Il pineta grande hospital di castel volturno, nato 57 anni fa quasi dal nulla, ha saputo conquistare un ruolo centrale nel sistema sanitario del litorale domizio, tra le province di caserta e napoli. Con oltre 1200 dipendenti e una gamma di reparti specializzati, la struttura attira pazienti da tutto il paese. In una zona che fa fatica a risollevarsi economicamente e socialmente, l’ospedale rappresenta un presidio fondamentale, soprattutto per l’accesso alle cure di immigrati regolari e non. Scopriamo le caratteristiche che rendono il pineta grande un modello di assistenza e i recenti sviluppi che prospettano un futuro legato anche alla formazione universitaria in campo medico.
Caratteristiche e sviluppo della struttura
Il pineta grande hospital è partito come una realtà piccola ma carica di ambizioni nel contesto sanitario campano. La struttura si è sviluppata anno dopo anno, fino a diventare un ospedale con oltre 1200 tra medici, infermieri e personale tecnico. Il reparto di ortopedia e quello di chirurgia bariatrica sono solo alcuni dei centri di eccellenza che hanno reso noto l’ospedale a livello nazionale. La capacità attrattiva di pazienti proviene anche da fuori regione, creando una migrazione sanitaria verso il litorale domizio. È un fenomeno che va controcorrente rispetto ai flussi soliti di spostamento verso le grandi città capoluogo.
Il pronto soccorso del pineta grande registra ogni anno circa 50 mila accessi, una cifra molto alta che evidenzia la centralità della struttura. Più di tanti altri presidi, qui trovano assistenza anche persone senza documenti o immigrati irregolari che spesso incontrano ostacoli importanti per accedere alle cure in altre zone. L’ospedale si configura quindi non solo come luogo di cura ma anche come presidio sociale in un territorio fragile. L’impegno verso tutte le fasce di popolazione rafforza l’immagine di un polo sanitario che non volta le spalle a nessuno.
Riconoscimenti e casi emblematici
Negli ultimi anni il pineta grande hospital ha raggiunto posizioni importanti in classifiche nazionali e internazionali di ospedali e cliniche. Nel 2025 è entrato nella graduatoria del world best hospital, un riconoscimento globale che considera parametri come la qualità delle cure e l’efficienza organizzativa. Allo stesso tempo ha ottenuto il terzo posto tra gli ospedali generalisti italiani, sia pubblici che privati, confermando il livello elevato dei servizi.
Le nascite rappresentano un altro aspetto di punta. Il reparto ostetricia gestisce circa 1600 parti all’anno, rendendo questo centro il primo punto nascita della campania. Tra i casi registrati, la vicenda di luigi diana – il neonato più piccolo d’italia con soli 380 grammi alla nascita – ha colpito l’opinione pubblica per la riuscita del salvataggio e la crescita stabile del bambino. Questi successi si sommano a tanti interventi complessi di ortopedia e chirurgia che confermano la crescita costante e l’affidabilità della struttura, capace di offrire soluzioni anche per pazienti provenienti da altri ospedali, campani e non solo.
Criticità del pronto soccorso e gestione economica
Un tema delicato riguarda il pronto soccorso, che fino a poco tempo fa rischiava la sospensione dell’attività . Lo scorso luglio, la struttura ha sofferto di ritardi nei rimborsi per prestazioni di emergenza già erogate, con una cifra superiore ai 15 milioni di euro. Questo problema ha portato il direttore vincenzo schiavone a lanciare un allarme pubblico, sollecitando l’intervento della regione campania. Il presidente vincenzo de luca ha risposto, impedendo momentaneamente la sospensione.
Nonostante ciò, il budget attuale di 83 milioni di euro si è rivelato insufficiente. Schiavone ha richiesto un aumento a 100 milioni per coprire tutte le prestazioni fuori budget. A settembre 2025 è previsto un incontro con i vertici regionali per discutere la situazione. Se non ci saranno nuove risorse, dal 10 ottobre la struttura potrebbe chiudere il pronto soccorso.
Numeri e casi di emergenza significativa
I dati confermano le difficoltà quotidiane: nel pronto soccorso del pineta grande, su 174 pazienti ricoverati in emergenza, solo tre sono stati trasferiti grazie al 118. Nel luglio scorso l’ospedale ha accolto 19 pazienti provenienti da altre strutture, tra cui casi complessi come un centenario sottoposto a intervento multidisciplinare, un paziente rioperato dopo un intervento iniziale in un altro ospedale e persino un trasferimento dal policlinico casilino di roma. Questi numeri descrivono una realtà che non si ferma, ma che ha bisogno di risposte economiche concrete per garantire servizi senza interruzioni.
Prospettive future: formazione e ricerca
Il pineta grande hospital guarda anche al futuro attraverso l’educazione e la ricerca. Beniamino schiavone, attuale co-direttore della struttura, ha annunciato l’inserimento del centro nella rete universitaria campana. Da ottobre 2025 partirà il corso di laurea in medicina e chirurgia, della durata di sei anni, con una prima classe di 120 studenti.
Questa novità segna un passo importante. In un territorio carente di opportunità di formazione superiore in campo medico, la nascita di una facoltà di medicina direttamente collegata a una struttura ospedaliera apre possibilità nuove per i giovani e favorisce la crescita professionale. Lo sviluppo della didattica sarà accompagnato dalla pratica sul campo, grazie alla presenza di medici esperti e reparti specialistici. Il progetto potrebbe rafforzare il legame tra sanità e formazione e migliorare la qualità dell’assistenza nella zona, introducendo nuove competenze e prospettive.
Il pineta grande hospital conferma così il proprio ruolo come presidio sanitario e sociale fondamentale nel litorale domizio, non solo per la cura ma anche per la formazione di nuove generazioni di medici. Sullo sfondo delle sfide economiche, la struttura cerca di consolidare il proprio percorso di crescita e sostenibilità .