La salute maschile incontra oggi diverse sfide, soprattutto nella prevenzione e nella cura delle patologie dell’apparato urogenitale. Le cifre italiane sui tumori, in particolare il carcinoma prostatico, evidenziano una diffusione preoccupante. La prevenzione deve farsi più presente e capillare, ma resta un ostacolo la minor attenzione che gli uomini dedicano al loro stato di salute rispetto alle donne. Il professor vincenzo mirone, urologo e presidente della fondazione pro, ha illustrato al pubblico le differenze di genere e i rischi che derivano dalla sottovalutazione di controlli regolari.
Atteggiamento diverso degli uomini verso la prevenzione sanitaria
Negli ultimi anni si è evidenziato un contrasto netto nei comportamenti legati alla prevenzione fra uomini e donne. Gli uomini infatti si rivolgono meno frequentemente ai medici per controlli periodici. Mirone segnala che l’attenzione dell’uomo verso la propria salute è circa 30 volte inferiore rispetto a quella femminile. Questo dato spiega in parte perché patologie come il carcinoma prostatico siano salite ai primi posti tra i tumori più diagnosticati. La resistenza al controllo rischia di tradursi in diagnosi tardive, con conseguenze più gravi sul trattamento.
Le motivazioni dietro questo atteggiamento sono molteplici: scarsa informazione, timore di risultati negativi, e una cultura della mascolinità che tende a minimizzare i disturbi. Questo comporta un ritardo nella presa in carico di sintomi che invece andrebbero indagati tempestivamente. Oltre al tumore si sottovalutano disturbi comuni come i problemi urinari, che possono invece essere campanelli d’allarme per patologie più gravi.
Principali patologie dell’apparato urogenitale maschile e i rischi per la salute
Tra le patologie più comuni c’è l’ipertrofia prostatica benigna, una condizione che riguarda la maggior parte degli uomini con l’avanzare dell’età. Si tratta di un ingrossamento della prostata che può arrivare a 10-12 volte il volume normale. Questo provoca difficoltà nello svuotamento della vescica, con sintomi come minzioni frequenti o difficili. È fondamentale specificare che non esiste un nesso diretto tra ipertrofia e tumore prostatico, anche se entrambi interessano la stessa ghiandola.
Un altro disturbo che richiede attenzione è la prostatite cronica, un’infiammazione che, se trascurata, può favorire lo sviluppo di neoplasie. Vladimir mirone sottolinea come il follow-up continuo in questi casi sia indispensabile per evitare complicazioni.
Il carcinoma prostatico rappresenta la patologia più grave. In Italia si registrano circa 36mila nuovi casi ogni anno, con circa 7mila decessi. Il controllo precoce è fondamentale per migliorare l’esito della malattia dato che, se scoperta nelle fasi iniziali, la malattia è più gestibile.
Strumenti diagnostici fondamentali per la prevenzione maschile
La prevenzione del carcinoma prostatico non può basarsi esclusivamente sul test del PSA, anche se questo rimane uno strumento utile. Il professor mirone suggerisce di completare la diagnosi con l’ecografia prostatica, che consente una valutazione dettagliata della ghiandola, e l’esplorazione digito-rettale, una semplice ma importante manovra per individuare eventuali anomalie fisiche. Questi due esami andrebbero eseguiti almeno una volta ogni anno a partire dai 45 anni, periodo in cui si alza il rischio di insorgenza.
La combinazione di questi esami permette di intercettare precocemente neoplasie o problemi funzionali, migliorando il percorso terapeutico. Sebbene alcune diagnosi possano richiedere ulteriori approfondimenti con biopsie o esami di laboratorio avanzati, il monitoraggio iniziale è decisivo e va adottato come routine per gli uomini a rischio.
Opzioni terapeutiche per ipertrofia prostatica e carcinoma prostatico
L’ipertrofia prostatica benigna si affronta con tre principali trattamenti farmacologici. Gli alfa-litici migliorano il flusso urinario rilassando i muscoli della prostata e della vescica, mentre gli inibitori della 5-alfa reduttasi riducono il volume della ghiandola intervenendo sugli ormoni. Infine, alcuni farmaci per la disfunzione erettile migliorano anche lo svuotamento vescicale, offrendo un doppio beneficio.
Nei casi più gravi, spiega mirone, è possibile ricorrere alla chirurgia. Una tecnica più recente è la vaporizzazione laser, che elimina il tessuto prostatico in eccesso in modo meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale. La sua precisione limita il danno ai tessuti circostanti e accelera i tempi di recupero.
Per il carcinoma prostatico, la scelta dell’intervento dipende dallo stadio della malattia. La chirurgia robotica rappresenta oggi la soluzione più avanzata, permette di asportare completamente la prostata e di riconnettere in modo preciso la vescica con l’uretra. Questo riduce rischi di complicazioni come l’incontinenza o l’impotenza. Se il paziente non può sottoporsi all’intervento, ci sono opzioni alternative: la radioterapia mira a distruggere le cellule tumorali, l’immunoterapia stimola il sistema immunitario a combattere il tumore, e la chemioterapia usa farmaci per eliminare le cellule malate.
Questi strumenti ampliano le possibilità di cura e devono essere proposti valutando la situazione clinica del singolo paziente e l’età.
Il professor vincenzo mirone, attraverso i suoi studi e le dichiarazioni pubbliche, spinge perché la prevenzione diventi parte integrante nella routine di salute maschile. Le campagne informative e la disponibilità di tecnologie avanzate devono colmare il gap culturale evidenziato. Per l’uomo oggi più che mai vale il principio di un controllo continuo e consapevole per evitare che semplici sintomi si trasformino in patologie estese e difficili da curare.