La maggioranza degli italiani si mostra contraria all’idea di un sostegno statale alle società calcistiche indebitate. Emergenze finanziarie nel calcio suscitano dubbi sull’efficacia degli aiuti pubblici, mentre cresce la richiesta di investire sui settori giovanili. Il sondaggio realizzato nel giugno 2025 fornisce un quadro chiaro delle opinioni diffuse sulle strategie per affrontare la crisi economica dei club.
Il sondaggio winpoll e l’atteggiamento degli italiani verso il sostegno pubblico al calcio
Tra il 3 e il 13 giugno 2025, Winpoll ha intervistato 1000 italiani di età superiore ai 18 anni per rilevare le loro opinioni sull’intervento pubblico a favore delle società calcistiche in difficoltà economica. Il margine di errore si attesta al ±2,3% con un intervallo di confidenza del 99%. I risultati indicano che ben il 66% si oppone al finanziamento pubblico dei debiti dei club. Solo una minoranza, pari al 19% , esprime consenso nei confronti di questo tipo di intervento. Un ulteriore 25% mostra un’opinione poco contraria, riflettendo un sentimento netto di sfiducia.
La riserva nei confronti dell’aiuto pubblico è trasversale: si registra infatti una bassa percentuale di consensi anche tra le fila politiche a favore dell’intervento. Gli elettori di Fratelli d’Italia mostrano un 26% di accordo, quelli di Forza Italia un 35%. Tra i sostenitori del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, il favore scende rispettivamente al 13% e 12%. Il dato sottolinea un diffuso scetticismo sulla capacità del sostegno statale di risanare i debiti senza alimentare ulteriori problemi.
Il giudizio negativo sull’indebitamento delle società calcistiche italiane
Gli italiani giudicano in maniera fortemente critica lo stato economico delle società di calcio. Il 63% definisce “per nulla positivo” il livello di indebitamento complessivo, mentre appena il 14% ritiene che il calcio italiano sia in buona salute. Tale percezione riflette l’opinione pubblica riguardo le difficoltà strutturali che affliggono il mondo del calcio nazionale.
Il malessere economico si traduce in una richiesta di soluzioni concrete e durature. La percezione negativa sull’indebitamento è segno che gli italiani considerano questa situazione un problema serio, non solo per le società ma per il sistema sportivo nel suo complesso. La scarsa fiducia nelle strategie attuali spinge all’attenzione verso approcci diversi e più efficaci.
Le priorità secondo gli italiani: investire nei settori giovanili
Il sondaggio indica una chiara volontà di concentrare le risorse e gli sforzi sulle realtà più giovani del calcio. Il 73% degli intervistati ritiene che gli investimenti nei settori giovanili rappresentino la strategia principale per migliorare lo stato di salute del calcio italiano.
Questa opzione supera nettamente altre alternative come la costruzione di nuovi stadi, scelta indicata solo dal 30%, e la collaborazione tra club e aziende, indicata dal 21%. La preferenza per il rafforzamento delle basi formativo-giovanili indica una visione rivolta al medio-lungo termine, in cerca di risultati più concreti e sostenibili rispetto agli interventi immediati ma poco strutturali.
Il giudizio sul decreto salva calcio del governo meloni
L’indagine ha coinvolto anche l’opinione pubblica sul decreto salva calcio, varato dal governo Meloni nel dicembre 2022. Il provvedimento ha consentito la rateizzazione di un debito fiscale di 890 milioni di euro in 60 rate. Nonostante l’intento di offrire una boccata d’ossigeno ai club, la misura non ha convinto la maggioranza degli italiani.
Solo il 31% si è dichiarato favorevole a questa norma, con l’8% molto d’accordo e il 23% abbastanza. La maggioranza, pari al 69%, si è mostrata invece contraria. Il 45% è “per nulla d’accordo” e il 24% “poco d’accordo” sul sostegno tramite questa forma di agevolazione fiscale. La critica riflette una diffidenza rispetto a soluzioni che appaiono come una ricetta temporanea e forse insufficiente per superare le difficoltà finanziarie.
Il sondaggio conferma una netta distanza tra la percezione pubblica e gli interventi realizzati sul fronte politico, segnalando una richiesta di alternative più strutturate e soprattutto più credibili nell’ambito della governance del calcio italiano.