Il comune di Frosinone ha adottato una misura urgente per fronteggiare la scarsità d’acqua segnalata da ACEA Ato 5. Il sindaco Riccardo Mastrangeli ha firmato un’ordinanza che blocca l’uso non indispensabile dell’acqua potabile fornita dalla rete comunale. Il provvedimento risponde all’aumento dei consumi durante l’estate 2025 e al rischio di esaurimento della risorsa idrica. La decisione interessa tutte le utenze domestiche e durerà fino al 22 settembre, termine indicato come chiusura della stagione calda e asciutta.
Il quadro della crisi idrica a frosinone: segnalazioni e richieste di acea ato 5
Il 4 giugno 2025 ACEA Ato 5 ha mandato una nota ufficiale al comune di Frosinone per segnalare un rischio concreto nella disponibilità di acqua potabile. L’azienda ha evidenziato uno squilibrio tra la domanda crescente e la capacità di approvvigionamento, peggiorato dall’aumento delle temperature estive. Questi eventi hanno portato a un’impennata dei consumi idrici nelle abitazioni, in particolare per l’irrigazione di giardini e riempimento di piscine. ACEA Ato 5 ha quindi sollecitato il comune a intervenire con misure urgenti per evitare interruzioni nel servizio essenziale.
La comunicazione e il suo ruolo
La comunicazione, protocollata con numero 36549, ha giocato un ruolo fondamentale nel determinare l’attivazione delle restrizioni. L’obiettivo principale è preservare la quantità d’acqua potabile disponibile, garantendo un utilizzo prudente sino al termine della stagione estiva, quando si prevedono condizioni più favorevoli per il recupero delle riserve idriche.
I divieti imposti dall’ordinanza e le attività coinvolte
L’ordinanza firmata dal sindaco Riccardo Mastrangeli tocca diversi aspetti del consumo idrico domestico, concentrandosi sull’eliminazione degli usi non indispensabili con acqua potabile. Le principali limitazioni riguardano:
- irrigazione di orti, giardini e prati in ambito domestico;
- riempimento di piscine o vasche per scopi ludici o ricreativi;
- lavaggio di autoveicoli nelle abitazioni private.
Queste attività risultano tra le più impattanti sul prelievo d’acqua dalla rete comunale, dunque sono state immediatamente incriminate per la necessità di ridurre gli sprechi e contenere il consumo.
La scelta di proibire specificatamente questi impieghi mira a proteggere la risorsa idrica per usi inderogabili, come il consumo alimentare e sanitario. In questo senso, si auspica un comportamento responsabile da parte dei cittadini che, seguendo le indicazioni, contribuiranno a superare la criticità nel giro di poche settimane.
Controlli, sanzioni e modalità di applicazione del provvedimento
L’ordinanza entra in vigore in tempo reale e si accompagna a un piano di controlli stringenti affidato a polizia locale e forze dell’ordine. Il comune di Frosinone ha inviato copia del provvedimento anche alla prefettura, ACEA Ato 5 e alla segreteria tecnica dell’Egato 5 “Lazio Meridionale – Frosinone”, assicurando così un coordinamento nelle verifiche.
In caso di violazione delle disposizioni, il cittadino rischia sanzioni amministrative previste dall’articolo 7-bis del decreto legislativo 267/2000. Le multe hanno carattere deterrente e mirano a scoraggiare comportamenti che sottraggano acqua potabile alle esigenze primarie.
Il rispetto delle indicazioni si traduce in una responsabilità condivisa tra amministrazione e popolazione locale. I controlli non saranno sporadici: saranno eseguiti con frequenza per intervenire rapidamente su casi di non conformità.
Sanzioni e prevenzione
Le sanzioni amministrative fungono da deterrente per evitare sprechi e garantire che la risorsa idrica sia utilizzata con oculatezza in un momento di emergenza.
Modalità di ricorso contro l’ordinanza e termini legali a disposizione
Chi ritiene che il divieto imposto dal comune violi i propri diritti ha a disposizione due strade per presentare ricorso. La prima è il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, cui si può fare appello entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza all’albo pretorio del comune di Frosinone.
In alternativa esiste un ricorso straordinario al presidente della repubblica che si può presentare entro 120 giorni dalla data di pubblicazione. Questi rimedi permettono di contestare la legittimità o la proporzionalità del provvedimento, ma non fermano in automatico l’esecutività delle misure adottate.
Le scadenze per il ricorso sono tassative e vanno rispettate rigorosamente dai cittadini o da eventuali associazioni che vogliano opporsi. Nel frattempo, le restrizioni rimangono in vigore e le autorità incaricate conservano il diritto di vigilare sulla loro osservanza.