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Il calo del fatturato del childrenswear made in italy nel 2024 e l’andamento dell’export

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Il settore della moda junior made in Italy ha registrato nel 2024 una contrazione del fatturato, risentendo delle tensioni che hanno colpito l’intero comparto tessile e dell’abbigliamento. Dai dati ufficiali emergono segnali contrastanti tra produzione interna, esportazioni e importazioni. Le performance variano anche in base al tipo di prodotto e ai mercati di riferimento. Questi elementi costituiscono il quadro di riferimento alla vigilia di pitti bimbo 101, importante appuntamento fieristico per la moda bambini previsto a Firenze nel giugno 2025.

Il fatturato della moda junior made in italy in calo nel 2024

Nel 2024 il childrenswear made in Italy ha subito un ribasso del fatturato pari al 2,1%, attestandosi a 3,1 miliardi di euro. Lo stesso valore della produzione ha mostrato un segno negativo più marcato, con una diminuzione del 3% rispetto all’anno precedente. Il dato è stato reso noto dall’ufficio studi economici e statistici di Confindustria Moda, che ha monitorato con attenzione l’andamento di questo settore specifico. Un confronto con gli anni precedenti dimostra come questo segmento abbia risentito di ritardi nei consumi e di difficoltà di mercato, confermando una fase di ridimensionamento dopo il periodo di crescita accompagnato dalla ripresa post pandemia.

Contesto economico e produttivo

Il calo del fatturato è legato a un contesto di domanda interna più debole e a un’offerta che fatica a ritrovare slancio, con produzioni sottodimensionate e una contrazione generale degli investimenti. Questo andamento si riflette su tutte le fasi del ciclo produttivo, dalle materie prime fino alle vendite al dettaglio, accentuando le sfide che il comparto moda junior si trova a dover affrontare nel 2025.

Esportazioni e importazioni: dinamiche divergenti nel commercio estero

L’export del settore childrenswear ha registrato una variazione minima, limitata a un +0,3%, ragguagliando circa 1,5 miliardi di euro di vendite oltreconfine. Pur non mostrando un vero rimbalzo, questa lieve crescita segnala un’attenzione costante verso i mercati esteri da parte delle imprese italiane. Di contro, le importazioni di abbigliamento per bambini hanno subito una contrazione del 4%, scendendo a un valore complessivo di circa 2,6 miliardi di euro. Questo calo indica meno pressione competitiva dall’estero, pur restando alta la necessità di materie prime e semilavorati provenienti dall’estero.

Segmenti e mercati di riferimento

Nel 2024, l’andamento delle esportazioni appare più frammentato se si osservano i diversi segmenti di prodotto e i mercati di destinazione. La sola categoria dell’abbigliamento per neonati, da 0 a 3 anni, ha evidenziato un segno meno, con una riduzione dell’1%, raggiungendo poco più di 155 milioni di euro. Questa area è significativa per il valore economico e per i canali di distribuzione che coinvolge.

Mercati esteri più dinamici e paesi in calo per la moda bebè

Analizzando con maggiore dettaglio i mercati esteri che acquistano abbigliamento made in Italy per neonati, emergono cambiamenti molto pronunciati. Gli Stati Uniti si confermano al vertice della graduatoria con un aumento del 36,7% nelle importazioni, pari a quasi 14 milioni di euro. Questa crescita rafforza il legame commerciale con un mercato ricettivo, nonostante le oscillazioni globali. Dietro gli Usa, la Spagna perde terreno con un calo netto del 9,9%, scendendo così al secondo posto. È invece forte la spinta degli Emirati Arabi Uniti, saliti in terza posizione con una crescita vicina al 96%, segno di una domanda crescente in quella regione.

Trend negativi in alcuni mercati europei e asiatici

Altri mercati mostrano trend opposti. La Francia registra una discesa dell’11,2%, mentre si osservano contrazioni anche nel Regno Unito , in Cina e in Germania . Questi paesi rappresentano tradizionalmente clienti di riferimento per la moda italiana per bambini, per cui le loro performance influenzano fortemente il bilancio nel commercio estero.

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Le importazioni di abbigliamento per neonati, pari a oltre 335 milioni di euro, si riducono del 3,8% nel volume di acquisti dall’estero. La Spagna rimane il principale fornitore, con un aumento del 3,7%. Seguono la Cina e il Bangladesh, entrambi in calo, rispettivamente del 10,3% e del 2,5%.

I primi mesi del 2025 e i segnali dal commercio internazionale

I dati relativi ai primi due mesi del 2025 mostrano una frenata del calo che ha interessato il 2024. Le esportazioni di moda bebè made in Italy segnano un incremento del 15,4%.

“Tale crescita suggerisce un progressivo consolidamento sui mercati esteri per questa nicchia del fashion.” Parallelamente, anche le importazioni rilevano un aumento più consistente, del 20,8%, segnalando un recupero negli acquisti esteri o un aumento delle forniture necessarie per l’attività produttiva.

Proiezioni e prospettive per il nuovo anno

Questo andamento risulta interessante perché sembra anticipare un possibile cambio di passo per il settore nel corso del nuovo anno. La vitalità degli scambi internazionali nei primi mesi evidenzia un’intensificazione delle relazioni commerciali, probabilmente legata anche alle strategie di rilancio e alla partecipazione a eventi come pitti bimbo, punto di riferimento per i buyer e gli operatori del comparto moda bambini.

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