Secondo la definizione ufficiale dei DEA, senza l’ortopedia l’ospedale non può nemmeno essere considerato di primo livello, figuriamoci puntare a un riconoscimento di livello superiore. La carenza di questo reparto non si limita a un problema organizzativo ma ha implicazioni dirette sul tipo di assistenza che si può offrire, sui tempi di risposta e sulla gestione delle patologie traumatiche e degenerative. In un contesto dove la mobilità verso strutture sanitarie più avanzate può essere complicata, questa situazione rischia di penalizzare fortemente i pazienti della provincia, costretti a spostamenti più lunghi per interventi anche urgenti.

Ulteriori segnali di crisi nei reparti e nei pronto soccorso

Oltre ai problemi già segnalati, il PSI fa notare altre criticità che emergono nel sistema sanitario locale. Vengono denunciati il rischio di chiusura del reparto di Malattie Infettive e un evidente ridimensionamento delle attività di Urologia. Questi tagli rappresentano una compressione dell’offerta sanitaria che va oltre i settori più famosi come cardiologia e ortopedia, coinvolgendo branche fondamentali per la cura e la prevenzione di patologie importanti.

Le condizioni difficili dei pronto soccorso, pur supportati dall’impegno del personale medico e paramedico, sono un segno tangibile dello stress cui è sottoposto l’intero ospedale. Il sovraffollamento, la carenza di risorse e personale creano un ambiente dove le emergenze rischiano di essere gestite con ritardi o in modo meno efficace. Questa situazione incide sulla qualità del servizio offerto ai cittadini e mette in luce le fragilità della gestione sanitaria nella provincia.

L’incertezza sul futuro della dirigenza e le ombre sulle scelte politiche

La nota dei socialisti sottolinea anche la questione del possibile trasferimento del direttore generale Luigi Cavaliere, arrivato a Frosinone solo l’1 aprile 2025, a un’altra ASL del Lazio. Si parla di un trasferimento verso Tor Vergata, in seguito alla rimozione della commissaria della struttura romana. Questo elemento aumenterebbe il senso di instabilità in un sistema già sotto pressione.

Instabilità e riflessi sulla sanità locale

La permanenza di leadership stabile è un elemento chiave per programmare interventi, rispondere alle emergenze e gestire il personale e i reparti. Un cambio così rapido di vertici amministrativi può interrompere qualsiasi piano in corso e rallentare le decisioni urgenti. I socialisti ritengono che dietro questi avvicendamenti e tagli ci sia un disegno politico che porta al ridimensionamento progressivo della sanità pubblica nella provincia di Frosinone, fatto che rischia di allontanare il diritto a cure tempestive e di qualità per la popolazione locale.

Paolo Ludovichi

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