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La biodiversità nascosta delle peschiere nelle colline di orsogna tra maiella e mare

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Le colline di Orsogna, in provincia di Chieti, custodiscono intatte oltre 130 peschiere storiche. Questi piccoli bacini d’acqua, presenti tra la Maiella e il mare Adriatico, svolgono un ruolo importante per la biodiversità animale e vegetale dell’area. Un progetto promosso dalla Bio Cantina Sociale Orsogna punta a valorizzare e tutelare questi habitat, combinando tradizione agricola e nuovi studi scientifici. Nel cuore di un paesaggio contadino, le peschiere diventano spazi di memoria e risorse naturali da preservare.

Le peschiere come elemento chiave del paesaggio agrario di orsogna

Le peschiere, tondeggianti e di dimensioni modeste , costellano il territorio di Orsogna e delle zone limitrofe da almeno due secoli. Erano costruite per raccogliere acqua piovana e rappresentavano un punto di riferimento per le famiglie contadine. Oltre all’uso domestico, l’acqua serviva ad abbeverare bestiame e irrigare piccoli orti. Nel tempo sono diventate serbatoi di vita, capaci di ospitare numerose specie di piante acquatiche e piccoli animali, contribuendo a diversificare l’ambiente naturale.

Questi bacini si trovano sparsi lungo il paesaggio collinare, affacciati su filari di vigneti biologici. Molti conservano ancora la loro struttura originale, fatta di pietra e terra, testimonianza di un lavoro manuale e di un rapporto diretto con la natura. Pur oggi non più centrali nella vita quotidiana, le peschiere rappresentano un patrimonio ambientale e culturale da riscoprire e mettere sotto tutela. Sono un microcosmo dove è possibile osservare l’interazione tra uomo e ambiente su scala ridotta ma significativa.

Il progetto “peschiere, microcosmo di biodiversità” e la ricerca scientifica

Con il progetto “Peschiere, microcosmo di biodiversità”, la Bio Cantina Sociale Orsogna ha deciso di studiare a fondo questi bacini storici. L’obiettivo è mappare tutte le peschiere presenti nella zona per comprenderne l’importanza ecologica e studiare le specie che ospitano. Sarà avviata una ricerca scientifica per definire una gestione capace di favorire la conservazione di fauna e flora rara o endemica. Si tratta di un programma che mette in luce il valore di questi ambienti come rifugi naturali in un contesto agricolo intensificato.

Questo studio nasce dalla consapevolezza che le peschiere non sono solo residui storici ma ecosistemi vivi creati dall’intervento umano e da secoli di uso agricolo. Il monitoraggio interesserà microinvertebrati, anfibi, piante acquatiche e altre forme di vita che si sono stabilite in queste piccole oasi. Saranno individuate strategie di gestione che evitino l’abbandono o il degrado, mantenendo al contempo la funzionalità originaria. In questo modo si potrà salvaguardare un sistema complesso e delicato, importante anche per la salute complessiva del territorio.

La bio cantina sociale orsogna e la tradizione vitivinicola biologica e biodinamica

La Bio Cantina Sociale Orsogna ha costruito la sua attività su un modello agricolo che punta alla sostenibilità, con oltre 300 soci produttori distribuiti su 1.500 ettari di vigneto. Produce circa 3 milioni di bottiglie all’anno, esportate in diversi paesi. Questa realtà si distingue per il forte legame con il territorio e il rispetto per le pratiche tradizionali, mescolate a metodi biologici e biodinamici. Le peschiere, già parte integrante del paesaggio rurale, trovano un nuovo ruolo nel progetto della cantina, che le porta da semplice risorsa idrica a simbolo di un equilibrio naturale e culturale.

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Il legame tra peschiere e vigneti mostra come la coltivazione possa convivere con habitat naturali. Questi bacini contribuiscono a mantenere condizioni microclimatiche favorevoli e favoriscono la presenza di insetti utili e specie che aiutano a tenere sotto controllo i parassiti. Nel contesto dell’agricoltura biologica, la presenza di ecosistemi sani è un vantaggio sia dal punto di vista ambientale che produttivo. La Bio Cantina Sociale Orsogna si propone quindi non solo di valorizzare il vino, ma di stimolare la cura di tutto ciò che vive accanto alla vite.

Il valore culturale e naturalistico della salvaguardia delle peschiere

Conservar e valorizzare le peschiere significa anche preservare un pezzo di storia agricola e di tradizione contadina. Questi bacini raccontano il rapporto tra uomo e ambiente, basato su pratiche semplici ma efficaci. L’iniziativa si inserisce nel progetto più ampio “Pe’ nin perde la sumente”, che coinvolge la banca del germoplasma del parco nazionale della Maiella. L’idea è recuperare vecchi saperi, varietà di piante autoctone e tecniche di coltivazione, partendo dalle zone meno sfruttate, spesso montagne o aree marginali che conservano biodiversità originale.

Giuseppe Micozzi, presidente della Bio Cantina Sociale Orsogna, ha sottolineato l’importanza di tutelare questo patrimonio naturalistico e storico. Per la sua organizzazione, la difesa della biodiversità è parte integrante della filosofia produttiva, perché è grazie a questo equilibrio che si ottengono prodotti autentici. Le peschiere, nate dall’ingegno contadino, dimostrano come natura e uomo possano convivere in armonia. Ora spetta alle nuove generazioni capire il valore di questi ambienti e continuare a custodirli nel futuro.

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