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Lo spot sociale “tu non sei sola” lancia un messaggio chiaro contro la violenza di genere al giffoni sport 2025

La violenza di genere continua a segnare profondamente la vita di molte donne, lasciando ferite che non guariscono mai del tutto. Tra le conseguenze più gravi ci sono danni psicologici e fisici, oltre a disturbi alimentari legati al trauma subito. Per affrontare ancora una volta questa emergenza, al Giffoni Sport 2025 è stato presentato in anteprima lo spot sociale “Tu non sei sola, contro la violenza di genere”, un lavoro diretto da Gilles Rocca che mette al centro la voce e la lotta delle donne vittime di abusi. Lo spot coinvolge anche sportivi di rilievo, che affiancano simbolicamente queste donne con la loro presenza.

Lo spot sociale: significato e protagonisti dello spot presentato a giffoni sport

Lo spot è costruito attorno a una metafora di resistenza e solidarietà: donne che lottano contro abusi fisici e verbali al fianco di atleti che incarnano forza e tenacia. La regia di Gilles Rocca mira a trasmettere con forza il grido di chi subisce violenza e fatiche interiori. Le immagini si intrecciano con il brano “Taglia zero”, cantato dalla cantautrice Marla. Il pezzo ha un testo tagliente, quasi affilato come una lama, e rappresenta il dolore netto e doloroso della violenza sulle donne. La musica e le immagini insieme lavorano per far emergere un messaggio di speranza, affermando la presenza e l’unione contro ogni abuso.

Nel presentare lo spot, Rocca ha espresso il desiderio di dare voce a molte giovani donne che si sentiranno rappresentate dal progetto. Ha sottolineato che, purtroppo, le violenze sono storie troppo spesso invisibili per chi non le vive direttamente. “Lo spot si pone come un appello perché nessuno si senta abbandonato, mettono in gioco la forza collettiva per uscire dal silenzio.”

L’aspetto psicologico della violenza

Andrea Fiorillo, presidente della Società Europea di Psichiatria, ha commentato l’iniziativa ricordando le molteplici conseguenze psicologiche della violenza di genere. Il contesto di abuso può scatenare rapidamente disturbi alimentari, depressione, abuso di sostanze e pensieri suicidari, che diventano particolarmente frequenti tra i giovani. Per riconoscere e prevenire queste condizioni è essenziale creare ambienti protetti e solidali.

Fiorillo ha citato lo sport, la famiglia e la rete sociale come strumenti cruciali per la prevenzione. Lo sport, in modo particolare, aiuta a costruire legami e offre una difesa concreta contro l’isolamento mentale. Chi pratica attività sportive si sente parte di un gruppo, e questo esercita su mente e corpo un effetto protettivo che può fare la differenza. Maxime Mbanda, noto rugbista, ha espresso la sua motivazione personale nel sostenere lo spot. Da uomo e atleta ha voluto sottolineare l’importanza di non ignorare la violenza, né chiudere gli occhi di fronte al problema.

La comunicazione come arma per sensibilizzare: voci degli ideatori e produttori del progetto

Roberta Mastromichele, co-sceneggiatrice dello spot, ha valorizzato il ruolo dello sport come chiave per combattere ogni forma di violenza. La narrazione ha voluto mostrare come l’attività fisica possa diventare una risorsa per le vittime, un punto di partenza per tornare a pensare di sé fuori dal trauma.

Il produttore Matteo Calveri, rappresentante della società Summeet, ha spiegato che il progetto è nato come risposta alla necessità di scuotere le coscienze attraverso la comunicazione. Le immagini, le parole, le emozioni costituiscono un mezzo potente per raggiungere le persone. Calveri ha puntualizzato che il linguaggio visivo ha il dovere di fare più che informare: deve richiamare alla responsabilità collettiva e spingere a riconoscere, ascoltare e agire. Lorena Rutigliano, produttrice esecutiva, ha ricordato che la violenza di genere non può essere considerata solo un problema individuale, poiché si tratta di un fenomeno che riguarda la società intera. Per questo, costruire reti di sostegno e solidarietà diventa decisivo per aiutare le donne a denunciare e trovare aiuto reale.

La presentazione di “jk defense donna forte”: uno sport per difendersi dalla violenza

Al termine della presentazione dello spot è emerso un altro progetto concreto: “Jk Defense Donna Forte”. L’iniziativa, lanciata a Giffoni Sport 2025, presenta un percorso di autodifesa per le donne attraverso le tecniche del karate e del judo. Stefano Maniscalco, campione del mondo, europeo e italiano di karate, insieme a Emanuele Bruno, campione europeo di judo, ha illustrato come questo progetto punta a rendere le donne più consapevoli nel riconoscere e fronteggiare i primi segnali di abuso.

Il programma si orienta a fornire strumenti pratici e di conoscenza fisica per dare più sicurezza. Si tratta di un approccio diretto, che mira a rafforzare la capacità di reazione delle donne, in un contesto dove la prevenzione può fare la differenza tra subire e proteggersi. Oltre alla preparazione fisica, anche la formazione riguarderà aspetti psicologici e di riconoscimento della violenza. Lo scopo è sostenere concretamente chi rischia di cadere nelle trappole della violenza domestica o sociale. Il coinvolgimento di atleti di livello aggiunge credibilità e un impegno tangibile allo sforzo contro questa piaga sociale.

L’attenzione del Giffoni Sport su questi temi si conferma come un’occasione preziosa per affrontare pubblicamente la violenza di genere in tutte le sue forme, cercando di costruire risposte efficaci a partire dalla comunità sportiva e culturale.

Paolo Ludovichi

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