Il recente incidente a Napoli, che ha causato la morte di tre operai durante la manutenzione di un palazzo, ha acceso nuovamente i riflettori sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza nel nostro Paese. Il cardinale Domenico Battaglia ha espresso parole forti durante i funerali delle vittime, puntando il dito contro pratiche come il lavoro nero e le carenze nei controlli. Questo evento scuote la città e solleva interrogativi cruciali sulle tutele reali garantite a chi lavora.
Tra il 2025 e Napoli, un montacarichi si è improvvisamente sganciato causando la morte di tre uomini impegnati in un’attività di manutenzione. Ciro Pierro, Luigi Romano e Vincenzo Del Grosso sono le tre vittime, ognuna con una famiglia e una comunità che ora piangono la perdita. Nessuna fatalità, come ha sottolineato il cardinale Battaglia: la tragedia è il risultato di condizioni di lavoro prive di sicurezza, dove la superficialità e la mancata applicazione delle regole hanno trasformato l’ambiente di lavoro in una trappola mortale.
Il montacarichi, mezzo destinato a rendere più semplice il sollevamento di materiali e persone, è crollato mentre era in uso. Questo episodio mette ancora una volta in luce come le attrezzature e le misure di sicurezza spesso non rispondano agli standard necessari. Non si tratta solo di attrezzature obsolete ma di un sistema che ignora la protezione dei lavoratori, esponendoli a rischi gravissimi ogni giorno.
Le esequie di Ciro Pierro, Luigi Romano e Vincenzo Del Grosso si sono svolte in diverse chiese di Napoli e aree limitrofe, coinvolgendo comunità intere. A Calvizzano, nella chiesa di San Giacomo, si è celebrata la cerimonia per Ciro Pierro, uomo di 62 anni che lascia un segno profondo nel suo quartiere. Luigi Romano, 67 anni originario di Arzano, ha avuto il suo ultimo saluto nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Secondigliano. Infine, a Forcella, i funerali di Vincenzo Del Grosso si sono tenuti alla presenza di numerosi rappresentanti della città e della Chiesa.
Il cardinale Battaglia ha definito questo lutto «un dolore profondo» che attraversa la comunità napoletana. Ha ricordato come questi uomini fossero padri, cittadini, lavoratori che svolgevano il loro mestiere con dignità ed impegno. Quel tragico crollo ha interrotto sogni e progetti, un punto di rottura che richiama alla gravità della situazione presente nel mondo del lavoro.
Nel corso del messaggio funebre il cardinale non ha risparmiato accuse verso un sistema colpevole di aver compromesso la vita di chi lavora. Ha richiamato in causa la mancanza di regole rispettate, la superficialità di chi dovrebbe vigilare e la frenesia del profitto che sovrasta la cura verso la persona. La morte di queste tre persone non è stata casuale né un incidente inevitabile, ma il risultato di «un’ingiustizia» concreta, con responsabilità precise.
La chiesa di Napoli si è fatta portavoce di un richiamo morale, invitando a considerare il lavoro come una condizione che dovrebbe garantire vita e sicurezza, non mettere a rischio l’esistenza stessa. La richiesta è quella di attenzione vera, con controlli rigorosi e rispetto delle norme per tutelare chi ogni giorno si mette in gioco lavorando.
Il cardinale Battaglia ha chiesto che il lutto per la morte di Ciro, Luigi e Vincenzo non rimanga una semplice espressione di commozione. Deve diventare il punto di partenza per un impegno concreto e condiviso. La dignità della persona e la tutela della sicurezza non devono restare slogan ma tradursi in regole applicate e verificate.
Questi tre lavoratori avevano il diritto di tornare dalla famiglia, di stringere i propri cari e di continuare la loro vita quotidiana. Quello che è accaduto mostra invece l’urgenza di una revisione profonda delle condizioni di lavoro in molte realtà, anche nella città di Napoli. Il cardinale ha invitato a usare la voce del dolore per chiedere giustizia sociale tangibile, agendo perché non si ripetano più incidenti simili.
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