Un’auto dei carabinieri è stata trovata completamente bruciata in una zona di campagna a confine tra latina e nettuno. Il ritrovamento ha acceso un’indagine che vede al lavoro la compagnia di latina e il ris di roma per capire da dove provenisse quel veicolo ridotto a un rottame fumante senza targhe né numeri identificativi leggibili. Il caso si presenta pieno di interrogativi, dal fatto che il mezzo non risulti rubato fino alla sua possibile “origine segreta”, che potrebbe spiegare il motivo di quel rogo isolato tra sterpaglie e fondi agricoli.
La scoperta della renault clio carbonizzata è avvenuta durante una sera d’aprile 2025, lungo una strada sterrata che si stacca da via ponte materiale. Alcuni passanti hanno notato fiamme e fumo uscire dal mezzo, attirando l’attenzione in una traversa che collega borgo montello a borgo bainsizza, fino alla zona di tre cancelli, periferia di nettuno. Sul posto sono subito arrivati i vigili del fuoco, impegnati a domare l’incendio attorno al veicolo e a limitare il fuoco anche alle sterpaglie circostanti. Accanto a loro sono intervenuti i carabinieri della compagnia di latina per avviare i controlli sul mezzo.
Il furioso incendio aveva lasciato la macchina quasi irriconoscibile, ma su alcune fiancate, specialmente sul cofano e lato destro, restavano visibili tracce delle scritte “carabinieri”. Non lontano dal rottame è stato ritrovato un lampeggiante danneggiato, quasi bruciato. Dopo il primo intervento, la vettura è stata posta sotto sequestro e trasferita nelle mani degli investigatori del raggruppamento investigazioni speciali a roma, visti i numerosi dubbi sulla natura del mezzo.
Il vero enigma resta legato all’origine di quell’auto pattuglia bruciata. L’auto, una renault clio, non figura tra le vetture di servizio rubate dai carabinieri. Per questo si valutano più opzioni: potrebbe essere un mezzo in fase di dismissione, affidato a qualche officina privata, oppure un’auto “di scena”, usata per riprese cinematografiche o attività simili.
Gli investigatori stanno cercando di capire se si tratta di una vettura abbandonata o se è stata utilizzata come strumento in illeciti. La zona di ritrovamento, d’altra parte, è nota perché spesso vi vengono scaricate auto rubate, destinate poi a essere usate in furti o rapine. Non è raro il caso di mezzi dati alle fiamme per eliminare prove o rendere difficile l’identificazione.
Nel caso in esame, le ipotesi sono proprio queste: il veicolo potrebbe essere servito come supporto logistico per attività criminali nell’area tra latina e roma. Oppure è stato rubato per poi essere incendiato, magari anche come gesto simbolico contro le forze dell’ordine. La mancanza di targhe e dati identificativi rende più complicata la ricostruzione, ma la ricerca del numero di telaio e di altre tracce prosegue con attenzione.
Il territorio ai confini tra latina e nettuno, in corrispondenza di borgo montello e borgo bainsizza, è caratterizzato dalla presenza di fondi agricoli e strade secondarie poco battute. Questo ambiente offre copertura ideale per criminali che devono abbandonare velocemente veicoli rubati o mezzi compromessi dopo azioni illecite.
Non a caso, in questi luoghi si registra una presenza frequente di auto bruciate, spesso legate a furti o rapine compiute nelle zone urbane limitrofe. Le mulattiere e le traverse sterrate creano un nascondiglio naturale, sfruttato da malviventi per cancellare tracce e ostacolare le indagini successive.
Le forze dell’ordine, consapevoli di questa situazione, mantengono un controllo serrato, cercando di monitorare movimenti sospetti nelle ore serali o notturne. In questo quadro l’auto carbonizzata ritrovata assume un peso maggiore, poiché potrebbe svelare la traccia di un crimine più ampio o il collegamento a episodi recenti di criminalità nell’area.
Il sequestro dell’autovettura ha dato il via a una serie di accertamenti tecnici. Il ris di roma sta lavorando per recuperare qualsiasi elemento rimasto leggibile, come eventuali frammenti del telaio o residui di documenti nascosti tra i resti della carrozzeria. Viene esaminata ogni parte del mezzo, alla ricerca di impronte o segni che possano collegarlo a persone o luoghi.
Parallelamente, gli investigatori indagano su officine locali che trattano auto fuori uso o mezzi in dismissione, per verificare se la renault clio possa provenire da lì. Vengono interpellate anche società di produzione cinematografica della regione per escludere, o confermare, il possibile uso dell’auto come “mezzo di scena” per girare film o serie tv.
Nel frattempo sono stati controllati i database dei veicoli rubati nel lazio e in altre regioni, dove il mezzo non compare. Questa assenza alimenta ulteriormente il mistero sulle origini e potrebbe aprire nuove piste legate a traffici o forme di aggressione rivolte contro le istituzioni pubbliche.
L’indagine resta aperta e i risultati maggiori si avranno dalle analisi tecniche e dalle testimonianze raccolte nei prossimi giorni. La vicenda mantiene alta l’attenzione degli inquirenti, anche perché riflette la complessità delle attività criminali nelle aree di confine tra città e campagne.
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