Per il diciottesimo anno, il faito doc festival torna a radunare appassionati e professionisti del documentario in una cornice naturale sopra vico equense. L’evento si svolgerà dal 19 al 27 luglio a 1.200 metri di altitudine, nel cuore del monte faito, e prenderà il via con un momento dedicato alle vittime della tragedia della funivia, avvenuta pochi mesi fa. Il festival si conferma come un punto d’incontro per opere internazionali, progetti giovani e spazi pensati per tutte le età.
Un saluto alle vittime della funivia con la pre apertura del festival
La pre apertura del faito doc festival è in programma per il 17 luglio. Sarà un evento organizzato dall’associazione culturale monteamare insieme a diverse realtà locali, come gli amici della filangieri, radio asharam, profaito onlus, il comitato fare e avf. L’iniziativa si svolge a poco meno di tre mesi dalla tragedia della funivia del monte faito, costata la vita a diverse persone. L’idea è quella di ricordare le vittime con un momento di raccoglimento e riflessione, ma anche attraverso il legame con la cultura e il territorio.
Questo gesto anticipa l’avvio ufficiale del festival e sottolinea il rapporto strettissimo tra la manifestazione e la comunità che la ospita. La scelta di organizzare la pre apertura in questo modo conferma come il faito doc sia impegnato nel radicare i propri contenuti in eventi reali e situazioni che imprimono un segno profondo nella vita quotidiana.
Una selezione internazionale con opere da 20 paesi e focus sui giovani registi
Il programma ufficiale prende il via il 19 luglio e proporrà documentari provenienti da più di venti paesi. Il concorso internazionale prevede 27 opere divise in lungometraggi, cortometraggi e anche lavori realizzati da studenti di scuole di cinema. Tra i nomi più attesi spicca quello delle sorelle michelle e noel keserwany, registe libanesi-francesi che hanno conquistato nel 2023 l’orso d’oro al festival di berlino con il cortometraggio les chenilles. Quest’opera si posiziona a metà strada tra docu e fiction ed è protagonista di uno spazio speciale intitolato doc now! curato da antonio maiorino.
L’attenzione rivolta ai giovani emerge nelle sezioni dedicate agli allievi, occasione per scoprire nuovi talenti e stili diversi di raccontare realtà o storie di fantasia legate a fatti reali. Il festival accoglie queste proposte con l’intento di promuovere il documentario come forma espressiva viva e in continuo mutamento, e il monte faito si conferma cornice stimolante per questa esperienza.
Doc for kids, uno spazio dedicato ai più piccoli per scoprire il documentario
Tra le novità più significative c’è il ritorno del doc for kids, curato da milena bochet. Si tratta di una selezione di proiezioni pensate allo scopo di coinvolgere i bambini e chi conserva lo spirito di meraviglia tipico dell’infanzia. L’obiettivo è introdurre i più giovani al mondo del documentario con film accessibili e ricchi di spunti visivi e narrativi, capaci di educare senza perdere di leggerezza.
Lo spazio dedicato al pubblico più piccolo testimonia l’attenzione del faito doc per le diverse anime del pubblico, con un programma che mette in risalto la capacità dei documentari di raccontare il mondo in modo diretto e coinvolgente. La presenza di questa sezione indica una volontà precisa: coltivare la curiosità e l’interesse per il cinema documentario sin da subito e con proposte costruite appositamente per quell’età.
Il tema del diciottesimo anni scelto: “contatto” tra discipline, tempi e sguardi
Per il diciottesimo compleanno, il faito doc festival ha scelto il tema “contatto”, parola che si presta a molte letture e attraversa ambiti diversi come la scienza, la poesia, la tecnologia e persino la spiritualità. La selezione dei documentari e gli eventi collaterali esploreranno questo filo conduttore, con lo sguardo rivolto alla relazione tra esseri umani, mediazioni culturali e la natura.
Gli organizzatori sottolineano come il festival preferisca essere un momento di creatività e resistenza, capace di rispondere a un mondo segnato da crisi puntando sulla poesia e la spiritualità. La scelta “contatto” richiama al dialogo e al legame, anche in un contesto spesso dominato dallo scetticismo o dalla rassegnazione.
Questo tema offre ai partecipanti e agli spettatori una mappa per interpretare i documentari in programma, ma anche un invito a riflettere sulle modalità con cui ci rapportiamo con la realtà e con gli altri, in un tempo segnato da incertezze e cambiamenti repentini.
Il faito doc festival conferma così il proprio ruolo di spazio culturale, capace di far emergere storie nuove, confronti e occasioni per scoprire la forza del documentario come forma narrativa. Nel verde del monte faito, tra natura e altitudine, il festival propone un percorso che dal cinema si estende verso dimensioni più ampie della conoscenza e del sentire umano.