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Indagine su lavori autostradali pilotati e tangenti nascoste in vasi di fiori in Campania

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Il caso scoperto dalla procura di Santa Maria Capua Vetere rivela una rete di corruzione e irregolarità nella gestione dei lavori sull’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno. Tangenti pagate a rate, falsi attestati di formazione e gravi incidenti sul lavoro hanno acceso i riflettori su una vicenda che coinvolge funzionari e imprenditori nell’area di Napoli e hinterland. La Procura ha disposto perquisizioni e sequestri su più fronti, con l’obiettivo di fare chiarezza e bloccare episodi di irregolarità ai danni della sicurezza e della legalità.

Il meccanismo delle tangenti e i ruoli nei lavori sull’autostrada a3

Secondo gli accertamenti della procura locale, i lavori autostradali sull’A3 sarebbero stati assegnati manipolando i bandi, con tangenti distribuite in più tranche per evitare controlli. Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile Sis che gestisce porzioni dell’autostrada Napoli-Pompei-Salerno, è al centro delle indagini per aver ricevuto in totale 6500 euro a titolo di corruzione. La particolarità sta nel modo in cui il denaro veniva consegnato: perfino nascosto dentro vasi di fiori, una tecnica pensata per eludere eventuali sospetti.

Imprenditori coinvolti nell’indagine

L’indagine ha identificato quattro imprenditori coinvolti nella manovra: Antonio Giardino e Tommaso Mauriello, sospettati di essere i correi che hanno versato le tangenti, e Barbara Sposato e Giovanni Castiello, accusati di aver prodotto falsi certificati di formazione per i lavoratori. Questi documenti falsificati hanno consentito ad alcune aziende di presentare al Consorzio attestati non corrispondenti alla realtà, favorendo l’assegnazione dei lavori in modo illecito.

Falsi corsi di formazione e l’incidente sul lavoro

Il ritratto degli indagati si complica quando emerge che, per risparmiare sulla formazione obbligatoria, molte aziende hanno inoltrato attestati falsi che coprivano lavoratori privi della preparazione necessaria. Tra questi c’è anche un operaio vittima di un grave infortunio lo scorso aprile. Secondo gli atti, al momento dell’incidente il lavoratore non aveva mai frequentato il corso previsto per legge. Il documento relativo alla sua formazione è stato prodotto da Antonio Giardino solo dopo il fatto, senza alcun valore reale.

La compravendita di questi falsi attestati coinvolge Sposato e Castiello, che avrebbero persino utilizzato, come firma, quella di un uomo morto da tempo per dare un’apparenza di veridicità ai documenti. Questo episodio mette in luce l’estrema gravità del sistema che mette a rischio la sicurezza di chi opera nei cantieri autostradali.

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Azioni della procura e perquisizioni presso gli indagati

Nei giorni scorsi la procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni e con il sostituto procuratore Giacomo Urbano titolare dell’inchiesta, ha dato seguito ad una serie di perquisizioni. Carabinieri hanno ispezionato abitazioni e sedi aziendali degli indagati, sequestrando cellulari, supporti informatici e documenti ritenuti fondamentali per ricostruire la rete di corruzione.

L’azione mira a recuperare prove che confermino i sospetti, smascherando l’intero sistema di affidamenti pilotati e irregolari certificazioni obbligatorie. Tale operazione è un passaggio chiave per definire con precisione le responsabilità e prevenire nuovi fatti simili, soprattutto nell’ambito della sicurezza sul lavoro e della corretta gestione degli appalti pubblici in Campania.

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