La cosmetica italiana si conferma un settore centrale dell’economia nazionale anche nel 2024. La produzione ha raggiunto un fatturato di 16,5 miliardi di euro e, considerando l’intera filiera, il valore sale a 41,2 miliardi. Una fetta importante di questo giro d’affari arriva dall’export, che ha registrato una crescita significativa. Questi dati sono stati presentati durante l’assemblea pubblica di Cosmetica Italia, con una relazione curata da Valerio De Molli, managing partner e amministratore delegato di The European House – Ambrosetti.
La cosmetica fa parte della vita quotidiana degli italiani
Ogni giorno gli italiani utilizzano una media di almeno otto prodotti cosmetici, non solo trucco o creme per la pelle. Tra questi figurano dentifrici, profumi e protezioni solari, fondamentali per l’igiene e il benessere personale. La spesa delle famiglie italiane nel settore cosmetico dimostra una certa stabilità, anche tra i nuclei con reddito più basso. Parliamo di un valore di 13,4 miliardi di euro spesi ogni anno, che equivale a circa 219 euro pro capite e vale lo 0,5% del prodotto interno lordo nazionale. Questa cifra evidenzia come, per gli italiani, i prodotti cosmetici siano più che un semplice lusso: si tratta di beni primari, inseriti nelle abitudini quotidiane.
Esportazioni: l’elemento chiave che sostiene il comparto
L’export rappresenta la metà del fatturato totale del settore cosmetico italiano, attestandosi a 7,9 miliardi di euro. L’ultimo anno ha segnato un incremento del 12,5% nelle vendite all’estero, superando di tredici punti percentuali la crescita media registrata nel manifatturiero italiano. I mercati principali restano gli Stati Uniti, dove converge il 14,5% della produzione esportata. Seguono tre importanti partner europei: Francia con il 10%, Germania col 9,5% e Spagna con il 6,8%. Questo orientamento internazionale mostra non solo l’apprezzamento che i prodotti italiani riscuotono all’estero, ma anche la capacità delle aziende di adattarsi e penetrare mercati competitivi.
Investimenti e tecnologia: la spinta sulla transizione ecologica
Il settore cosmetico italiano scommette sull’innovazione, destinando circa il 6% del valore prodotto a investimenti in ricerca e sviluppo, un valore doppio rispetto alla media italiana. Particolare attenzione va a tecnologie legate alla sostenibilità ambientale. Nel 2024, gli investimenti in soluzioni ecologiche hanno sfiorato i 300 milioni di euro, pari al 2% del fatturato totale, per sviluppare processi produttivi e prodotti che rispettino l’ambiente. Questa tendenza rispecchia la crescente domanda da parte dei consumatori di cosmetici che rispettino criteri di sostenibilità, ma anche la volontà delle aziende di anticipare normative e standard in trasformazione.
Ostacoli nella crescita: il costo dell’energia e la complessità normativa
Nonostante i risultati positivi, il settore cosmetico deve fare i conti con lievi ostacoli che frenano una crescita più decisa. Il costo dell’energia ha inciso in modo crescente sul fatturato, raggiungendo picchi superiori al 5% durante i periodi di maggiori rincari. L’impatto economico in termini di spesa energetica mette pressione su aziende e filiera. A questo si aggiunge un quadro normativo complesso, percepito come un “sovraccarico” che rallenta le attività e genera costi burocratici rilevanti. Il presidente di Cosmetica Italia, Benedetto Lavino, ha chiesto la definizione di un “patto strategico” fra industria e istituzioni per alleggerire queste difficoltà.
La semplificazione delle norme come leva per lo sviluppo futuro
Secondo l’analisi di The European House – Ambrosetti, una revisione e semplificazione delle regole europee potrebbe generare nuovi margini di crescita. Si parla di un potenziale incremento di fatturato pari a 9,7 miliardi di euro entro il 2030, rispetto agli attuali risultati del 2024. In assenza di cambiamenti, il settore rischia di incappare in una stagnazione, con un aumento limitato a soli 3,2 miliardi. La proposta è orientata a snellire le procedure e ridurre gli oneri, così da rendere più fluida la gestione della filiera cosmetica italiana, mantenendo comunque i livelli di sicurezza e qualità richiesti a livello europeo.