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India, Tetgama: famiglia bruciata viva per sospetta stregoneria, arresti in corso

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Cinque persone di una stessa famiglia sono state uccise in un incendio doloso nel villaggio di Tetgama, nello stato nord-orientale dell’India. Un ragazzo di 16 anni è l’unico sopravvissuto e ha fornito una testimonianza chiave sull’accaduto. La tragedia nasce da un’accusa di stregoneria rivolta alla madre e alla zia del giovane. Tre uomini sono già stati fermati dalla polizia, mentre le autorità cercano altri coinvolti.

La tragedia nel villaggio di tetgama

La notte in cui è scoppiato l’incendio si è consumata una tragedia che ha scosso la comunità tribale degli Oraon a Tetgama, uno dei piccoli centri abitati nello stato nord-orientale. L’abitazione di famiglia è stata completamente avvolta dalle fiamme. Cinque persone al suo interno – due donne, una delle quali la madre del ragazzo sopravvissuto, e altri familiari – sono morte intrappolate.

Il giovane di 16 anni, unico presente oltre ai defunti, è riuscito a sfuggire alle fiamme e ha raccontato ciò che ha visto. Il suo racconto ha confermato che l’incendio è stato appiccato intenzionalmente da alcuni abitanti della zona. Secondo quanto riferito, l’attacco è partito dall’accusa che la madre e la zia del ragazzo avessero praticato la stregoneria.

L’accusa nasceva dal sospetto che le due donne avessero causato la morte di un bambino del villaggio attraverso rituali oscuri. La rabbia e la paura hanno spinto gli aggressori a incendiare la casa nel tentativo di punire quelle che ritenevano responsabili, senza lasciare via di scampo.

L’incubo della stregoneria

In India, nonostante esistano leggi che proibiscono la cosiddetta “caccia alle streghe”, negli stati del nord-est si continuano a registrare casi simili. Le comunità tribali, spesso isolate e caratterizzate da credenze superstiziose, alimentano paure diffuse che portano a persecuzioni violente.

Le donne sono le vittime principali di queste accuse, specie quelle anziane, vedove o senza protezione sociale. Questi pregiudizi sfociano spesso in aggressioni o omicidi da parte di gruppi locali, convinti di dover purificare il loro ambiente. Nel caso recente di Tetgama, la comunità ha agito con estrema durezza.

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Le autorità indiane denunciano da anni l’allarme legato a questi episodi ma la difficoltà di monitorare aree remote e le profonde convinzioni radicate complicano l’intervento. Spesso le vittime non hanno modo di difendersi o di trovare aiuto, mentre chi accusa agisce in modo sommario.

Le indagini e il destino del sopravvissuto

Dopo il massacro, la polizia locale ha arrestato tre uomini ritenuti essere i principali responsabili dell’incendio doloso. Le forze dell’ordine continuano a cercare altri complici e a raccogliere testimonianze per ricostruire con precisione la dinamica e i motivi dell’attacco.

Il ragazzo che ha visto morire la sua famiglia è attualmente sotto tutela della polizia e riceve assistenza psicologica. Il trauma vissuto è profondo, viste le circostanze drammatiche e cruente della notte di Tetgama. La sua testimonianza rappresenta un elemento chiave per smascherare tutti i colpevoli e per garantire giustizia.

L’episodio ha avuto risonanza anche a livello nazionale, richiamando ancora una volta l’attenzione sulle tragedie legate alla superstizione e alla mancanza di informazione in aree isolate. Si attende l’evoluzione delle indagini e le eventuali misure per proteggere comunità vulnerabili.

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